Un' attenzione semplice e chiara, rivolta a capire
e impegnarci con coraggio verso soluzioni resposnabii
Il coraggio
"Un cristiano senza coraggio è un cristiano inutile", parola di Francesco nell’ultima udienza generale.
Il coraggio sul quale si sofferma il Papa è quello della fede da testimoniare nella carità, esperienza decisiva quanto spesso sottovalutata o non considerata.
Parimenti, ci chiediamo: con quanto coraggio - non solo per i ‘compromessi’ - affrontiamo i casi della vita quotidiana. Ne abbiamo perlopiù poco - fatte le debite e necessarie eccezioni - nella sensibilità verso chi è nel bisogno, nella cura del Creato, nei rapporti con il prossimo non per rimproveralo bensì per indirizzarlo, nell’affrontare i problemi sui quali prendiamo le distanze ma la nostra attività si esaurisce qui senza presenza concreta, nell’occuparci della cosa pubblica e lasciandola agli altri perché non ci va di impegnarci personalmente quando il coraggio del fare ci stimolerebbe ma preferiamo starcene quieti per nostro conto, nel dire bene di tutti anche di quelli che ci stanno poco simpatici, nel valutare il lavoro altrui riconoscendolo soprattutto quando ci infastidisce ammetterlo, nel difendere e sostenere un’idea buona senza vergognarcene ,nel privarci di un qualcosa che sappiamo non meritare e via dicendo.
Il coraggio umano e sociale consiste proprio nel non adeguarci all’andazzo, ma nel cercare quel che aiuta anziché lasciarci sviare e nell’abbandonarne l’esperienza con la scusa "tanto che cosa posso fare io...?". Si dimentica che ognuno di noi possiede doti, capacità, competenze, ricchezze interiori, spirito d’azione e stimoli messi spesso in disparte.
Se il coraggio viene meno, per convenienza o per senso di estraneità, è il caso di interrogarci su che cosa intende essere la nostra vita: un passaggio fra comodità e indifferenza - o una attenzione semplice e chiara, rivolta a capire e impegnarci con coraggio verso soluzioni resposnabii?
Vale l’indicazione di Francesco al ’cristiano senza coraggio’, soprattutto considerando che l’umanità ha bisogno civilmente e culturalmente di coraggio, per camminare insieme e propositivamente in avanti, senza rischiare di essere "inutile."
Senza il vero coraggio cosa si costruisce di bene?