#325 - 4 marzo 2023
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 8

di Ruggero Scarponi

-Kalina, con un inganno, viene condotta nella città di Shawrandall per essere venduta

Dopo che i giudici dell’onorevole città di Shawrandall si furono espressi, Quemosh pretese che si procedesse alla vendita di Kalina. Con il cuore gonfio l’anziano genitore chiamò a sé la giovane e le parlò. - Kalina, figlia mia, domani ci recheremo insieme nella città di Shawrandall. Prepara fiori, unguenti e frutti profumati per gli omaggi da recare al tempio Karashan. Con te condurrai la gatta di Naor affinché imprima nei suoi occhi l’immagine della Prediletta che si trova nella cella del tempio.- Così disse Rudash a sua figlia Kalina che l’ascoltò piena di riconoscenza per essere stata scelta ad assolvere al servizio divino.

Il mattino seguente, come voleva la tradizione, Kalina fu svegliata dalla madre Betelian che la vestì con la veste color del cielo e le adornò il collo con la pietra che brillava della luce del sole. Vennero poi le sorelle che le presentarono la ciotola con l’acqua profumata per le abluzioni mattutine e la focaccia con i datteri. E prima di salire sul mulo, al momento della partenza, l’anziana schiava Ikut le prese le mani e gliele baciò bagnandole di lacrime.
Poi giunse anche Quemosh che l’abbracciò e la baciò sulle guance e con le mani giunte le augurò un buon cammino. Venne anche il fratello Bashir cui Rudash aveva consentito di portarle un saluto ma senza ardire di guardarla in volto.
Kalina non vide Amin e con lo sguardo interrogò sua madre Betelian, ma questa le fece segno di tacere e lei se ne rattristò. Poi Rudash le disse che era il momento di andare e insieme s’incamminarono per Shawrandall.
Il vecchio patriarca era amareggiato per non essere riuscito a preservare la figlia più amata da un triste destino.
Anche sua moglie Betelian lo aveva aspramente rimproverato la sera prima dicendo – Rudash! tu che da giovane hai combattuto cento battaglie e hai imposto la tua forza ai nemici, tu che hai difeso i tuoi armenti contro sciacalli e predoni nelle gole di Ugurath, non riesci a difendere la più indifesa creatura della tua casa. Vergogna su di te uomo vecchio e pavido che non sa imporsi a un figlio duro e avido. Lasci che Kalina la più meritevole delle tue figlie per virtù e per le belle forme con le quali gli dei hanno voluto compiacerla, sia venduta al mercato come un animale cresciuto nella stalla. Come oserai guardarla in volto quando sarà mostrata alla pubblica cupidigia e la sua carne e il suo spirito saranno valutati in denari e come oserai raccogliere i denari che la compreranno? O Rudash, come vorrei che gli dei non ci avessero mai onorato con quel fiore sorridente. O Rudash come puoi permettere a tuo figlio Quemosh di privarci di un simile tesoro. Dagli piuttosto tutti i tuoi beni, il campo e anche la casa. -
Dopo Questo colloquio Rudash aveva chiamato a sé Quemosh e l’aveva scongiurato di prendersi tutto quanto possedeva pur di lasciargli Kalina. Ma Quemosh, convinto dai suoi amici, aveva preteso che si onorasse il verdetto dei giudici di Shawrandall certo di ottenere un ricco guadagno.

-Quemosh trascina Kalina sul palco per mostrarla ai compratori

Rudash e Kalina giunsero a Shawrandall presso la porta di Ghedir quando il sole era al suo culmine. Subito presero il bel viale che conduceva al tempio Karashan. Era questa una via percorsa dai pellegrini e che destava stupore, nei forestieri, per la bellezza dei monumenti che la fiancheggiavano. Vi si poteva accedere solo a piedi così che carri e animali dovevano essere lasciati fuori, in spazi predisposti a ridosso della porta. Quando giunsero al tempio, Kalina consegnò la sacra gatta a un sacerdote che se ne prese cura. Poi cosparse il terreno con petali di fiori di Ran e subito dopo, insieme a Rudash, si inginocchiò.
Dopo essere rimasti alcuni momenti in meditazione si risollevarono e Rudash la baciò sulla fronte e la invitò a entrare nel vestibolo del tempio dove, secondo l’usanza, avrebbe offerto sull’altare i frutti profumati.
Come ebbe tutto compiuto, Kalina si raccolse in preghiera per ringraziare la dea Naor per sé e per la sua famiglia.
Poi, dopo aver onorato la dea con le dodici genuflessioni rituali, uscì dal tempio. Qui l’accolse Rudash che la strinse forte tra le braccia nascondendo il viso bagnato dalle lacrime. Intanto si fece avanti un sacerdote per consegnarle la sacra gatta che avendo goduto della vista della dea sarebbe stata il tempio vivente della casa per un intero ciclo di Kos.
Terminato il servizio al tempio, padre e figlia si incamminarono verso la piazza di Shawrandall. Kalina, ignara, andava incontro al suo triste destino. L’accolse, infatti, Quemosh prima di giungere alla piazza e con modi ruvidi, aiutato da alcuni amici la sottrasse all’anziano genitore. Kalina vedendo che il fratello maggiore le serrava i polsi con dei legacci si rivolse implorante al padre per comprendere cosa stesse avvenendo. - Padre mio, in cosa ho mancato per meritare tutto questo? Se in qualche cosa ho mancato l’accetterò di buon grado. Ma per amore della sacra Naor, parlatemi e non lasciatemi nell’angoscia. - Non rispose Rudash e non rispose Quemosh e Kalina pianse per il dolore e l’umiliazione. Poi fu trascinata sulla piazza. Cadde più volte e senza riguardi suo fratello Quemosh la spingeva finché Rudash non gli si gettò ai piedi, implorando pietà. Ma Quemosh con fare sprezzante lo allontanò mentre Kalina era ormai giunta dinanzi al palco per la vendita degli schiavi. Alla vista del luogo fu sopraffatta dall’orrore. Non poteva credere che i suoi amati parenti avessero potuto concepire un simile delitto.
Allora si accasciò a terra e disperata divenne muta. Quemosh, però, con ogni mezzo voleva farla salire sul palco e per questo la tirava per i legacci che segnandole le carni le arrecavano dolore. Ma Kalina era come morta e le corde le incidevano le carni fino a farne scaturire sangue vermiglio. Allora la dea Belt ne ebbe pietà e con dita di purissima aria allentò gli infami vincoli si che Kalina non avesse a soffrire nel corpo. Ma Quemosh, in preda al cieco furore, trascinò Kalina sul palco e dopo averle strappato dal collo il gioiello che riluceva della luce del sole, subito cominciò a denudarla per meglio attirare le offerte dei compratori. Ma anche stavolta la dea Belt ne ebbe pietà facendo scendere tutt’intorno una nebbia fittissima in modo da nascondere le belle grazie della sua Shaliran dagli sguardi pieni di cupidigia dei compratori. Sgomento Quemosh, visto che la dea Belt si era manifestata, fu preso da grande timore e lasciato il palco se ne fuggì via.
L’anziano Rudash alla vista di quei misteriosi eventi si inginocchiò, rese grazie agli dei e con il suo mantello ricoprì le nude membra della sua figlia terzogenita. Quemosh intanto si era recato dai giudici riferendo che il padre impediva la vendita della sorella come stabilito e pertanto che fossero le autorità stesse a procedere nel negozio.

Passava di lì un mercante di pecore e sentendo parlare della giovane che doveva essere venduta e dei prodigi di quel giorno, ne ebbe pietà. Egli era cieco ed era di buon cuore. Chiese ai suoi aiutanti di fare un’offerta per l’acquisto della ragazza. Egli offriva un intero gregge di oltre cento pecore. Avrebbe comprato Kalina per sottrarla alla crudeltà del suo fratello aguzzino. Rudash comprese le ragioni del mercante e accettò l’offerta mentre Quemosh in un angolo ingoiava amaro fiele per non aver potuto vendere la sorella in cambio di denari.
Questi tristi fatti si compirono nel terzo giorno del mese di Barur nell’onorevole città di Shawrandall.

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