#312 - 30 luglio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Teatro

Shakespeare

interpretato da Fausto Paravidino

di Amanzio Possenti

A distanza di secoli e dopo migliaia di testi scritti in tutto il mondo su William Shakespeare - autore il più frequentato insieme a Bibbia e Dante - è segno di ininterrotta sensibilità culturale reimbattersi oggi nel poetico universo teatrale del sommo genio inglese: e sapere che la riproposta parte da un attore-commediografo italiano, Fausto Paravidino, riempie di orgoglio e di sorpresa. Cos’altro si potrebbe dire di nuovo e di originale, ,teatralmente parlando, di un Autore sommo e ineguagliato? Eppure a Paravidino l’impegno è riuscito - e molto bene - non foss’altro come ha dimostrato nell’anteprima del suo testo-spettacolo: ’Shakespeare (ma non solo)’, proposto all’aperto sullo splendido sagrato-piazza della chiesa nel paese natale di Rocca Grimalda(Al), in attesa di essere portato sulle scene dei teatri italiani ed europei. Spettacolo seguito con interesse da un pubblico invitato dal Festival piemontese ’Attraverso’ e dal Comune di Rocca Grimalda, auspice il sindaco-artista Enzo Cacciola.

Shakespeare

Balza fuori uno Shakespeare dal linguaggio sorprendente, ricco di sceneggiatura e di ritmi pre-cinematograficiadove i colpi di scena vanno oltre la storica trilogia aristotelica ( , tempo, azione) per posizionarsi nell’umano groviglio dei sentimenti che vincono la tradizionalità e prevedibilità delle attese, sconvolgendo ipotesi e progetti, tragici o soltanto narrativi, consolidati e tramandati da secoli, da Eschilo ed Euripide in giù. Dunque un Autore - sostiene Paravidino - che ha scelto di’ piacere al pubblico’, per e con il quale ha aperto un secolare colloquio ardito e ultra spazio-temporale che cancella, complice il teatro elisabettiano, l’ortodossia scenica di una visione di fissità per sperimentare le strade lungo le quali l’uomo grida, scopre, ama, odia, soffre, sollecita, spera, tende, si scontra, si innalza o atterra, in definitiva lo sviluppo dell’eclissi umana.

Ma Paravidino dice e scopre di più: individua, oltre alle caratteristiche curiose, diremmo oggi ‘ alla Hitchcok’, degli avvii-prologo delle opere shakespeariane, (da Ednrico V° ad Amleto, da Sogno di mezza estate a Giulietta e Romeo), la singolarità della presenza del perdono(ad esempio nei profili dei personaggi Proteo e Valentino). Che si tratti di scelta religiosa, oppure laica o soltanto teatrale, è da studiare ma resta forte e ripetuta quella cifra linguistica e umorale.
E’ sicuramente un testo teatrale, questo di Paravidino - estrazione culturale genovese, vita di lavoro a Roma, con due attrici (tra cui la moglie) entrambe ’cooprotagoniste’ dello spettacolo a Rocca Grimalda,nel quale Paravidino è mattatore – che sollecita, richiama e coinvolge, proponendosi – sulla scia dell’opera immortale del grande Inglese - di farci amare ancor di più li valore culturalmente eccelso e imperituro del teatro.

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