Insopportabile colpo al cuore
Scarpe
di Dante Fasciolo
Difficile tracciare una storia delle scarpe,
per non sbagliare possiamo presumere
nascano quando l’uomo assume postura verticale.
Semplici cuscini di foglie legate al piede?
Stoffa, pelle, cuoio, forgiate a sandalo?
Ciabatte piatte, con tacco? Poco importa.
Da sempre è accessorio che accompagna
una funzione principale: il camminare.
Ma è anche particolare appendice:
per forma, stile, funzionalità; soprattutto
per la capacità di imprimere ammirazione,
autorevolezza, dignità, rispetto.
Le scarpe sprigionano simboli,
esprimono potere, identità, libertà;
indossandole un sottile sentire ci invade
siamo sulla terra, ma un po’ più sopra del suolo,
una condizione che domina, supera, nasconde
i dubbi, le incertezze, financo le paure.
In questi giorni inzuppati di immagini
capaci di mortificare la natura stessa
della violenza e dell’odio dell’uomo verso l’uomo,
ho visto bambini fuggire senza scarpe,
scalzi tra i ruderi delle loro case, scalzi…
piedi innocenti umiliati e senza speranza.
Nella Bibbia l’invito divino chiedeva a Mosè:
“Togli i sandali dai piedi, perchè il luogo
sul quale cammini è una terra santa”;
accettare questo invito è oggi negato ai bambini
e negato ai loro padri, alle madri, a quanti
vivono ancora disperatamente.
Senza scarpe viene a mancare l’ossequio
a quella “Terra Santa” ora terra della vergogna umana.