Se è vero che sono gli uomini a caratterizzare i luoghi, a dare loro riconoscibilità,
a renderli affascinanti, è poi vero che sono i luoghi a restituire ricordi, affetti, nostalgie,
a pretendere un costante richiamo, una sottile ragnatela che avvolge i nostri desideri.
Mare di Sicilia
14 - San Vito lo Capo
di Angelo Zito
Tutta vestita di bianco, dai sandali al cappello a larghe tese. E a dispetto del nome che porta è donna. Così mi viene in sogno. Il suo lungo litorale ne segna la bellezza e anche la destinazione. Sfuggita negli anni 50 alla supremazia di Erice, nel cui territorio era compresa, ha cominciato a correre con le sue gambe tanto da allungarsi verso occidente ad arco di luna. Ed è bella per la sua forma, per essere fatta solo di mare, sale, sole e sabbia. È una fanciulla spensierata e felice e da lontano la saggia Erice non rinuncia a considerarla una figlia un po’ scavezzacollo e a rimpiangere di non averla ancora in casa. È il destino delle giovani che ambiscono alla loro indipendenza e che felici corrono verso il sole come una chimera. San Vito lo Capo si addormenta la sera cullata da un tramonto e non ha il desiderio di sognare, ha già sognato per tutto il giorno.
UN ARCO DI SABBIA
Finisterre
In un arco
che sembra non finire
si distende l’isola
a fermare la corsa del sole
che verso ponente
sta dileguando.
I punti cardinali si confondono
smarrisci il tempo
avvolto in un nonsocché
di aria mare sole.
Erice dall’alto
la testa tra le nuvole
ammonisce
e da equilibrio alle nostre fantasie terrene.