Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 27
di Ruggero Scarponi
-Yabel su incarico del Consiglio degli Anziani si reca a parlamentare con suo padre il Principe Jalabar
In quei giorni, l’esercito del Principe Jalabar si dispose alle manovre di accerchiamento della città di Shawrandall. E per prima cosa alzò tutto intorno alle mura una palizzata alta tre metri, rinforzata ogni cento passi da torri. Poi, su piattaforme fortificate furono issate baliste e catapulte in grado di scagliare sugli assediati ogni genere di proiettili. La palizzata garantiva la difesa da possibili sortite del nemico consentendo al grosso delle truppe di esercitarsi nelle manovre militari senza problemi. Nel frattempo con abili ambasciate e molte promesse di ricompense future, il Principe, conquistava alla sua causa la maggior parte dei vassalli dell’orgogliosa Shawrandall, ricevendone in cambio truppe e vettovaglie.
All’interno del campo, invece, squadre di ingegneri e carpentieri lavoravano alacremente alla costruzione delle poderose macchine da assedio con le quali si progettava di dare l’assalto alle mura nemiche. Infaticabile, il Principe, verificava personalmente ogni cosa. I cittadini assediati, invece, seguivano tutte quelle operazioni, sgomenti. Temevano oramai che la sorte della loro città minacciata da un nemico tanto numeroso e organizzato, fosse segnata. Ma il Consiglio degli Anziani, costituito da vecchi combattenti orgogliosi e tenaci, non si dava per vinto. Con decisioni dure e perfino spietate era riuscito a mantenere l’ordine all’interno della città. Per migliorare la difesa aveva ordinato i lavori di rafforzamento della cinta muraria mentre un gran numero di macchine da lancio era stato predisposto nei punti più strategici della città. Solo il morbo pestifero che si era propagato a causa delle pessime condizioni igieniche causate dall’afflusso improvviso e disordinato dei vagabondi, continuava a preoccupare. Per questo era stato disposto di isolare i quartieri infetti utilizzando anche il fuoco se necessario. E tuttavia si poteva contare su abbondanti riserve di cibo e di acqua, tali, da consentire di resistere all’assedio per un lungo periodo, nella speranza di poter indurre il Principe a trattare la pace.
Gli Anziani della città erano convinti, infatti, che il fattore tempo fosse determinante perché sapevano che il Principe Jalabar, lontano dalla sua terra, in un territorio potenzialmente ostile, aveva assoluto bisogno di concludere in fretta la campagna militare. Per questo avevano esortato il Gran Sacerdote a inviare lo Pta-nurim Yabel a parlamentare con il Principe suo padre. E in segno di buona volontà, avevano chiesto al Gran Sacerdote, di sospendere il rito di anatema contro il nemico. Il Principe, invero, assai contrario a parlamentare, intuendone i reconditi motivi, avendo saputo che la delegazione di Shawrandall sarebbe stata guidata da suo figlio Yabel fu preso da grande titubanza. Non voleva concedere tempo prezioso al nemico e al contempo desiderava di rivedere il suo primogenito dopo tanti anni. Decise quindi di ricevere i delegati di Shawrandall ma pretese che eventuali proposte fossero inoltrate per iscritto il giorno precedente all’incontro. In questo modo avrebbe compreso quali fossero le reali intenzioni degli avversari riservandosi di annullare le trattative in qualsiasi momento.
Il Consiglio degli Anziani inviò un documento in cui si chiedeva al Principe di ritirarsi nei suoi confini. In cambio l’assemblea di Shawrandall lo avrebbe sciolto per sempre dall’obbligo di vassallaggio. In aggiunta venivano offerti molti doni preziosi e un contingente di giovanetti delle più nobili famiglie, in qualità di ostaggi. Naturalmente era menzionato anche Yabel cui veniva consentito di rientrare liberamente nel suo paese. Fu così che il giovane Pta-Nurim e il Principe Jalabar, suo padre, si incontrarono per parlamentare. Il Principe, al vedere suo figlio, che aveva lasciato ragazzo, divenuto ormai un uomo dall’aspetto nobile e fiero, fu preso dalla commozione. Ma si astenne dal manifestarlo affinché i suoi consiglieri non pensassero che le sue decisioni potessero essere condizionate da paterni sentimenti. Anche Yabel restò commosso alla vista del padre che aveva lasciato da sconfitto e che adesso, invece, gli appariva nella veste del condottiero vittorioso. Così, quando gli fu dianzi, deferente, si inchinò ai suoi piedi, fintanto che suo padre non gli si fece incontro, sorridente, per abbracciarlo ed invitarlo a sedere su uno scranno di fronte a lui. Voleva il protocollo che fosse l’ospite, introdotto dal Gran Cerimoniere del Principe, a iniziare il colloquio. Così parlò Yabel che riuscì a non far trapelare la propria emozione - Nobile Jalabar il Consiglio degli Anziani mi ha inviato presso di te per sapere se intendi accettare di ritirarti nei tuoi confini. In cambio, l’onorevole città di Shawrandal, ti renderà per sempre libero dal tributo di vassallaggio. Dimmi cosa debbo riferire agli Anziani. E poi, - aggiunse Yabel dopo un istante di riflessione – E poi devi sapere Nobile Principe che il Consiglio degli Anziani mi ha incaricato di riferirti che è stato ordinato al Gran Sacerdote di sospendere il rito di anatema. Se accetti le nostre proposte sarai riccamente ricompensato con oro e gemme preziose e per dimostrare la nostra buona fede ti saranno consegnati, in qualità di ostaggi, dodici giovani delle più nobili famiglie. -
Prima di rispondere, il Principe fissò lungamente suo figlio, facendo cadere nell’assemblea riunita, un imbarazzante silenzio. Poi con voce calma disse. - La città di Shawrandall ha inviato contro di me ben tre eserciti. Ed io li ho tutti sbaragliati. Da un nemico sconfitto non intendo ricevere null’altro che la resa senza condizioni. Puoi riferire agli Anziani, giovane Yabel, che se entro tre giorni vi dichiarerete sconfitti e accetterete di abbattere le vostre mura, sarò clemente con tutti i cittadini e rinuncerò a far bottino e schiavi. Dopo, riceverò la vostra sottomissione e per ventinove cicli di Kos sarete sottoposti al tributo della hammad che corrisponde alla decima di tutte le ricchezze della città. In quanto alla sospensione del rito di anatema – continuò il Principe con un sorriso sarcastico disegnato sul volto – me ne rido. Anzi chiedi ai tuoi Anziani dove fosse la Sacra Dea Naor quando sbaragliavo sul campo una dopo l’altra le vostre armate. Ed ora che sto per cogliere la vittoria finale in questa guerra dovrei farmi impressionare da qualche formuletta inventata da degli sfaccendati per far colpo sulle donnette e sugli ingenui? Si vede che nonostante tutto l’orgogliosa Shawrandall ancora sottovaluta il Principe Jalabar e che sarà necessario ricondurla alla ragione infliggendole una sconfitta dalla quale non si rialzerà più. Questo è detto e stabilito e che sia trascritto e tramandato per innumerevoli anni.