Il nastrino rosso
Quinta ed ultima parte
di Ruggero Scarponi
Dilettanti.
Come, scusi?
Sì, voglio dire, sia io come ostaggio che lei come terrorista sembriamo proprio dei dilettanti, non crede?
Insomma lei pensa che non ci stiamo comportando bene nei nostri ruoli. Fraternizziamo, ridiamo, sorbiamo caffè…
Ma il meglio deve ancora venire.
Che intende, quale sarebbe il meglio?
Il meglio, si sa, sono i discorsi che si fanno a fine cena, quando tutti gli invitati se ne sono andati.
A sì? Non lo sapevo. M’istruisca. Cos’è che si dice a fine cena?
Si sparla, si fanno pettegolezzi sui nostri amici che sono appena andati via.
Lei è davvero bizzarro. Parola mia non ce lo vedo a ciacolare con la sua mammina davanti al tavolo ingombro di piatti sporchi e avanzi di cibo.
No? Perché non prova anche lei?
Beh, mi ci dovrei trovare.
Facciamo finta.
Facciamo finta. Da dove cominciamo?
Dai suoi due compari, per esempio. Spettegolare su quei due giovanotti è fin troppo semplice.
Cosa non le garba nei miei compagni? Le fa strano che abbiano ceduto al sonno? Via, sono solo dei ragazzi!
Macché. Non è questo che interessa nei dopo-cena.
Per esempio?
Per esempio chi dei sue si è preso una cotta per lei? Oppure tutti e due...e magari se non sono risentiti per il fatto che lei è venuta a chiacchierare con l’ostaggio anziché stare insieme a loro...e insomma, ce n’è abbastanza...
Lei è ridicolo! Prendersi una cotta per me! Potrebbero essere miei figli.
Sì, sì dice bene, potrebbero essere suoi figli, ma è prorio questo ciò che potrebbe stuzzicarli. Sedurre la propria mammina i maschi ce l’hanno in testa da quando sono dei lattanti che si attaccano alla tetta materna.
Tutte sciocchezze!
Freud diceva sciocchezze?
Ma dobbiamo spettegolare o ci dobbiamo cimentare in erudite controversie?
Ha ragione, restiamo sulle chiacchiere-passatempo.
L’agente M e la terrorista continuarono a discorrere amabilmente toccando di tanto in tanto temi personali e della vita di tutti i giorni. Chiacchierarono fin sul fare dell’alba quando la terrorista , senza accorgersene, cedette al sonno, lasciandosi andare sul sedile di fronte all’agente M.
E fu proprio l’agente M a risvegliarla, sorprendendola non poco stavolta. Infatti, la donna, durante il sonno, aveva mollato la presa sul mitra che era scivolato sul pavimento e fu proprio il suo ostaggio a raccoglierlo e a porgerglielo senza approfittare della potenziale occasione di servirsene.
Poi la mattinata trascorse pigra nell’attesa di conoscere l’esito della trattativa con i rapresentanti del governo.
La terrorista faceva la spola tra il vagone dove si trovava l’agente M e quello dei suoi capi per fornire informazioni di vario genere.
Verso mezzogiorno si fece di nuovo viva con l’agente M.
Le trattative si sono concluse, disse.
Ebbene, rispose l’agente M, sarò fucilato?
Ma no, forse non ci crederà, ma si è concluso tutto nel migliore dei modi.
Questo significa che sono libero?
Sì, ce ne andiamo tutti a casa.
Incredibile! Questo finale non l’avrei mai immaginato.
Per la verità sono rimasta sorpresa anche io...ma meglio così, in fin dei conti, non si è fatto male nessuno.
E adesso cosa pensa di fare, chiese l’agente M.
Io? boh, mi atterrò agli ordini dei miei capi. E lei, invece? Scommetto che non vede l’ora di tornare a casa dalla sua mammina, non è vero.
Povera donna, chissà che notte avrà passato, sapendo che ero su questo treno.
Beh, allora, le auguro buona fortuna e...grazie...
Per cosa?
Via, non faccia il mdesto. Stanotte quando mi è caduto il mitra. Lei ne avrebbe potuto aprofittare.
È vero. Ma è andata così. Tutto sommato è andata bene, no?
Direi di si. Dunque, arrivederci e buona fortuna e...mi saluti la cara mammina.
Grazie, non mancherò e buona fortuna anche a lei e...se mi posso permettere, non lasci crescere i suoi figli senza di lei se ne potrebbe pentire un giorno.
La terrorista restò un momento assorta poi con mossa rapida si avvicinò all’agente M e lo baciò sulla bocca. Un bacio fugace ma eloquente. Lo dicevo, disse, che lei è un implacabile seduttore e forse una spia della polizia politica, ma stanotte si è comportato da gentiluomo ed io le sono riconoscente.
L’agente M prese una mano della donna, la baciò e poi disse, credo che ci sia del vero in quello che ha detto. Comunque, arrivederci e buona fortuna.
Un momento! Lo fermò la donna. Devo darle una cosa. Ecco, disse liberando i capelli che teneva raccolti in una coda e che le caddero fluenti intorno al viso.
Questo è il nastrino rosso che le era tanto piaciuto. Lo prenda, per ricordo.
L’agente M prese in mano il pezzetto di stoffa, lo baciò e disse, grazie, lo terrò con me, non ne dubiti.