#348 - 16 marzo 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Dopo due settimane di salutare astinenza profilattica accendiamo finalmente il facondo elettrodomestico per ottemperare al periodico appuntamento con il nostro Zapping. Siamo già a Venerdì e l’articoletto, salvo imprevisti di varia e imperscrutabile natura, dovrebbe uscire tra poche ore. Ma chi sa poi perché proprio oggi – l’intima domanda è artatamente retorica - ci sovvengono le immeditate parole dell’attrice palermitana Teresa Mannino dette, un mesetto fa, a Sanremo durante la conferenza stampa a corredo del celeberrimo Festival, di cui è stata conduttrice per una sera assieme al vispo Amadeus: “Ci dobbiamo ricordare che noi siamo una colonia americana. Noi siamo sudditi, quindi di che cosa ci stupiamo?” Il memento era occasionato dall’atteggiamento spocchioso e indisponente di John Travolta, ex divo del cinema, ospite della serata.

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Ma proprio oggi, fuori contesto ludico, ci torna in mente. Freud aveva i suoi buoni motivi a incaponirsi sull’inconscio. Ebbene ottant’anni fa, Il 15 marzo del 1944, eravamo in guerra e i cosiddetti “Alleati” pensarono bene di bombardare l’Abbazia di Montecassino, un bombardamento studiatamente devastante mirato a stanare i tedeschi, che però non c’erano, e che provocò centinaia di morti tra i civili. Il Tg ci informa che Il Presidente della Repubblica è a Cassino per celebrare l’anniversario della strage “alleata”. Cerchiamo smaniosi nel web il testo del discorso di circostanza. Lo troviamo, lo leggiamo, lo rileggiamo, ma niente. Dei colpevoli nessun cenno. Il crimine non viene denunciato come tale. Il Presidente accosta l’episodio all’altro, forse ancor più devastante, di Dresda ma non ci sono criminali da stigmatizzare. Strano. E ci sovviene, in un rapido lampo, la faceta e impertinente Teresa Mannino.

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Intanto si torna a parlare con più insistenza del compagno Putin, che, coram populo, viene inesplicabilmente soprannominato “Zar”, saltando atleticamente a piè pari numerosi decenni di tirannide comunista, nei quali il nostro si è diligentemente formato ricoprendo incarichi di tutto rispetto. Ci chiediamo, pappagalleggiando la simpatica Mannino, se non sia anche questo un effetto postumo della colonizzazione “alleata”, visto e considerato che tra gli “alleati” c’era anche Baffone, non lo dimentichiamo. Il compagno Putin non riuscendo a sfangarla con gli Ucraini minaccia il ricorso alle armi atomiche e agita lo spauracchio della guerra nucleare mettendo una seria ipoteca sul futuro dell’umanità.
Staremo a vedere come andrà a finire.

A proposito! Abbiamo con sorpresa scoperto che certi destrorsi modaioli - qualcuno anche di nostra conoscenza – si incazzano non poco a vedere incasellato lo Zar fra i “trinariciuti” di guareschiana memoria. Tutto oggi appare confusamente mescolato. La destra e la sinistra sfumano i propri spigoli nativi in una irenistica dissolvenza dai morbidi toni arcobaleno. Disturbata, di tanto in tanto, da qualche “cis” o da qualche “trans” di passaggio.

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