L’orrore dello schianto
la speranza distrutta
Tragedia del barcone
di Amanzio Possenti
La tragedia del barcone di migranti schiantatosi contro gli scogli vicino Crotone - 68 morti, numero imprecisato di dispersi, settantina di persone in salvo - esorta a riflettere sul piano umano, fuori da strumentalizzazioni e da opinioni contrastanti sui soccorsi, nel pieno rispetto delle indagini della magistratura su responsabilità e circostanze.
Mentre le coscienze sono profondamente scosse e la solidarietà dei soccorritori manifesta sentimenti di orrore verso così grande sciagura e di vicinanza a vittime e sopravvissuti, gli animi sconvolti cercano di ‘interpretare’ i sentimenti vissuti dai protagonisti del terribile episodio, collegandosi ad aspettative e speranze stroncate tragicamente.
Pare di rivedere – nella commozione partecipe degli italiani - i volti fiduciosi di quei migranti, di sentirne l’anelito di vita dopo le angosce sofferte abbandonando il Paese di nascita e superando enormi disagi in un tormentassimo viaggio della speranza attraverso confini di più Paesi sconosciuti, di ascoltarne la voce supplicante a Dio o ad Allah e di confidare, pur di fronte alla scelleratezza disumana di ignobili scafisti, nell’uscita da uno stato di difficoltà estrema per fare ingresso, speranzosi, in una istanza di vita umanamente accettabile.
....Poi lo schianto, il naufragio, l’agghiacciante caduta in mare, il terrore delle onde, le urla di aiuto, la sopravvivenza di alcuni e l’annegamento di altri, con la terraferma vicina ma non raggiungibile da tutti. E la morte che cancella ogni futuro, fuorchè la misericordia divina.