l'itinerario del viaggio raccontato da Marini (1630) riproposto da Oreste Gentile
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Da Papa Gregorio X perché approvasse
il nuovo Ordine fondato dall’umile frate
Da Lione all'eremo
Il viaggio di Celestino V
Seconda parte
Per raggiungere l'Abbazia di Novalesa, il sessantaquattrenne eremita ed i suoi due compagni, ebbero un bel zigzagare per l’Italia settentrionale e centrale, percorrendo le strade meno frequentate, ma più sicure per evitare di essere coinvolti nelle lotte tra i Guelfi ed i Ghibellini.
L’itinerario in Italia, iniziando dal valico del Moncenisio ed attraversando la Valle di Susa, permette di raggiungere la città di Como, dopo un percoso di circa km. 461/98.
Dopo un probabile soggiorno presso l’abbazia benedettina di Novalesa, in occasione del suo soggiorno nella città di Como, Marino ricordò: che anche in Como celebrasse la messa nell’altare maggiore della Chiesa, che ancora hora e nel nostro Ordine; mentre l’Almanacco ecclesiastico della citta e diocesi di Como (1858), scrisse: fatto acquisto dell’Oratorio e delle case adiacenti vi alzò un Convento di monaci dell’Ordine da lui fondato, detto dei Celestini, il qual Convento fu poi soppresso nell’anno 1654 dal Vescovo Lazzaro Carafino per essere mancante del numero prescritto di monaci.
Convento dei Celestini
Stando nella città di Milano, le Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della citta e campagna di Milano ricordarono: Fin dall’anno 1274 abbiamo veduto che Pietro da Murrone, che poi fu papa Celestino V, aveva fondato un ospizio della sua congregazione, detta allora di San Damiano, per albergare i poveri fuori dalla porta Orientale, nel sito appunto dove ora trovansi i monaci i monaci Celestini.
Chiesa di san Damiano.
Per la sua presenza nella città di Mantova, Marino ricordò: Vi è anco fama che passando per Mantova, gli fosse della Citta ò governatore di essa concesso quel luogo, che hora si possede.
Cesare Cantù e d’altri letterati nella Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle citta … scrissero: reduce pontefice col nome di Celestino V, ed in Mantova trattenutosi alcun tempo, dal comune Consiglio gli fu concesso l’oratorio di Sant’Anna, che in seguito divenne di San Cristoforo, mentre in prossimi caseggiati presero stanza alcuni monaci dell’ordine da lui fondato.
Chiesa di san Cristoforo