#353 - 1 luglio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Poesia

Il momento

di Angelo Zito

C’era qualcuno sulla panchina.
sol-mi sol-mi sol-mi
da un fischio, come si usava,
citofono d’altri tempi
ti riconosco
eri tu in attesa sulla panchina
ma non ti vedo.
Madre del sacrificio,
del dolore muto,
del pianto nascosto.
Nella grande stanza di via Ancona
cucivi e cantavi
e mi abituavi al suono delle parole,
la vecchia macchina singer
tra rocchetti e aghi
conservava sogni, speranze, dolori.
Hai accompagnato il sofferto cammino
di nostra figlia Beba
col cuore spezzato
e il sorriso per conforto agli altri.
Oggi dalla panchina mi aspetti
come all’uscita della scuola di via Tevere
e non riesco a parlarti,
sento che ti rivedrò.
Il filo che ci lega
uscito dalla spoletta
cuce la madre al figlio
e attraversa il tempo.
Non so quando
e quel giorno
col nostro fischio mi chiamerai
sol-mi sol-mi sol-mi
sarà quello il momento:
con passo leggero
mi siederò al tuo fianco
su una panchina di villa Borghese
e sorrideremo beati.

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