Treviglio (Bergamo)
Papa Luciani
Prossimo Beato: memorie di due incontri in santuario
di Amanzio Possenti
Albino Luciani – Giovanni Paolo I, morto improvvisamente nell’agosto 1978, trentatrè giorni dopo la nomina pontificia - venne due volte a Treviglio (Bergamo), una prima, da Vescovo di Vittorio Veneto, per predicare la Novena della Madonna delle Lacrime nel febbraio 1969, la seconda, il 28 febbraio 1972, per festeggiare e presiedere i 450 anni del miracolo mariano.
La memoria della Sua presenza – mentre è prossima la beatificazione ad opera di Francesco, domenica 4 settembre in San Pietro - è ancora viva in molte persone a cominciare dal sottoscritto, che ne ricordano lo stile semplice, paterno e intensamente comunicativo nella predicazione e la cordialità genuina del carattere nell’incontro fraterno fra il Santuario e il Palazzo Comunale.
Quelle due visite rappresentano al di là della storicità degli eventi, due gesti di letizia comunitaria che entra a far parte del patrimonio locale, poiché Luciani in ambedue gli appuntamenti si rivelò non solo uno straordinario ed umile servitore di Cristo e un innamorato di Maria ma anche un amico sincero si soffermò spesso a conversare - si direbbe ‘alla buona’ con la gente ignorando totalmente il ruolo di autorevole personaggio e facendosi portatore di preziosi e cordiali scambi di reciproca benevolenza.
Alla Novena del febbraio 1969 fui presente e rammento la accorata e dolce parlata veneta della predicazione – quattro volte al giorno, dal 9 al 27 febbraio, di buon mattino (ore 6 ), alle 9,15,alle 14,30 e alle 20,30,in un santuario gremito. Sempre sul medesimo tasto : l’amore e la protezione della Vergine delle Lacrime quale presidio di accompagnamento materno nella quotidianità e la gioia di sentirsi privilegiati da un miracolo salva-borgo, mentre le truppe francesi si accingevano a mettere a ferro e a fuoco l’allora Treville. Luciani con tenerezza annunciava che ’Maria a Treviglio c’è sempre’. E ricevette dal sindaco Ferruccio Gusmini la tradizionale e storica Offerta della cera. Non solo: durante i dieci giorni di permanenza visitò i malati in ospedale, i sacerdoti, i ragazzi, gli educatori, le suore nei collegi dei Salesiani, degli Angeli, dei Monfortani e delle Canossiane con la tradizionale bonomìa e disponibilità.
Nel febbraio 1972, quando era Patriarca di Venezia, accolse volentieri, e subito, l ’invito a presiedere la Messa solenne pontificale del 450esimo delle Lacrime: fu un evento eccezionale, distinto dalla partecipazione di una quindicina di vescovi fra quanti avevano predicato la Novena, in un Santuario che gli tributò grandi festeggiamenti. Parlò all’omelia con la medesima grazia feconda e il massimo senso di amicizia delle predicazioni di tre anni prima, sottolineando lo spirito della ‘gratitudine’ secolare a Maria, costante intermediaria gioiosa di Gesù. Seguì il ricevimento ufficiale in Municipio con tutti gli altri vescovi: qui rispose, con impeto d’amore e sorriso ininterrotto, ringraziando della’ accoglienza meravigliosa’ il sindaco geom. Ermanno Riganti, che lo aveva salutato, a nome della comunità , come un ‘personaggio amato della Chiesa italiana’.
Due momenti indimenticabili che rendono l’imminente beatificazione un passaggio festoso e importante, lietia di commemorare un vescovo-patriarca-papa che ha lasciato tracce enormi di bene, di memoria e di riconoscenza alla Vergine delle Lacrime.