Famiglia: società al bivio
Lo chiamano Amore
di Amanzio Possenti
C’è bisogno tanto di Amore, autentico e partecipato, nella libertà, verità e accoglienza del rapporto, non dei surrogati che, alterandolo, ne distruggono la veste genuina. Se mediaticità e consumismo tentano di stravolgerlo come Valore, permane la sua irrefrenabile bellezza di dono, di incontro, di condivisione interscambiabile, di abbraccio arricchente, ancor più se benedetto dal Signore.
Mentre certa cultura materializza la bellezza della ricerca misteriosa di due anime che imparano a condividersi in un bisogno di fedeltà, banalizzando la gioia del sentirsi compartecipi tra spirito e corpo, la realtà dell’amore coniugale - frutto di educazione personale - si fa tolleranza feconda fra rispetto gioioso e tenerezza coinvolgente. Vengono spazzati via, dall’unità del sentimento, le modalità aggressive: tensioni, scontri, lontananze, divisioni.
L’Amore vero è forte e genuino, richiede dedizione, è portatore di luce, di meraviglia, di dolcezza, di accettazione reciproca, di crescente maturazione, di scambio sincero; ha bisogno di essere sostenuto con perseveranza paziente e volontà umile.
Se lo si lascia vagare – soprattutto fra i giovani - nel luogo del disamore, della possessività assurda e priva di valori, di mete illusorie e negative, la fecondità e felicità dell’incontro libero, rispettoso, fiducioso, rischiano di trasformarsi in trasgressione ‘sostitutiva’. Con effetti deleteri, inaccettabili. A quel punto può diventare indifferenza, contrasto permanente. E’ la fine di ciò che fu un episodio e pretendeva di chiamarsi Amore.