Si avvicina l'incubo del 31 dicembre
La manovra
di Amanzio Possenti
La manovra. La chiamano così la ex-Finanziaria, il documento annuale che prevede il programma del governo e il connesso impegno finanziario. Ogni anno se ne discute animatamente fra il sì delle maggioranze e il no delle minoranze, modalità che non ricordo essere mai state diverse: nulla cambia.
Da sempre il proposito di chi la realizza - di centro ai tempi Dc, di centro sinistra o di centro-destra nella cosiddetta seconda repubblica, ora di centro-destra a nuova guida - è di favorire lo sviluppo (come potrebbe non esserlo?), di aiutare i più deboli (ottima buona volontà, ma...), di stare nei limiti di bilancio (necessità ineludibile data la pesantissima cappa di deficit e tuttavia...), di intervenire sul costo bollette (assolutamente non differibile), di non ignorare le richieste dell’Europa, di non aumentare le tasse...
Invariabile il clima delle ...variazioni, anche dal punto di vista degli emendamenti (oltre 3 mila nel dibattito che deve concludersi entro il 31 dicembre): nulla di nuovo, se non la versione dei vari governi e di questo in essere alla disponibilità ad eventuali modifiche in sede parlamentare purchè non si cambino la natura e il saldo del provvedimento. Sforzi lodevoli sono giudicati da una parte, la maggioranza, insufficienti invece dall’altra, le opposizioni.
Si procede fra polemiche e critiche e fra un’infinità di ‘manca questo...’,
’perché non ...’,’ non possiamo accettare..’,’ va bene così data la situazione...’
La (logorroica) disputa continua. Che ne dice il Paese?