#348 - 16 marzo 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
letteratura

Rubrica in lingua dell'Urbe dedicata ai Papi del passato
Da Alessandro VI ad Alessandro VII

Felice Peretti

Papa Sisto V 1521 - 1585 / 1590

di Angelo Zito

De Felice Peretti, er Papa tosto, ce vorebbero libbri pe’ riccontà tutto quello che fece in queli pochi anni de papato.
Lavorava notte e giorno, mó a riscrive la Bibbia, mó a combatte li briganti, mó a riformà er governo de la Chiesa.
Da semplice e modesto francescano diventò un dottore de la Chiesa e quanno venne er momento de esse nominato prese er nome de SISTO V.
Fece ricche le finanze vaticane co’ le tasse, co’ lo prestiti der Monte de Pietà, cor commercio, cor controllo de le spese.

Felice PerettiFelice Peretti

A Roma da la villa che ciaveva all’Esquilino regolava ogni sorta de probremi, pure quelli de favorí er benessere de la famija sua.
Dette incarico a Giovanni Fontana, che già ner nome ciaveva er suo distino, de ritrovà l’acquedotto alessandrino e riportà l’acqua dentro Roma, in speciar modo da le parti de le ville che ciaveva all’Esquilino e ar Quirinale che se l’era comprato ‘na vorta pe’ tutte.
Nun se sa se li sordi erano sua o der vaticano. Poco importa: cassa comune. Completato er percorso quell’acqua la chiamò Acqua Felice, e pe’ dà lustro all’opera fece tre ”mostre” lungo la via Pia: a Santa Susanna, a 4 Fontane e a Monte Cavallo.
E ar grande architetto Domenico Fontana, fratello der fontaniere, je fece fà er palazzo Laterano “che ha da stà attaccato a la Basilica, ce vojo le logge e, perché no, piazzace quell’obbelisco, che era a pezzi sotterrato ar Circo Massimo, sí che io lo possa véde da la villa Esquilina.”

Felice Peretti

Sempre all’architetto, ortre ar palazzo ar Laterano, je diede da completà la cupola de San Pietro, e poi de fà la strada, detta Sistina, che dar Pincio porta a 4 Fontane, all’Esquilino e da lí tira diritto fino a san Giovanni.
Da vero marchiciano, cresciuto a olive ascolane e vincisgrassi, chiamò a Roma, come esattori, persone fidate de le Marche tanto che ancora oggi vale er detto: mejo un morto in casa che un marchiciano a la porta.
Quanno pure pe’ lui arivò l’ora fatale dovettero annisconne la sarma perche er popolo infuriato pe’ li troppi patibboli, pe’ le tasse e pe’ l’interessi privati era sceso in piazza pe’ fà a pezzi la statua de sto Papa tosto.

Felice Peretti

L'obbelischi de Roma

Si te fermi ar crocicchio de via Pia,
dove li quattro cantoni so’ fontane,
ciai ‘na vista che ar monno nun c’è eguale.
Verso Castro Pretorio trovi la porta
fatta da Bonaroti pe’ Pio IV.
A sud ner mezzo der rione Monti
l’obbelisco Esquilino traccia la via
pe’ arivà ar palazzo Laterano
che Sisto V fece fà a Fontana.
Giri lo sguardo a destra verso Trevi
sopra a Monte Cavallo vedi l’artro,
conforme a li disegni de Pio VI,
che impatta er sole rosso der tramonto.
E proprio in cima a Trinità dei Monti,
là dove er vento viene giù dar norde,
er trionfo dell’obbelisco Sallustiano
completa ‘sta vista eccezzionale.
Ndo’ te giri Roma pare un teatro
entri senza dové pagà er bijetto.
Passace quarche vorta, nun fa male
perde un po’ de tempo pe’ rifatte l’occhi.

Felice Peretti

Papa Urbano VII

Papa Gregorio XIV

Papa Innocenzo IX

Dar settembre der 90 der 1500 ar Dicembre der 1591 apparvero su la scena de San Pietro 3 Papi perseguitati dar destino: Urbano VII che co’ 12 giorni ancora oggi cià la durata più breve de la Storia. È inutile che t’allunghi er brodo.
Gregorio XIV tirò avanti boni dieci mesi. Er popolino lo chiamò “zucchetto” pe’ avé ordinato che er vestito de li cardinali fosse rosso e in testa portassero la cuffia. Fu attorniato da armeno 4 santi der calibro de Bellarmino, Filippo Neri, Camillo De Lellis e Luigi Gonzaga, venuti quest’urtimi a dà ‘na mano quanno ce fu la peste a Roma.
Come la maggior parte de li Papi teneva da parte l’insalata e magnava proteine a tutto spiano. Pe’ lui fu fatale la cirrosi. Antri prima de lui se n’ereno annati co’ la gotta. Possibile che nun avessero inventato quarche nutrizionista in vaticano?
Pe’ urtimo Innocenzo IX che co’ due mesi ciebbe appena er tempo de finí er rosario che je se fece notte.

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