#340 - 18 novembre 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

23 - Il Piccolo fiore sorridente

di Ruggero Scarponi

-La bella Manshay percuote Tratush che malato e abbandonato dai suoi uomini chiede l’elemosina.

Fu così che Amin condusse i suoi compagni sulla strada per raggiungere la casa paterna dove contava di trovare il vecchio padre Rudash con la madre Betelian e le giovani sorelle. Prima di giungere a destinazione, fecero sosta nei pressi del pozzo di yebbaq. Qui trovarono un mendicante vestito di stracci e con il volto celato da un velo. Amin e i suoi scesero dai cavalli per prendere un po’ di riposo e dissetarsi. Allora il mendicante si avvicinò alla Bella Manshay e senza svelarsi raccolse un lembo della sua veste e lo baciò. Poi con voce tremante implorò un’elemosina. Impietosita da quell’uomo così malconcio la Bella Manshay stava per consentire alla richiesta. Ma quando il povero alzò lo sguardo su di lei, scoprì il viso. Era il mercante bandito Tratush, macilento e coperto di piaghe, abbandonato dai suoi uomini che forse avevano temuto fosse vittima di un morbo contagioso. Di sicuro non mangiava da alcuni giorni a giudicare dallo stato in cui si trovava. Con orrore la Bella Manshay lo riconobbe ed ebbe un gesto di ripulsa e preso il suo scudiscio lo percosse violentemente per allontanarlo, temendone il contagio. Poi, piena di risentimento esclamò. - Allontanati da me, maledetto! Non voglio essere insozzata dalle tue lordure. Gli dei ti hanno reso il premio per la tua malvagità. - E additandolo agli altri compagni continuò dicendo. - Ecco il famoso bandito Tratush, il terrore dei viandanti del deserto che ha osato scacciarmi dal suo campo per mandarmi a morte sicura nel deserto, senza pietà, per l’amore che nutrivo per lui. Gonfio solo del suo orgoglio e della sua cupidigia. Ora, fedifrago, implori da me l’elemosina? Questa è la sola elemosina che meriti,- disse colpendolo con altri colpi vigorosi. Ma Kalina che aveva assistito alla scena piena di sconcerto intervenne presso la sua amica scongiurandola di avere pietà. - Sorella mia, amata Manshay, sii clemente con lui per amore della sacra Naor, la prediletta, la dea che esalta il perdono e castiga la vendetta, che sospira nel cuore dei miti e tace all’orgoglio dei superbi. Serba di lui il ricordo dei suoi amorosi gesti, della vita che egli rischiò per salvarti da malvagi predoni. Amica mia contieni il tuo animo nella pace e reca soccorso a colui che soffre. Se oggi sarai misericordiosa gli dei te ne renderanno merito. Il bene che avrai fatto sarà il tuo tesoro nel cielo. Sii amorevole con lui, accoglilo e dagli conforto. Non consentire al rancore di deformare i tratti del tuo spirito. Bella tra le belle sei alla vista degli uomini. Più bella ancora devi esserlo per gli dei nel tuo cuore. - Così disse Kalina mentre fattasi vicino al mercante bandito Tratush con amore gli recava una ciotola con dell’acqua per dissetarlo. Allora la Bella Manshay a quelle parole fu presa dal pentimento e prorompendo in pianto prese unguenti e bende e cominciò a curare il suo amato che sfinito dalla malattia e dai patimenti sembrava sul punto di morire. La Bella Manshay pregò Amin di lasciarla in quel luogo per aver modo di soccorrere Tratush. Li avrebbe seguiti al loro ritorno dalla casa di Rudash per andare tutti insieme nella città di Shawrandall. Amin acconsentì e non si avvide che Tratush che nel frattempo lo aveva riconosciuto aveva tratto da sotto la veste un pugnale.
Appena Amin si piegò su di lui per constatarne lo stato, quello, con le ultime forze che gli restavano gli sferrò il colpo mortale. Kalina che era riuscita a cogliere il movimento nascosto di Tratush si interpose tra i due per far scudo con il proprio corpo al fratello. Il colpo di pugnale la colse in pieno, appena sotto il seno, trapassandola da parte a parte. Kalina si accasciò emettendo un debole grido che le restò strozzato in gola mentre Amin faceva appena in tempo a sorreggerla per evitare che cadesse pesantemente a terra.
Il sangue prese a fuoriuscire dalla ferita inzuppando le vesti. Su di lei si precipitarono la bella Manshay e gli altri fratelli lanciando grida di dolore e disperazione. Mentre Tratush resosi conto di quanto aveva fatto rivolgeva il pugnale su di sé per trafiggersi il cuore con forza fino a stramazzare in un lago di sangue, presso il pozzo di yebbaq.

-La Dea Belt si manifesta ai mortali per recare soccorso a Shaliran

Amin allora prese la sua amata Kalina tra le braccia e la distese sopra una morbida pelle di agnello che subito divenne vermiglia. La Bella Manshay, con delle bende, tentava in tutti i modi di tamponare la ferita per arrestare il flusso del sangue che le arrossava le mani, il viso e la veste. Kalina divenne pallida, esangue. Poi il mondo intorno al pozzo di yebbaq fu stravolto da un incantamento del tempo. La dea Belt era discesa tra i mortali. Nei panni di una nobile signora si avanzò scortata da un seguito di dodici ancelle. Il suo volto splendeva e i suoi piedi sfioravano appena il terreno. Per Shaliran la sua prediletta la dea versò lacrime di fuoco. Sollevò la sua beniamina prendendola tra le braccia. Poi fece in modo di nasconderla dentro a una nuvola e insieme scomparvero oltre la volta del cielo. La dea Belt pose Shaliran ai piedi della sacra prediletta tra tutti gli dei Naor e con un gesto pieno di mestizia ne implorò la vita. Non aveva, infatti, la dea Belt potere sulla morte che tale potere era riservato solo alla sacra prediletta. In ginocchio, per la sua Shaliran, pregò la sacra madre contornata dalle dodicimila ancelle del suo seguito celeste. La dea Naor volle interpellare la morte per poi restare in assorta meditazione.
I fiori dei celesti giardini dedicati a Belt avevano piegato le corolle in sommesso cordoglio. Molti tempi celesti passarono e il cuore della dea Belt prese a sanguinare del sangue della sua prediletta. Poi d’un tratto quando le celesti dimore furono nuovamente investite dalla luce della stella degli infiniti orizzonti il profumato fiore di Ran posto sul tabernacolo della sacra madre improvvisamente si ridestò. Un sussulto scosse la dea Belt insieme alle sue ancelle disegnando sul venerato sembiante un sorriso.
Il volto della sacra Naor s’illuminò. Il sangue della ferita di Kalina si era arrestato miracolosamente. La sacra madre, benigna, aveva accolto la preghiera di sua figlia Belt, la dea dei fiori e delle fanciulle che, adesso, con infinito amore depose la sua prediletta su una nuvola di candidi boccoli di morbida neve presso i suoi parenti, vigili, in muta attesa, accanto al pozzo di yebbaq dove una volta Kalina aveva ricompensato con un ritroso sorriso il giovane Yabel che su di lei aveva osato alzare lo sguardo pieno di amore nel mentre che le recava aiuto, nell’attingere acqua.
Kalina riaprì gli occhi chiari e lucenti come l’acqua dei monti e un luminoso sorriso dissipò nei suoi amici e parenti l’angoscia che li aveva tenuti prigionieri fino a quel momento. Kalina si era svegliata come da un lungo sonno e non recava traccia della terribile ferita. La bella Manshay piangeva di felicità per la sua amica e di dolore per il suo amato Tratush. Amin fattosi vicino a Kalina ne baciava le ciocche dei capelli. Quemosh e Bashir sbalorditi per quegli eventi avevano piegato le ginocchia in devota preghiera verso gli dei magnifici. Ma Kalina volle consolare la sua amica stringendola forte a sé mentre con parole piene di dolcezza tentava di lenire la sua sofferenza. E Amin sentendosi responsabile di quella compagnia esortò tutti a riprendere il cammino che i tempi della guerra si facevano vicini e si sarebbe corso il rischio di non riuscire più a mettersi in salvo dentro le mura della città.
Mentre si compivano questi fatti straordinari la città di Shawrandall viveva momenti di grande smarrimento. Interi quartieri, adiacenti alle mura, erano stati abbattuti per rendere più agevoli le operazioni militari. Ovunque presidi di soldati impedivano il passaggio da una parte all’altra della città riservando le vie principali al transito delle truppe. Un’enorme turba di vagabondi formata da poveri senza casa, provenienti da vicine città o dalle campagne, si aggirava nei vicoli mendicando e razziando dove possibile. Dovunque regnava la confusione e non era possibile neanche riconoscere i luoghi una volta familiari. Incendi divampavano dalle case abbandonate e saccheggiate dai vagabondi e carcasse di animali sgozzati intrisi nel loro sangue giacevano abbandonati nelle strade coperti di mosche. I topi, attratti da tutto quel cibo sparso, cominciavano a invadere la città, entrando persino nelle dimore più ricche e più difese. E queste calamità non sarebbero state che le prime a colpire gli orgogliosi cittadini dell’onorevole città di Shawrandall che con la guerra ne avrebbero conosciute ben altre come sarebbe stato scritto e tramandato per innumerevoli anni.

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