Una mostra nell'ambito delle celebrazioni di
Bergamo e Brescia : Capitali della Cultura
Un raffinato scultore di emozioni
Piero Brolis
di Amanzio Possenti
La memoria dello scultore Piero Brolis (Bergamo,1920-1978) torna per la seconda volta quest’anno alla ribalta di una grande mostra: dapprima a Seriate, nella esposizione presso Asav(Associazione seriatese arti visive) riassuntiva dell’opera dell’artista, ed ora - da sabato 30 settembre al 12 ottobre - con una proposta culturale inedita sotto il titolo Metafore animali nel Bestiario di Piero Brolis in Sala Manzù a Bergamo (Via Camozzi, passaggio Sora).
Questa mostra sul Bestiario - sostenuta con amore e impegno dalla famiglia Brolis - è promossa dal Circolo Artistico Bergamasco, dal Circolo Culturale G. Greppi e dall’associazione il Maestrale di Palazzolo sull’Oglio, nell’ambito del palinsesto di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023. Il catalogo (Grafica e Arte) reca il saggio critico di Fernando Noris.
E’ una riscoperta piena di curiosità storica e di originalità espressiva, nonché di inserimento in una realtà - quella animale - che ci è vicina anche se non frequentemente raccontata in arte; affrontandone da vicino il discorso, Brolis si era misurato con spirito di ricerca e passione investigativa, senza che queste sue opere - tra sculture e disegni – fossero a tutti note. Lo diventano oggi. Grazie a questi interventi ricchi di poesia e di gioia espressiva, si riscoprono la maestria e la sensibilità dell’Artista. L’ attenzione al mondo animale avvicinato e reso ‘umano’ grazie alla forza del segno e della materia riconducono all’empatia di Brolis davanti alle meraviglie del creato, all’inseguimento artistico del regno animale così prossimo all’uomo, per farne un amico fraterno.
Si può parlare di ’sfida’ culturale sia per i volumi plastici emergenti sia per le potenzialità gestuali del segno narrante : la tridimensionalità della materia nella scultura consente a Brolis, tra volumi e spazi, di ‘costruire’ forme di alta architettura anatomica.
Nelle sculture vibrano le plasticità care a Brolis, fatte di tensioni e di armonia che accompagnano la bellezza delle figure, vivacizzate da potenza espressiva e modulate nello stile di un’arte raffinata nella semplicità, secondo parametri propri dello scolpire di Brolis: la immediatezza della comunicazione visiva. Se la scultura è ritmo e dinamicità, la grafica si manifesta nel rincorrersi di segni accennati per quel tanto che richiede l’immagine, fra stile di sobrietà e gusto di immedesimazione in un disegno che è vita, quasi una via di pittura, certamente un esempio di penetrazione nel reale pur nello stile dell’immaginario inventivo. Che sono le caratteristiche dell’agire artistico di Brolis, privo di estetizzazioni, ma piuttosto immerso nello sguardo sull’animale, nella visione dell’uomo che guarda, si interroga e traduce le intuizioni. E’ un modo di fare arte che l’autore bergamasco ha riservato e valorizzato in tutte le dimensioni del suo mirabile itinerario fra arte sacra e profana, costantemente dedito alla ricerca - su figure e movenze - e alle individuazioni psicologiche dei personaggi, come nella splendida Via Crucis nella chiesa al cimitero di Bergamo (e dove compaiono animali).
Nella mostra, dove prendono vigore le metafore animali - un Bestiario multiforme e rivisitato con entusiasmo creativo, una sessantina di opere - si realizza un ulteriore cammino d’arte prezioso, che riconferma l’alta qualità ideativa del grande scultore bergamasco, uno dei maggiori del secolo scorso: protagonista del Bello anche in questa singolare esperienza sugli animali, vi aggiunge la proprietà del raccontare, talvolta con richiami mitologici, una ’storia’ nella quale il Bestiario ci è compagno di vita. Brolis la racconta con amore ed emozione.
Una grande e bellissima mostra questa che porta all’attenzione del pubblico opere inedite di scultura e grafica. Il graffio di perentoria bellezza e di alta sensibilità creativa accompagna ed esalta la qualità espressiva di un Artista di valore assoluto. Giustamente Fernando Noris, presentatore dell’evento artistico - ha sottolineato che Piero Brolis insieme a Manzù è da considerarsi uno dei due maggiori protagonisti della scultura bergamasca del Novecento.
Se ne ha una conferma diretta osservando da vicino le opere esposte, nelle quali lo stile arguto e acutamente penetrante di Brolis trasforma gli animali descritti o scolpiti in figurazioni d’arte tra movenze intensamente dinamiche e slanci spaziali, grazie ad una visione del Bestiario che è di amore alla natura per quello che essa è e dà allo sguardo umano e in particolare dell’artista Brolis. Il puma, il levriero, l’airone, il gallo, il toro alla carica,l a Walkiria, la ballerina a cavallo, per citare alcune sculture, o i cavalli, gli uccelli, il pollo per ricordare alcune grafiche, rappresentano l’io’ ideativo e narrativo di un Artista nella pienezza della manualità espressiva. Un cumulo di sensazioni tra meraviglia e poesia che l’Arte di Brolis traduce in immagini ricche di contemporaneità e di pathos, addirittura di umanità nella natura animale: un Bestiario del quale innamorarsi in un’estasi di bellezza che turba e affascina. Ammirate anche le foto dei Leoni di San Marco delle porte cittadine di Bergamo , opere (poco conosciute ma importanti) di Brolis.
Mentre il presidente del Cab,Cesare Morali ha descritto in apertura di mostra la maestrìa interpretativa di Brolis e Fernando Noris ne ha sottolineato l’ altezza estetica - a riconferma di un’esperienza di rara sensibilità dai 15 anni sino ai 58 della morte - il pubblico ha dimostrato di amare ed ammirare una gestualità artistica che tutti coinvolge. E difatti i visitatori sono molto numerosi.