#338 - 21 ottobre 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

“Comme si' bello/A cavallo a stu cammello/Cu 'o binocolo a tracolla/Cu 'o turbante e 'o narghilè/Gué, si' curiuso/Mentre scave stu pertuso/Scordatello, nun è cosa/Ccá, 'o ppetrolio, nun ce sta/Allah, Allah, Allah/Ma chi t’ha ffatto fa'”. E’ ancora possibile oggi come tanti anni fa intonare senza preoccupazioni di sorta il celebre motivetto di Renato Carosone (riconoscibile ad onta della traslitterazione maccheronica)? Se la risposta fosse negativa vorrebbe dire che in Italia esiste concretamente un problema islamico, checché ne dicano certi accorati vessilliferi dell’accoglienza .

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Ricordiamo che il cantante Massimo Ranieri, già alcuni anni fa in una delle edizioni del suo programma “Sogno o son desto”, preferì non correre rischi a pronunciare il nome di Allah invano e risolse reiterando la prima vocale, ma cavandone in compenso un gemito francamente bizzarro. Ma non vuole, questo, essere un preambolo cucito ad arte per poi impegolarsi nell’annosa questione del conflitto israeliano-palestinese (balzato alla cronaca in questi giorni in tutta la sua immane tragedia), ché non è affar nostro, né saremmo in grado di districarci nella ridda delle reciproche responsabilità. A meno che, emulando la gran parte degli opinionisti televisivi, non si voglia, in modo frettolosamente cinofallico, schierarsi con l’uno o l’altro dei due contendenti, “senza se e senza ma” come si usa oggigiorno pappagalleggiare. Che gli Zombie di Hamas (rubiamo l’epiteto al blog di Fiamma Nirenstein che più di altri ha colto l’assenza ontologica di umanità di quei bipedi scatenati) nulla abbiano a che vedere con quel raffinatissimo pensiero islamico che abbiamo apprezzato grazie ai libri di Nasr e di Corbin, ed alle lezioni illuminanti del grande islamista Alberto Ventura, è fuor di dubbio. Il punto è che la retorica dell’accoglienza, condita con il frusto mito dell’integrazione - si è dovuto ammettere, però, che recenti stragi sono state compiute da immigrati di seconda generazione - sbandierata in tutte le tribune televisive quasi sempre, purtroppo, dalla stessa numerosa fazione politica che sembra essersi ormai immedesimata nel ruolo dell’omerico cavallo di Troia, ha prodotto un’invasione di immigrati, in gran parte socialmente inutili, in prevalenza di fede islamica, i quali, se venissero ammassati nel caravanserraglio di un nuovo partito politico, ovviamente islamico – e fra non molto potrebbe accadere - sarebbero numericamente in grado di dar filo da torcere alla democrazia (che stoltamente non ha avuto la volontà né la capacità di arginarli), sbandierando idee e valori strampalati (dal nostro punto di vista, ma l’uomo purtroppo si abitua facilmente a tutto) che nulla hanno ha che fare con la grande civiltà Europea quale si è costruita faticosamente nel corso dei secoli, grazie alla ricca fioritura delle arti e delle lettere, ma anche grazie alle numerose, forse inevitabili, guerre, e tra queste, le tanto vituperate crociate.

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