#324 - 18 febbraio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 7

di Ruggero Scarponi

Tratush conduce Yabel nell’antica città di Ugurud per venderlo come schiavo.

Il giorno seguente Tratush ordinò di mettersi in viaggio per l’antichissima città di Ugurud al centro del deserto di Kor. Amin allora si presentò al mercante bandito e disse - Nobile Tratush perché non prendiamo il cammino per Shawrandall? In quella città risiedono molti ricchi mercanti che potranno acquistare il tuo schiavo a caro prezzo. - O Amin, mi reputi dunque tanto ingenuo? Se mi recassi a Shawrandall per vendere uno schiavo che tu stesso affermi essere un principe, pensi forse che ne uscirei indenne? Sei molto furbo Amin a trarmi in simili inganni e io me ne rallegro perché la tua astuzia saprò usarla al momento opportuno. Ora torna ad occuparti degli gli animali e bada che acqua e foraggio non gli manchino che da essi dipende la nostra sopravvivenza in queste terre desolate.- Così rispose Tratush. Per due settimane camminarono nel deserto di Kor. Attraversarono montagne di nuda roccia, pietraie incandescenti e sabbie roventi. Ma Tratush conosceva i segreti di quei luoghi inospitali e mai furono a corto di acqua, attingendola da pozzi nascosti in remoti recessi noti soltanto a pochi predoni e carovanieri. Al tramonto del quindicesimo giorno giunsero alle porte della città di Ugurud. Tutti si inginocchiarono per ringraziare gli dei e soprattutto Naor la dea pietosa che indica il cammino ai viandanti. L’indomani mattina Tratush, entrò nella città per trattare con le autorità la vendita del giovane Yabel. Costui così parlò ad Amin.- O Amin quando mi legasti mani e piedi, io dormivo. Se mi avessi svegliato te lo avrei lasciato fare ugualmente sapendo che volevi salvare la tua vita. Tu invece mi hai preso a tradimento e questo mi addolora, soprattutto per te, che sei fratello della mia amata Kalina. -Taci Yabel,- rispose Amin - a che giova parlare? Le regole del mondo sono crudeli. Noi due ne siamo consapevoli e non ne sono io responsabile. Ma ora guardati, sei legato mani e piedi e stai per essere venduto come un animale. Non puoi essere tanto ingenuo. A cosa serviranno la tua nobiltà d’animo e il tuo amore per Kalina? Pensi forse che il tuo acquirente ne sarà intenerito? Chiunque sarà, costui, ti imporrà il giogo e ti consumerà di fatica. E allora sarò proprio curioso di vedere se avrai ancora voglia di cantare la canzone di Miraji o se piuttosto non implorerai il tuo padrone di risparmiarti la frusta e di concederti un po’ del cibo destinato ai cani. Io qui sono stato chiamato “Amin il traditore” e nessuno spezza il pane con me. Ma il pane e il vino non mi mancano e stasera mi allieterò lungamente con le cortigiane. Vedi bene Yabel la differenza dei nostri due destini.- Così disse Amin mentre parlava a Yabel con il volto nascosto nel cappuccio del mantello per non incrociare il suo sguardo.

Come Yabel fu venduto sulla piazza della città di Ugurud

Nel primo giorno del mese di Barur Yabel fu condotto sulla piazza di Ugurud per essere venduto. Tratush ordinò ad Amin di occuparsi egli stesso della vendita acciocché il traditore compisse fino in fondo il suo misfatto. Egli, dunque, salito sul palco dove erano esposti gli schiavi, cantò le qualità di Yabel per indurre i compratori. Per la verità la finezza del giovane appariva già al primo sguardo e molti acquirenti, molte giovani donne e alcune mogli di facoltosi mercanti si erano avvicinati per ammirare quel giovane di nobile aspetto e di non comune bellezza. Come era costume Amin aveva dovuto preparare lo schiavo. Lo aveva nutrito con latte, burro e focaccia dolce perché riprendesse vigore. Poi ne aveva unto le membra con olio di palma, per farne risaltare la giovane ma già vigorosa muscolatura e poi lo aveva mostrato, spogliandolo del drappo che ne copriva le nudità, affinché nulla del suo corpo restasse ignoto ai compratori. A quel gesto molte impudiche donne lanciarono grida e baci e gli uomini di Tratush stentarono non poco a tenerle a debita distanza. Quando Amin ebbe terminato di decantare le doti di Yabel molti compratori fecero la loro offerta. Intanto giungeva da ogni parte della città una moltitudine di persone per ammirare quella rarità che attirava l’interesse degli uomini e rapiva il cuore delle donne. Con soddisfazione Tratush vedeva crescere il numero e il valore delle offerte. Venne una moglie di un ricco mercante che offrì una grande somma per farne il suo favorito, ma tale somma fu superata da un mercante che lo voleva come maestro dei suoi figli. Ma questa somma fu superata da quella dell’emissario di un principe. Ma anche questa venne superata…al fine ne venne una che le superò tutte. Un legato del tempio Karashan lo chiese per il Gran Sacerdote. Per rispetto alla sacralità del personaggio nessuno osò rilanciare e Yabel fu condotto nella tenda del funzionario che lo aveva acquistato e che subito lo liberò dai legacci con i quali l’aveva tenuto prigioniero, Amin. Allora Tratush chiamò a sé Amin e così disse. - Mi compiaccio con te, amico mio, hai saputo compiere il tuo misfatto fino all’ultimo e questo che hai fatto io lo apprezzo. Hai saputo renderti responsabile delle tue azioni di fronte agli uomini e agli dei. Ora sono certo che sarai un vero bandito e da questo momento ti accolgo con l’abbraccio fraterno dei banditi del deserto. Bada Amin chi viene meno a questo patto non trova scampo e ci sarà sempre una lama pronta a colpirlo. Se invece te ne renderai degno allora avrai amici e compagni dove neanche te lo immagini. Da questo momento non sarai più chiamato “Amin il traditore” ma “Amin il venditore”. Così disse Tratush il mercante bandito del deserto di Kor.

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