Da Francesco d'Assisi a Tommaso Moro
Musi lunghi
Ce lo ricorda ancora una volta Papa Francesco
di Amanzio Possenti
Anni addietro si diceva a proposito dei "cristiani da sagresti" che fossero dei ...’musi lunghi’, incapaci di ridere o sorridere poichè facevano coincidere la testimonianza di fede con un comportamento grigio e severo.
Dei musi lunghi ha parlato espressamente al convegno Santità oggi papa Francesco con un intervento che ha coinvolto i partecipanti: ‘Non si diventa santi con il muso lungo, ci vuole un cuore gioioso e aperto alla speranza.
Dunque mai ’muso lungo’, bensì decisione di affrontare la vita con animo di letizia, sorridendo, come fecero i beati Papa Luciani e Carlo Acutis, non dimenticando, nella ‘paradossalità evangelica’, San Francesco d’Assisi.
Siccome Francesco insegna e testimonia con stile del buon padre e dell’amico che conosce la realtà terrena e spesso si fa accompagnare dalla sensibilità dell’umorismo, accattivando e coinvolgendo secondo lo slancio di affetti umani che arricchiscono, non stupisce che abbia ricordato a proposito della santità - "affrontare tutto con la grazia e l’audacia che provengono da Dio" - la ’preghiera del buonumore’ scritta secoli addietro da san Tommaso Moro: è una preghiera che Francesco dice di recitare da 40 anni, e che così inizia: "Signore, donami una buona digestione ed anche qualcosa da digerire ...".
In definitiva ecco l’invito ai nostri (insopportabili e tormentati) "musi lunghi": sostituiamoli con la bellezza del “cuore aperto” affinchè la Santità sia segno di speranza e di gioia di vivere sulla strada di Gesù.