Bene e male: la reazione
Assuefazione
di Amanzio Possenti
La cronaca ci sta assuefacendo ai fatti più obbrobriosi e inenarrabili.
Il succedersi di stupri e di crimini efferati mentre suscita al momento forte indignazione, finisce talvolta per causare senso di dimenticanza, non volontaria bensì conseguente alla ripetitività, nonché superamento emotivo del fatto accaduto poichè seguito da altri, pur gravi, nello scorrere dei giorni.
Di fronte ad ignobili episodi delittuosi, la reazione, soprattutto morale, è diversa se messa a confronto con analoghi nuovi fattacci Il pubblico reagisce in modo differente, non univoco, così appare che l’orrore presenti reattività comune nell’emozione istantanea ma diversa nell’analisi successiva. Potrebbe venire a mancare il sentimento del dire sempre e soltanto no alle esasperazioni del male, discesa rischiosa nella qualità del vivere.
D'altronde la reazione non è qualcosa di imposto, è frutto della sensibilità singola di sentirsi coinvolto: richiede un clima nel quale interrogare se stesso e riflettere senza esitazioni sul perchè l’attenzione oscilli fra condivisione e incertezza interpretativa. E’ un potenziale umano di risposta diseguale, lo sappiamo bene. Si spiega in parte perchè non tutti gli orrori incontrano la medesima reattività popolare.
Non si può escludere che la risposta sia indirettamente favorita dalla quantità del tambureggiare mediatico che ’trascura’ taluni fatti e ‘stimola’, a livello informativo su altri.
Di certo si assiste a reazioni, anche comunitarie, sorprendenti dal punto di vista della partecipazione sull’onda della propria capacità di condannare o di comprendere e perdonare.
Manca una coraggiosa identità di introspezione psicologica e morale, che aiuta ad evitare scostamenti o esaltazioni (entrambi fuori luogo) e a dirigere il pensiero al chiarimento indispensabile: né pregiudizio, nè indifferenza.
Su una aspirazione in molti concordiamo: che i valori della vita sopravvengano e siano accolti come esperienza prioritaria, vissuti cristianamente non cinicamente. Se non si persegue la strada di accettazione del Bene e di negazione del male, la realtà - essenza disordinata e spesso ondivaga – potrebbe presentarci episodi sempre più raggelanti.
Quanto la nostra civiltà potrà assorbire e sopportare situazioni che allontanano dalla condivisione, dalla serenità, dall’umanità e soprattutto dall’Amore (quello autentico e non mistificante)?