FAI
di Dante Fasciolo
E’ un bene che di tanto in tanto
qualcuno si occupi delle bellezze
di cui il nostro paese abbonda.
Ad esempio il Fai, Fondo Ambiente Italiano,
con le sue giornate aperte alle visite
di luoghi emblematici.
E’ così che si possono ammirare come mai
Castelli, Palazzi, Ville, Giardini, Monumenti
e particolarissimi e preziosi siti
architettonici e archeologici
testimoni dell’ingegno italiano
e della lungimiranza che li ha protetti.
Cosa succederebbe se un giorno
il visitatore ammaliato dalla visione
di una delle “bellezze” descritte
roteasse lo sguardo per rendersi conto
in che contesto paesaggistico le posero
coloro che innalzarono mura e pensiero,
e si accorgessero che tutt’intorno
colline, declivi, boschi, alberi, praterie,
un tempo “spazio” vitale, “respiro infinito”,
fosse ora ricoperto da decine e decine
di intruse pale eoliche alte 100 metri e più,
capaci di mortificare l’aspetto che fu
ispiratrice e levatrice della bellezza?!
Ebbene quel giorno è venuto,
con grande soddisfazione di coloro
che scambiano il bene con il profitto
e usano senza regola la loro forza politica
per imporre violenza al paesaggio culla di cultura
e agli uomini che lo difendono e preservano.
Che amara sorpresa vedere che anche il Fai
ha ceduto al canto delle sgraziate sirene…
Aderendo al seducente collettivo, chiuderà
in una gabbia di ferro le bellezze infinite,
per aprire ai reclamizzati vergognosi
tour turistici ai Parchi Eolici.