#351 - 11 maggio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
letteratura

Rubrica in lingua dell'Urbe dedicata ai Papi del passato
Da Alessandro VI ad Alessandro VII

Alessandro Ludovisi

Papa Gregorio XV - 1554- 1621/1623

di Angelo Zito

Alessandro LudovisiAlessandro Ludovisi

Sto Papa, venuto da Bologna, ciaveva un carattere conciliante e durante la Guerra de li Trent’anni s’addoprò pe mmette pace tra li popoli.
In queli pochi anni der pontificato nun lasciò un segno tangibbile pe Roma.
A Campo de’ Fiori coprí la fontana ndove l’ortolani annaveno a lavà li broccoletti e da allora fu chiamata la “terrina” che un par de secoli appresso fu spostata a la Chiesa Nova pe ffà posto a la statua de Giordano.
In onore de Ignazio de Loyola fece costruí la Chiesa de Sant’Ignazio dove poi trovò degna seportura.
Ma un merito grande fu la nomina a cardinale der nipotino suo che aveva appena 25 anni.

Alessandro Ludovisi

Er Cardinal Ludovisi

Er Papa pensa a li problemi de la fede, a fà l’acrobbazzie con l’artri Stati e pe l’affari de famija se deve da appoggià a gente fidata.
Chi mejo der nipote, mente sverta, capoccia indirizzata all’arte e co’l’inclinazione a fà opere de bene.
Detto fatto annominò Cardinale Ludovico come già aveveno fatto artri Papi, l’esempio più recente Papa Paolo V che co’ Scipione tirò su una villa che ancora oggi è parte de la Storia.
E Ludovico nun fu inferiore ar compito affidato.
Costruí ’na Villa che a quei tempi faceva a gara co Villa Borghese.
Giardini, viali, statue antiche, fontane, arberi, scale, angoli segreti dove riposà da le fatiche de la vita.
Se fece fà er progetto da l’architetto che aveva fatto Versaje in tera de Francia, e co Domenichino e li dipinti der Guercino abbellí le sale de la casa.
Da allora li personaggi famosi venivano a Roma pe vvedé la Villa: Goethe, Stendhal, Gogol e tanti artri ammirati da la grandiosità de sta bellezza, dicevano che in tutta Europa nun c’era de mejo.
Pensa partiva da la Porta Salaria, scendeva giù pe l’orti Sallustiani, a destra costeggiava Porta Pinciana, a sinistra le vigne che facevano mostra a la Via Pia e arivava giù fino a quello slargo che diventò, cor prossimo Papa, Piazza Barberini.
Doveva esse un conforto per l’anima camminà tra queli viali, godesse le bellezze der passato e fà er pieno de pensieri per futuro.
Niente dura in eterno, de queli 30 ettari de verde c’è rimasto er Casino dell’Aurora co l’affresco der Guercino, opera somma.
Alla fine dell’800 li Ludovisi imparentati co l’Ardobrandini vendettero tutto quer bendiddio a li speculatori de quer tempo, immobiliaristi, banche, traffichini cor consenso tacito der Comune.
Si oggi cammini pe Via Veneto, ar quartiere ludovisi, a via Sicilia, a Corso d’Italia o a Porta Pinciana devi da stà attento a mette er piede, lí sotto è conservato come ’na reliquia er patrimonio de chi ha dato corpo a la bellezza, de chi ha fatto vive li sogni a sta città.
Ma come tutti li sogni hanno sbattuto er muso contro l’affari, contro er trionfo der progresso, der moderno.
Saranno pure belli sti quartieri, ste strade, sti palazzi, ste botteghe ma ar pensiero de quell’alberi abbattuti, de la strage de li giardini, de le statue ridotte a carcinacci me sento in corpa a spigne er pedale su l’acceleratore.

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