#320 - 17 dicembre 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
curiosità

Il teatino e la rivisitazione dello studioso Alberto Sana

Alberto M. Ambiveri

di Amanzio Possenti

Alberto M. AmbiveriAlberto M. Ambiveri

Cercava di dare una dimensione accurata e conoscitiva alla figura di un frate barbuto sconosciuto, raffigurato in una immagine accanto a Fra Cristoforo, immortale personaggio de ‘I Promessi sposi’: chi era quel personaggio ignoto, notato nella riproduzione retrostante la figura di Lucia sulla copertina di un’edizione di anni fa del romanzo di Alessandro Manzoni? Se lo è chiesto con il proposito di accertarne identità e storia il professore Alberto Sana - docente di lettere al Liceo Weil di Treviglio, residente a Verdello(Bg) , con particolare esperienza sul Seicento – il quale, volendo vederci chiaro, ci si è messo di buzzo buono nella ricerca. Recentemente, ecco la scoperta inaspettata, grazie al ritrovamento di un libro - ammuffito tra gli scaffali di biblioteca - edito nel 1683 ’in Venetia’: il volume riguarda non un presumibile (come si pensava) frate cappuccino bensì il teatino Servo di Dio D.Alberto Maria Ambiveri, bergamasco, madre di Caravaggio e papà di Bergamo, che passò i 33 anni della vita beneficando il prossimo, curando e guarendo i malati, compiendo miracoli nel nome di Dio, scacciando demòni, sfuggendo con assoluzione alla Inquisizione e diventando ‘il taumaturgo della Geradadda.
Sana, nel proporsi di pubblicare, con interventi suoi, quello che definisce ‘l’opuscoletto’ edito a Venezia 339 anni fa (e per ora riproposto in book), introduce quel testo storico con una preziosa ed ironica presentazione, sia raccontando il ‘come’ del ritrovamento sia riferendo dati sulla figura del teatino Ambiveri, del quale ricorda che, nonostante fosse stato un protagonista del suo tempo, nessuno lo abbia mai tramandato.

Alberto M. AmbiveriAlberto M. Ambiveri

In effetti è una storia inedita, ricca di curiosità e di azioni miracolistiche, vissuta nella Geradadda bergamasco-lodigiana-cremonese.
Si racconta anche di un miracolo che suscitò profondo coinvolgimento, avvenuto fra la sera – quando frate Ambiveri benedisse e invocò la potenza del Signore su una donna affetta da gravi disturbi, fra i quali la fuoriuscita di un osso da un braccio - e l’indomani mattina allo spargersi fra la popolazione della notizia della improvvisa e prodigiosa guarigione. Con l’osso rientrato nella sede naturale.
Ambiveri - racconta Sana - morì a 33 anni a Lisbona mentre si apprestava a recarsi ‘missionario apostolico nelle Indie Orientali’ per diffondere la dottrina di Cristo, così come ne scriveva nel volume su Ambiveri ‘cherico regolare teatino’, l’autore dell’epoca, fra Bonifacio Bagatta dello stesso Ordine di Ambiveri.

Dal recupero storico effettuato da Alberto Sana emerge la figura di un personaggio straordinario, ignorato per secoli, mentre la sua presenza taumaturgica ne aveva fatto un protagonista del Seicento.

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