L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2023 - Edizioni Conoscenza
verrà presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale
Amarilli Etrusca
Danzatrice e poetessa all'epoca dell'Arcadia
“Croceo il crine e croceo il volto
E son fatta un molle fiore!
Serbo ancor l’antico ardore
Né il vital tutto m’è tolto
Croceo il crine e croceo il volto.”
Danzatrice e poetessa, Teresa Bandettini (Lucca 1763-1837) è più nota con il nome arcadico di Amarilli Etrusca che usò per pseudonimo. Come usavano poeti e poetesse al tempo e come del resto fecero le sue coeve Lesbia Cidonia (al secolo Paolina Secco Suardo Grismondi) e Corilla Olimpica (al secolo Maria Maddalena Morelli), tra le altre. E come loro entrò a far parte dell’Accademia dell’Arcadia. Autodidatta, ballerina per bisogno, poetessa per scelta, non citata nelle antologie ma apprezzata da Vittorio Alfieri, Ippolito Pindemonte e Vincenzo Monti che le dedicò un’ode. Fu una poetessa molto prolifica anche di versi improvvisati ed estemporanei: sarà questa sua capacità a darle fama e a moltiplicare il successo delle sue esibizioni. Poesie estemporanee, sonetti, un poema in ottave. Niente male per una donna che da adolescente si istruiva nelle pause degli spettacoli in cui danzava e scriveva i suoi versi di notte. Abbandonò la danza nel 1789 dopo il matrimonio con Pietro Landucci che la incoraggiò a dedicarsi alla poesia. Secondo il gusto e lo stile del tempo molti dei suoi versi hanno argomenti di ispirazione mitologica, spesso a rime alternate in terzine e quartine, altre volte in stile saffico. Ebbe una vita molto intensa, fatta di viaggi e soste in importanti corti italiane e a Vienna, ma anche piena di dolori, la morte delle figlie, e funestata da difficoltà economiche.
L'Addio
(quartine in settenari)
Stralci, il testo è formato da ben 41 quartine
Cinta di fronda delfica
La cetra mia oscillai:
in pria Medea cantai
pieno di sdegno il cor,
che volge il suo sembiante
fremente e in un cruccioso,
cantai l'infido sposo
che in pianto si restò.
[…]
Al buon cantor di Laura
che avea sensibil core,
prestagli l'ale Amore
a rinvenire il bel.
Cantai l'incontro lieto
Della diletta Laura
e Amor che i cor ristaura
vi fece sospirar.
[…]
Mi udiste al Re dei secoli
piegare a piedi il Sole,
e la terrestre mole
laudare il suo Fattor.
A più difficili canto
Io volgo l'argomento:
pur troppo mi rammento
che debbo alfin partir.
[…]
Sull'ali del pensiero,
su' vanni del desio
al dolce suol natio
spesso ritornerò.
Sì, a voi verrà sovente
sollecito il pensiero
se il fato ognor severo
lungi mi riterrà.
[…]
Seguitemi voi pure
siccome vi segu'io:
a dolce suol natio
sovente tornerò.
Volgiate pur dovunque
volgiate le pupille,
l'imago di Amarille
sempre s'incontrerà.
[…]
Questo conforto all'anima
pur di sollievo io sento:
men grave in tal momento
il mio partir si fa.
Prendi, tu dunque prendi
questo fatal addio:
sull'ali del desio sovente tornerò.
Se non mi inganna speme
anco fia presto il giorno
del lieto mio ritorno
che mi conforta il cor.
(Antologia della poesia italiana, vol. II,
Einaudi-Gallimard, 1998)