Roma - Galleria La Pigna
Russo - Reali
E' di scena la bellezza
di Luigi Capano
Alla centralissima La Pigna, placidamente annidata nel secentesco Palazzo Maffei Marescotti, un tempo sede del Vicariato di Roma e tuttora proprietà del Vaticano, la sensualità e l’eros sono scena in questi giorni.
Si è appena inaugurata, infatti, una doppia personale – a cura di Alfio Borghese - che mette con temerità a confronto due artisti la cui incolmabile distanza generazionale è appena mitigata da una percepibile affinità di ispirazione.
Parliamo di Mario Russo (Napoli, 1925 – Roma, 2000) raffinato e fecondo ritrattista, soprattutto attento alla bellezza ed al fascino muliebre, a cui ha dedicato una parte cospicua della sua produzione pittorica; e della giovanissima Patricia Reali, il cui stile, con un pizzico di azzardo, viene accostato al desueto genere iperrealista, dal quale lo distanzia, però, l’assenza di quell’algidità oggettuale peculiare dell’illusionistico movimento statunitense.
Lungo le nivee pareti della galleria sfilano, come in una fantasmatica, eccentrica passerella, le donne di Mario Russo: alcune sensualmente ammiccanti, altre pensose e assorte, altre ancora distratte e indifferenti. Di esse, qualcuna è decisamente riconoscibile, come la figlia Adriana o l’etoile della danza classica Carla Fracci o l’esuberante Marina Ripa di Meana; ma la maggior parte rimangono, al riguardante, incognite, confinate nel proprio creaturale mistero, come impenetrabili e attrattivi simulacri di nostalgia.
Oscillando tra il postmoderno e il pop, l’altra pittrice in mostra, Patricia Reali, decisamente sintonizzata sul registro erotico, accarezza con prodigalità il nervo ottico dello spettatore indugiando con insistenza sui volumi e sulle cromìe delle figure tutte ben delineate, giocando di buon grado con la collaudata Gestalt figura-sfondo e tentando, di tanto in tanto, di sollecitare la sempre coinvolgente risonanza sinestesica.