Natale
di Dante Fasciolo
Improvviso, c’è del nuovo nell’aria.
Un vortice che mette ai margini il disagio e la noia
di una società che trascina sempre oltre il limite;
e centra un’essenza:
Dio, l’onnipotente si fa carne di bambino;
un invito a conoscere e a capire, di nuovo, ancora una volta,
un nuovo inizio di vita,
un nuovo Natale.
Un rito che si rinnova dentro l’uomo,
che liberato dal turbinio quotidiano
sappia superare l’emozione e alimentare la sua speranza;
sappia offrire quell’ardore
che spinge a proteggere il valore della vita,
e sia capace infine di assecondare col cuore
la conversione della storia degli uomini
iniziata in una notte buia, triste, fredda.
Buia, come il volto feroce della strage degli innocenti,
triste, come la violenza che costringe alla fuga dalla propria terra,
fredda, come il rifiuto dell’accoglienza.
Più di 2000 anni segna il nuovo calendario da tutti accettato,
ma nulla sembra cambiato nelle modalità della vita terrena.
Più ricchi, più belli, più potenti;
più affari, più vanagloria, più armi:
gli ingredienti di pochi
avvezzi a piegare, a cacciare, a respingere i più.
Natale, squarcio di luce,
penetra la vertigine dei nostri pensieri lontani dal tuo Dio,
rigenera l’uomo perduto,
aiutaci a calcare le orme dei Magi in cammino
e carica i nostri zaini di amore, compassione e speranza
da donare al prossimo: lo sconosciuto Gesù-bambino,
che ci aspetta lungo la strada della redenzione.
Buon Natale.