Ancora una riflessione sull'arte di Ugo Riva
Chiesa della Grotta a Romano Lombardo
Arte e Sacro
Divampano le luci delle meraviglie
di Amanzio Possenti
Quando l’arte affronta con amore e dedizione il sacro, si accendono le luci delle meraviglie e si rigenerano quelle della fede: è la prima constatazione rasserenante, pur nella inquietudine delle emozioni, che emerge di fronte alle opere - di bellezza maiuscola e di rara verità umana – dello scultore Ugo Riva esposte, non in mostra (sino al 30 luglio) bensì in spirito di riflessione e di coinvolgimento dell’anima, nella chiesa della Grotta (svuotata nella sua tradizionalità sacra) a Romano di Lombardia (iniziativa di Macs con mons.Tarcisio Tironi, di Fondazione Creberg con il presidente Angelo Piazzoli e lo stesso Ugo Riva, protagonista).
Un esempio di comunicazione immediata di arte sacra che si immedesima e suscita domande,chiede risposte ed indica il valore del contatto con il divino: il cuore si apre e quasi si svuota davanti alle tensioni scultoree che non sono più soltanto materia bensì limpida testimonianza d’arte.
Il grido di Gesù sulla Croce al Padre ‘Perché mi hai abbandonato?’ risuona forte nelle opere di Riva prive di clericalismo, sofferte e urlate dagli uomini ’in Croce’, in una intensa partecipazione verso il bisogno di Infinito che proviene dagli inanellamenti, dalle torsioni, dalle immaginazioni creative di sculture che investono e sovvertono la coscienza.
Le opere di Riva generano sofferenza ricca di speranza non solo nell’autore, anche nel fruitore, che ne annota due aspetti: la semplicità del dire espressivo (linguaggio, coerenza, immagine, emozione, sensibilità, equilibrio) e la complessità della struttura scenica (rigore, severità, luce, groviglio di sensazioni, composizione ardita). Le due componenti apparentemente contrastanti si fondono in unità (e forza dinamica) di stile e di narrazione. Ne deriva una poesia di sostanza e di linee che richiama la Bellezza, tra forma e contenuto. Nonché una spiritualità interiore basata sulla ricerca delle origini dell’atto (sofferto ma autentico) di fede.