#332 - 10 giugno 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente -15

di Ruggero Scarponi

-Come Kalina venne a conoscenza del patto concluso dalla bella Manshay con Amin

La bella Manshay aveva approfittato dell’assenza di Kalina impegnata in lavori con altre ancelle per trattare con Amin. Al suo ritorno la circondò di ogni amorevole attenzione per prepararla alla notizia che stava per darle. Infatti, la bella Manshay, quando giunse la sera la chiamò a sé e le parlò non senza versare lacrime di commozione. - O mia Shaliran tu penserai certamente male di me. Ma non devi. Oggi ho compiuto un gesto che per me è molto doloroso, più di quanto un cuore possa esprimere con le parole. Devi sapere, infatti, che qui vicino, nei pressi della tenda, ti attende tuo fratello Amin. Egli ti condurrà via da questo campo e dal nostro signore Tratush che insidia la tua purezza. Io, però, serberò di te il più tenero ricordo. Per propiziare il favore del nostro signore, tuo fratello mi ha ceduto un anello con una splendida gemma. Domani farò in modo che gli sia consegnata in pegno del mio amore e mi auguro che ciò possa spegnere in lui la passione che ha preso a nutrire per te. O mia diletta vogliano gli dei che un giorno possiamo di nuovo ritrovarci nelle nostre case e con i nostri affetti e che tutto quanto è avvenuto dopo quel giorno allo stagno di Kelor non sia che un brutto sogno. Vai, ora e che la dea Belt ti protegga. - Shaliran a quelle parole pianse commossa. Comprese quanto doloroso fosse il gesto compiuto dalla sua padrona e che non era possibile tornare indietro. L’accordo con Amin suo fratello era stato siglato e non restava che eseguirne la volontà. Dopo un ultimo abbraccio la bella Manshay volle donarle alcuni gioielli e delle provviste, poi, uscì dalla tenda, dove l’aspettava Amin. Percorsa una strada che conduceva fuori dall’accampamento presero una pista conosciuta da suo fratello e si diressero alla città di Ugurud al centro del deserto di Kor.

-Tratush viene a sapere che Kalina ha lasciato il campo

Attese ancora un giorno la bella Manshay prima di inviare l’anello al suo signore. Cercava in questo modo di favorire Amin e Kalina consentendo loro di allontanarsi il più possibile dal campo in modo da sfuggire alla probabile vendetta del mercante bandito. Quando infatti la bella Manshay fece recapitare il gioiello a Tratush questi pensò che la donna, con quel gesto, desiderasse rinsaldare il suo amore. Poi, però, ebbe sentore di un qualche raggiro e allora chiese di vedere Kalina. In breve scoprì quanto era avvenuto e pieno di collera fece chiamare la bella Mnashay. Così le parlò. - Donna, stupida e vanitosa, hai osato prenderti gioco del tuo signore. Ma non sai che allontanando Kalina da me l’hai messa in un pericolo ben più grave? Se io avessi nutrito nei suoi confronti il solo desiderio di possesso facilmente avrei potuto soddisfare le mie brame. Ma io amo quella fanciulla e desidero il suo amore. Non hai capito dunque che amandola di un amore sincero, mai avrei potuto costringerla con la forza ai miei desideri. Cosa ti ho fatto per farmi giudicare infido e crudele? Dimentichi forse che ti ho salvato dai tuoi aguzzini mettendo a repentaglio la mia vita? Dimentichi che ti ho reso la signora di questo campo? E ancora dimentichi che ti avevo donato Kalina come pegno d’amore? Ora tu l’hai allontanata. Mi giudichi dunque tanto gretto e venale da preferire un anello a quella gemma di raro splendore? Ebbene sì, io sono preso d’amore per Kalina, è vero e la desidero grandemente, ma non come tu puoi pensare. Adesso il mio cuore è colmo d’angoscia per il pericolo in cui potrebbe trovarsi. Se anche tu nutri per quella fanciulla un sentimento di amore sincero ti scongiuro dimmi dove è stata condotta e io la raggiungerò volando come un’aquila nel deserto. Non dirmi chi l’ha portata via, questo mi è facile da scoprire perché ben conosco il malvagio che può avermi fatto un simile affronto. - A quelle parole la Bella Manshay fu presa da un grande sconforto e si gettò ai piedi del suo signore. – Pietà, pietà di me. Come sono stata stupida e ingrata! Come presto ho dimenticato il tuo amore e i tuoi favori. La mia vanità e la mia gelosia mi hanno completamente accecata. Come posso riparare al torto che ho fatto a te e a Kalina? Tu vuoi sapere dove è stata condotta? Sappi che Amin, si è diretto alla città di Ugurud e che oramai ha almeno due giorni di vantaggio su di te, mio signore. Oh! se dovesse accadere qualche cosa alla mia diletta io ne morirò. Ti prego corri da lei e salvala e poi fai di me quello che vuoi. - Ora, disse Tratush, correrò subito dove tu mi hai indicato e quando sarò di ritorno, ti renderò nota la tua sorte. Per il momento ritirati nella tua tenda e attendi i miei comandi. - Con queste parole Tratush concluse il suo discorso mentre si apprestava alla volta della città di Ugurud nel deserto di Kor.

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