#334 - 8 luglio 2023
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 31 marzo, quando lascerà il posto al numero 362. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Pagine Preziose

Gesu' non era uno scemo

Di Giuseppe Morotti . Edizioni La Parola

Nuova pubblicazione per le Edizioni La parola, Gesù non erta uno scemo- la nonviolenza, una scelta inderogabile (citazione di una frase di don Tonino Bello).
L'autore traccia la storia del concetto di nonviolenza (volutamente scritto senza separazione, come suggerito da Aldo Capitini) dalle sue origini, rintracciabili nei testi sacri delle più grandi tradizioni religiose, fino a coloro che ne sono stati i principali teorizzatori e propagatori nei principali contesti socio-culturali di tutto il mondo. Da Gandhi a Capitini, da don Tonino Bello a don Lorenzo Milani e altri, vengono delineati i vari contributi che hanno alimentato l'idea della nonviolenza come unico, vero ed efficace approccio a una cultura della pace che sia autentica.
L'icona della Trinità di Andrej Rublev può essere la base, secondo l'autore, per ripensare un atteggiamento che si dimostri efficace dinanzi alle sfide che il mondo di oggi, segnato da una violenza sempre più dilagante, ci pone.

Gesu' non era uno scemo

"La cosa che più mi preme di condividere è come il cammino della nonviolenza suggeritomi dal Cristo Gesù, da Gandhi, da Capitini e dai tanti altri e altre che abbiamo ricordato, se da un lato mi risulta esigente, scomodante fino ad arrivare a perforare le mie ferree armature, io lo stia avvertendo sempre di più come il mio vero cammino, quel cammino che mi fa sentire realizzato come uomo oltre che come cristiano, quel cammino che corrisponde al mio impulso, al mio desiderio più profondo. Un qualcosa di bello, un qualcosa di autentico e di vero. Direi di vero, proprio perché lo vedo e lo sento bello, in sintonia con il poeta John Keats che affermava: Non posso avvertire qualcosa come veramente autentica e vera se non a partire dalla sua bellezza".

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