#354 - 1 agosto 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 38

di Ruggero Scarponi

Il Consiglio degli Anziani dispone la chiusura del Tempio e ordina l’arresto del Gran Sacerdote

Il Consiglio degli Anziani aveva nuovamente inviato un’ambasciata al Gran Sacerdote per invitarlo a far pronunciare l’anatema contro il nemico tramite lo Pta-nurim. Ma il religioso aveva dato la stessa risposta. Non era possibile proferire la maledizione nel tempo di narfur, tempo festivo, secondo le scritture. Il Consiglio aveva nuovamente invocato l’eccezionalità del momento con la guerra fuori delle mura e il morbo all’interno, che di fatto interrompevano il tempo festivo.
Ma il Gran Sacerdote, ricordava che il tempo festivo non era degli uomini che lo si potesse interrompere a piacimento, ma degli dei, che erano immutabili nel tempo, e quindi non poteva recedere dalla sua decisione per non contravvenire a una norma liturgica di tale importanza. Il Consiglio, allora, facendo valere le proprie prerogative di massima autorità civile e militare intimò al Gran Sacerdote di presentarsi alla Roath per ricevere disposizioni in merito. Il religioso salì alla fortezza in abiti civili, privo delle insegne della sua alta dignità, per significare che come cittadino si sottometteva al Consiglio ma non come Gran Sacerdote non riconoscendo sulla terra altra autorità cui sottostare. Il Consiglio cercò di impressionarlo, prima, imponendogli una lunga anticamera, per riceverlo poi in un’ampia sala tutta circondata da soldati di aspetto truce e minaccioso. Allora i magistrati, parati con l’abito da cerimonia, cercarono di blandirlo ricordandogli i molti benefici che il Consiglio aveva elargito al Tempio e alla casta sacerdotale. E, ancora, lo invitarono a trasferirsi insieme ai sacerdoti e allo Pta-nurim nella fortezza per tenersi più al sicuro rispetto al morbo. Poi si cercò una soluzione di compromesso. Il Consiglio degli Anziani era disposto ad accogliere le ragioni del Gran Sacerdote ma era necessario dare un segnale alla popolazione, che la gente avesse la convinzione di essere invincibile essendo il popolo prescelto dalla Sacra Prediletta.

Venne proposto di emettere un decreto congiunto, tra autorità civile e sacerdotale, per la sospensione di un solo giorno del tempo del narfurf per consentire di pronunciare la formula davanti al popolo senza contravvenire ai sacri precetti. Ma questa ipotesi suscitò una reazione sdegnata nel Gran Sacerdote che non intendeva giocare a rimpiattino con gli Dei. Allora il Consiglio, avvedendosi di come non fosse possibile raggiungere nessun tipo di accordo, dette ordine alle guardie di procedere all’arresto del Gran Sacerdote con l’accusa di aver sottratto beni del Tempio per scopi personali in combutta con l’intera casta sacerdotale escluso lo Pta-Nurim Yabel. Subito una compagnia di armigeri circondò il Tempio mentre, un’altra, entrava nel luogo sacro per procedere all’arresto dei sacerdoti. Poi, dopo aver fatto sgombrare tutti i fedeli e i pellegrini si passò alla chiusura delle sacre porte che mai dalla fondazione del Tempio si erano chiuse di fronte alla Sacra Prediletta tra tutti gli dei Naor.

La rivolta dell’Uptadish e del Terek Hashim

Il Consiglio degli Anziani, con questa azione di forza, aveva inteso impressionare il popolo mostrando di essere l’unica autorità a detenere il potere civile e militare. La dura risoluzione era stata presa nel pieno della guerra e del contagio quale ammonimento per l’intera cittadinanza sulla necessità di sottomettersi tutti, nessuno escluso, alla volontà del governo cittadino. La decisione di lasciare in libertà lo Pta-Nurim era dovuta alla volontà di mantenere aperto un canale di comunicazione con il potere religioso.

Per prima cosa fu inviata un’ambasciata a Yabel per confermargli tutte le sue prerogative compreso il diritto di mantenere, all’interno del suo palazzo, una guardia armata, per la sua sicurezza. Si ribadiva anche la sacralità e inviolabilità della sua persona e che solo il Consiglio degli Anziani, riunito in seduta plenaria, poteva sollevarlo dalla sua funzione e privarlo della sua autorità. Per il culto gli veniva assegnato il tempio più grande di Shawrandall, quello agli Dei degli Infiniti Orizzonti, nello Shamir, presso il quale aveva sede l’annona centrale. Pertanto gli si offriva oltre all’incarico religioso di supplente del Gran Sacerdote anche l’ambitissimo incarico di Intendente dell’annona con il controllo sulle riserve alimentari di tutta la città. Ma l’arresto del Gran Sacerdote, la cui notizia si era sparsa rapidamente in città, il divampare del morbo e la stessa condizione di città sotto assedio aveva suscitato un’ondata di forte risentimento nella popolazione. In particolare nell’Uptadish il quartiere dei tintori. Qui covava un forte malcontento. La trasformazione del quartiere in lazzaretto aveva stravolto la fiorente attività economica. I tintori avevano vivacemente protestato contro tale risoluzione ma il Consiglio era stato inflessibile. Dal momento che proprio in quel quartiere si era registrato il maggior numero di contagi, ne era stata decretata la chiusura totale e la sua trasformazione in ricovero. In breve tempo la difficile condizione di quei poveri disgraziati ammassati senza nessuna regola con scarsi rifornimenti e l’impossibilità di contatti con i parenti aveva provocato rabbia e frustrazione cui si aggiungeva la terribile condizione dei residenti non contagiati e costretti a vivere da reclusi nelle loro abitazioni. Era già accaduto che delle esplosioni di collera si erano infrante contro le sentinelle a guardia degli accessi del quartiere.

Ma l’arresto del Gran Sacerdote e l’affronto recato alla Sacra Prediletta con la chiusura del Tempio erano considerate delle vere e proprie empietà capaci di attirare su Shawrandall l’ira degli dei. Ben presto si formarono all’interno dell’Uptadish assembramenti di cittadini esasperati e pian piano la folla cominciò a crescere e a chiedere a gran voce la fine di quella prigionia, la riabilitazione del Gran Sacerdote e la riapertura del Tempio. Con queste parole d’ordine la folla si presentò ai varchi presidiati dalle guardie che vista l’entità del tumulto e l’enorme partecipazione di popolo, furono prese dallo sgomento e dal terrore. Subito abbandonarono le postazioni per rifugiarsi nella vicina caserma mentre, in tutta fretta, venivano spediti messaggeri al Consiglio e al comandante del quadrante cittadino. Intanto, però, la folla, imbestialita, fuoriuscì dall’Uptadish e si riversò per ogni dove, in particolare nella vicina Menak dove compì saccheggi e devastazioni tanto che i cittadini di quel quartiere presi di sorpresa pensarono ad un attacco del nemico. Quelli furono i momenti di maggior confusione e nessuna autorità cittadina sembrava in grado di poterla controllare.

Poco prima del mezzogiorno un enorme folla si radunò davanti al Tempio Karashan chiedendo a gran voce la riapertura delle sacre porte. Yabel, però, sollecitato dai comandi militari, tentava disperatamente di calmare i cittadini che non si rassegnavano alla chiusura del Tempio. Tale ordinanza infatti, aveva prodotto una grave perdita economica per gli abitanti del quartiere abituati a vivere degli introiti versati dai numerosi pellegrini in visita alla sacra dimora. Yabel, disarmato, indifeso, era sceso in strada a parlare con i rivoltosi. Non aveva voluto con sé la guardia per non rischiare di provocare i più scalmanati. Ma qualcuno lo accusava. Lui, straniero e addirittura figlio del Principe invasore che li stava assediando era lasciato in libertà mentre il Gran Sacerdote era stato arrestato. Allora Yabel parlò alla folla assicurando che non avrebbe pronunciato l’anatema nel tempo festivo e che avrebbe seguito la sorte del Gran Scaerdote. Intanto, però, il tumulto sembrava aumentare di minuto in minuto, preda degli spiriti più violenti. Fu allora che un arciere di stanza presso il Tempio a causa di un piccolo incidente fece partire un dardo. Questa fu la scintilla che scatenò l’incendio.

Il Tempio, presidiato dai soldati, fu preso d’assalto, i difensori, dopo una breve resistenza, furono sopraffatti. Le sacre porte furono spalancate e Yabel fu insediato come Gran Sacerdote supplente. Poi, la folla, si diresse alla Roath la fortezza dove si trovava il Consiglio degli Anziani. Ma nel frattempo i Governatori dei quadranti cittadini avevano attivato le difese. Per giungere davanti alla spianata della Roath la folla doveva passare attraverso un ponte. Su quel passaggio doveva quindi restringersi e rallentare il cammino. E proprio allora trovandosi più esposta ed inerme fu attaccata dai soldati. Su di essa piombò la cavalleria mentre arcieri schierati sui tetti di molti palazzi con ripetuti lanci di dardi seminavano morte provocando il panico. Fu una strage crudele e soltanto pochi gruppi di cittadini terrorizzati riuscirono a scampare i micidiali lanci degli arcieri appostati per ogni dove.

Solo al tramonto e dopo che le piazze e le vie si furono coperte di cadaveri cessò la furia dei soldati. I superstiti scortati dalla cavalleria rientrarono nell’Uptadish mentre gli abitanti del Terek Hashim che avevano partecipato ai tumulti furono rinchiusi in un grande recinto sotto alla Roath in attesa che il Consiglio degli Anziani decidesse sulla loro sorte. Yabel fu prelevato dai soldati e condotto alla fortezza. Il Consiglio stava cercando di tenere aperto con lui un dialogo che consentisse di mantenere in città un’autorità religiosa riconosciuta. Questi gravi fatti precedettero di un giorno la grande battaglia che il Principe Jalabar avrebbe scatenato contro l’onorevole città di Shawrandall come sarebbe stato scritto e tramandato per innumerevoli anni.

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