Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 17
di Ruggero Scarponi
-Quemosh figlio di Rudash scaccia il padre e la madre dalla loro casa
Allora Quemosh in preda alla disperazione per aver perso le pecore rubate da suo fratello minore Amin, si recò da Rudash che era a letto malato e così gli parlò – Padre, è giunto il momento che tu mi renda il dovuto. Ho atteso molto tempo dopo la vendita della tua figlia terzogenita Kalina ed ora pretendo ciò che mi spetta - Queste dure parole disse Quemosh all’anziano genitore il quale, essendo a letto, gravemente malato e sentendosi prossimo alla fine dei suoi giorni rispose – Prendi, prendi tutto ciò che è rimasto, sai bene che ora non possediamo più nulla - Betelian che assisteva l’anziano marito si scandalizzò alla richiesta del figlio e disse – Quemosh, come puoi parlare in questo modo a tuo padre! Non conosci più il rispetto e la dignità? L’egoismo ti acceca al punto di non renderti conto delle sue condizioni? E’ malato, costretto a letto, come pensi che possa darti ciò che chiedi? Invero, dovresti farti carico tu, che sei il primo tra i suoi figli, delle sue necessità e di quelle mie che sono tua madre. Vai in città e cerca chi possa darti di che sfamare la tua famiglia. Un buon figlio che è stato cresciuto dai suoi genitori così dovrebbe comportarsi, invece di venire con insolenti richieste. - Ma Quemosh rispose. - Se ora siamo caduti in disgrazia, la colpa è solo sua che non ha voluto fare un vantaggioso mercato della sua terzogenita. Noi figli gli avevamo presentato delle ricche proposte. Ma il suo egoismo di padre le ha rifiutate scegliendo al fine la peggiore, un gregge di pecore, quando avremmo potuto ricevere in pagamento molti denari. Ora se non mi si darà la mia parte prenderò l’unica cosa che abbia un valore. Questa casa! - Quemosh disse queste parole con grande impeto mentre Betelian, sua madre, nascondeva il volto coperto di lacrime. Betelian così parlò - Figlio, figlio che vuoi fare, scacciare i tuoi genitori dalla loro casa? È questo che vuoi? Ne moriremo, come faremo a mantenerci e a ripararci ora che tuo padre è anche malato, come puoi essere così insensibile e cattivo? - Ma Quemosh con un gesto della mano la fece perentoriamente tacere indicando in quel modo che intendeva procedere nel suo progetto. Avrebbe ricoverato i genitori in un capanno usato un tempo per gli attrezzi per il lavoro dei campi e poi avrebbe venduto la loro dimora per ricavarvi il necessario per potersi recare nella città di Shawrandall e vivere agiatamente per qualche tempo prima di trovare una nuova occupazione.
-Bashir convince Quemosh a giacere con le cortigiane
Quemosh vendette la dimora paterna e ne scacciò gli anziani genitori. Tenne per se due terzi del ricavato e il resto lo riservò per loro, le due sorelle e il fratello Bashir. Poi pensò di recarsi per qualche tempo nella città di Shawrandall. Aveva appena iniziato il cammino che portava alla città quando, sotto l’ombra di un grande albero al margine della strada, incontrò suo fratello Bashir. Bashir così gli parlò – Dunque, fratello mio, hai deciso di andare in cerca di fortuna nell’onorevole città di Shawrandall? - Questo è il mio proposito e poi prendere una buona moglie che mi dia molti figli. - Ma tu,- lo interrogò Bashir, - come pensi di renderti attraente alle giovani della città. Non sei che un semplice campagnolo con poco denaro. - Andrò a Shawrandall e con il denaro che posseggo mi farò cucire un abito che sia degno e così sembrerò un giovane di famiglia nobile e ricca. - Bashir sorrise a quella risposta e rispose - Fratello mio, il mondo è molto diverso da come lo vediamo dalla campagna. Le giovani donne di Shawrandall sono avvezze alla malizia e alle arti della seduzione. Subito capiranno che sei un ingenuo dal cuore semplice. Si burleranno di te e cercheranno di sottrarti il poco che possiedi - E allora cosa mi consigli, fratello, affinché sia ben accolto da queste giovani di città? - Per prima cosa ti faccio una domanda. Hai mai conosciuto la donna? – Sorpreso, Quemosh arrossì e balbettò senza riuscire a rispondere – Ecco, Quemosh, se vuoi ben comparire con cotali giovanette, devi dimostrarti uomo esperto di certe cose. Vieni con me, ti condurrò in una locanda, qui vicino, dove conosco delle giovani fanciulle ansiose di farti conoscere i loro segreti - pronunciate queste parole, Bashir, si alzò e condusse il fratello nel luogo di cui aveva parlato. Qui lo affidò, dietro lauto compenso, alle cure di una giovane che conosceva bene. Subito Quemosh si fece conquistare dai piaceri e insieme a suo fratello dimorò nella locanda gozzovigliando e godendo della lussuria delle cortigiane finché non spese l’ultimo denaro. Quando, ordinato un pasto, si accorse di non avere più di che pagarlo fu scacciato dalla locanda in malo modo. Così, allora, pieno di rancore si rivolse a suo fratello Bashir - Perché mi hai indotto a dissipare tutti i miei averi? Ora sono più povero di prima e non ho più nemmeno una casa dove ripararmi. Tu ti sei approfittato della mia inesperienza e hai banchettato con me sfruttando il mio denaro. Rendimi almeno la metà di quanto abbiamo consumato! Ma Bashir rispose - Anche io ho speso tutto quanto possedevo e anzi, vedendo la tua prodigalità, credevo che tu avessi conservato il necessario per recarti nella città. Adesso ci dovremo ridurre a mendicare per sopravvivere fintanto che qualcuno non ci prenda a lavorare per guadagnare di che sfamarci - Così Quemosh e Bashir dopo aver raggiunto la città di Shawrandall si sedettero ad un angolo di strada e si abbassarono a chiedere l’elemosina.
Ma visto che poche persone si mostravano pietose con essi, così Bashir parlò a suo fratello - Fratello mio, torniamo alla locanda e chiediamo all’ostessa di farci credito ancora per un giorno- Le diremo, infatti, che domani sarà sicuramente pagata, dal momento che qualcuno ci ha già offerto un lavoro. Sentite le loro ragioni così li accolse la padrona della locanda - Perché bravi giovani non vi fermate per più di un solo giorno? Se avete trovato un lavoro non vi sarà difficile pagarmi - Bashir e Quemosh nuovamente si lasciarono convincere a gozzovigliare con le cortigiane. Trascorsi cinque giorni, certi di non essere in grado di pagare la loro scelleratezza, nottetempo si calarono da una finestra per scappare senza onorare il debito. Ma l’ostessa che aveva compreso con chi aveva a che fare raccomandò ai servi di tenere gli occhi aperti. Infatti, quando Quemosh e Bashir si furono calati dalla finestra subito furono circondati dai servi che in breve li presero, li legarono e li condussero dalla padrona. - Dunque pensavate di prendervi gioco di me e dopo che vi avevo fatto credito volevate andarvene senza pagarmi. Ora io vi dico, pagatemi subito il dovuto oppure secondo la legge pagherete dieci volte il vostro debito come miei servi - Quindi dette ordine di impartire loro una buona bastonatura in segno di ammonimento e di assegnarli alla cura delle stalle fino all’estinzione del debito.