Due grandi Feste Nazionali
Un naturale pensiero d'insieme
Primo Maggio
di Amanzio Possenti
Appena passato il XXV Aprile – festa della Liberazione – ecco l’1° Maggio, ricorrenza civile dall’ampio spettro democratico: in ambedue i casi gli eventi richiamano valori alti, rilancio della democrazia repubblicana e coinvolgimento popolare tra scelta e bisogno di lavoro. Nel primo caso ci si riconosce Paese che ha recuperato il bene supremo della libertà, nel secondo prevale l’attenzione ad un fondamento costituzionale, il lavoro sul quale la Repubblica organizza la sua vita sociale.
Il lavoro è asse portante per tutti, anche se purtroppo, per malaugurate situazioni, non è onnipresente come si desidera: sia per la disoccupazione che, pur in lieve e costante calo nella statistica (soprattutto dopo la tragedia del covid) stenta a raggiungere una quota sostenibile oscillando su livelli non soddisfacenti, sia per presenza insufficiente di occupabilità, anche se certe attività(la ristorazione e i lavori di rarccolta nelle campagne, ad esempio) richiedono lavoratori...che non ci sono. E’ sorprendente che per non pochi posti di lavoro ci si debba affidare a maestranze straniere - che pure ne hanno bisogno - visti la scarsa propensione dei connazionali e i vuoti di occupazione.
Sono temi sui quali si discute molto ma senza uscirne, con i sindacati che chiedono precise politiche attive e indicano altri aspetti: il bisogno di un adeguato cuneo fiscale per i lavoratori e i datori di lavoro, la necessità di sveltire e agevolare le possibili assunzioni riducendo il cumulo della burocrazia, l’urgenza di assicurare un concreto schema di formazione, lo sguardo alla scuola professionale e tecnica che coinvolga l’interesse delle aziende, la richiesta, attraverso la contrattazione di primo e secondo livello, di rialzare i (troppo) bassi salari-stipendi italiani.
Non ultimo, anzi prioritario, il problema della sicurezza di fronte al crescere esponenziale delle disgrazie mortali o infortunistiche che si ripetono in un tragico succedersi di epiloghi infausti, tra mancata osservanza delle norme di prevenzione (mentre le leggi prevedono certezze di sicurezza) e il sorgere di precise responsabilità.
La festa dell’1 Maggio chiede di arricchire la disponibilità di lavoro, valorizzando l’impegno delle imprese in una con l’azione governativa e sindacale, verso uno sbocco di soluzioni concordate. Soprattutto pone in primo piano la dignità del lavoro e del lavoratore. Francesco se ne fa incessante e intrepido portatore e sostenitore, nel doveroso richiamo a San Giuseppe Lavoratore, esempio di autenticità, di costanza, di dedizione e di fede. Ecco il valore cristiano del lavoro per l’uomo.