#309 - 18 giugno 2022
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Antropocene

La palma nana o palma di San Pietro, è una specie tipica della macchia mediterranea

della famiglia delle Arecaceae ed unica specie del genere Chamaerops.

Chamaerops humilis

di Guido Bissanti

Sistematica
Dal punto di vista sistematico la palma nana appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Ordine Arecales, Famiglia Arecaceae, Sottofamiglia Coryphoideae, Tribù Livistoneae, Sottotribù Rhapidinae e quindi al Genere Chamaerops ed alla Specie C. humilis.

Etimologia
Il nome del genere deriva da due vocaboli greci: “khamai”, in latino “chamae”; cioè piccolo, nano, prostrato, e da “rhops”; cioè arbusto, cespuglio, in riferimento al portamento della pianta. L’epiteto specifico proviene dal latino “humilis, -is, -e” (“humus”); cioè terra, da cui il nome italiano “umile”, riprende il significato del nome greco.

Chamaerops humilis

Distribuzione Geografica ed Habitat
La Chamaerops humilis è diffusa in tutto il Mediterraneo occidentale dal sud del Portogallo a Malta e dal Marocco alla Libia. In Italia è comune soprattutto in Sicilia, Calabria e Sardegna e la si trova nella fascia costiera occidentale, dalla Sicilia fino alla Toscana centro-meridionale (promontorio di Piombino), comprese alcune isole del Mar Tirreno (Capraia, Elba, Cerboli, Palmaiola). A nord è è presente in alcuni nuclei relitti nel territorio del Parco di Portofino (Liguria). È un tipico elemento della fascia più termofila della macchia mediterranea.

Descrizione
La Chamaerops humilis è una nanofanerofita arbustiva sempreverde ed è una pianta d’aspetto cespitoso, acaule o con fusti multipli, alti fino a 2 m, talora anche 6-8 m in coltivazione, coperti da fibre e dai resti dei piccioli fogliari. Le foglie sono persistenti, a ventaglio, rigide e dritte, con lunghi e sottili piccioli muniti di spine laterali e lamina divisa in 16-20 segmenti appuntiti: I fiori, unisessuali o ermafroditi, sono piccoli, gialli, riuniti in dense pannocchie che si originano tra i piccioli fogliari, avvolte da una spata bivalve. I frutti sono carnosi, ovoidali, di colore giallo-rossastro, lunghi 2-3 cm, non commestibili.

Coltivazione
La Chamaerops humilis viene coltivata soprattutto per scopo ornamentale soprattutto in zone calde, vicino alle coste; predilige esposizioni soleggiate e teme il freddo intenso.
Vegeta con una temperatura superiore ai 10 °C; resiste a temperature fino a −12 °C ma solo per periodi brevi. La temperatura ottimale di crescita è tra 22 e 30 °C. In ambiente naturale cresce principalmente su terreni rocciosi o sabbiosi. È una pianta che si adatta comunque su terreni di varia natura. Pianta che sopporta benissimo la siccità, quando viene coltivata per scopo ornamentale va comunque irrigata per migliorarne sviluppo ed aspetto estetico. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Chamaerops humilis

Usi e Tradizioni
La pianta più antica dell’Orto botanico di Padova è un esemplare di Chamaerops humilis, piantata nel 1585, nota come “Palma di Goethe”, in quanto l’illustre poeta, che la vide durante il suo viaggio in Italia nel 1786, ne rimase affascinato. Il germoglio apicale viene utilizzato nell’alimentazione come cavolo-palmizio, soprattutto nei paesi del Nord Africa, ma anche in Sicilia dove è noto come ciafagghiuni. I frutti sono astringenti e molto ricchi di tannini mentre le foglie per la loro fibrosità un tempo venivano utilizzate per la fabbricazione di vari utensili quali scope, cesti, cappelli, ventagli, stuoie, funi, ecc.. La Chamaerops humilis, oltre che per scopo ornamentale, costituisce un importante elemento nell’uso forestale in quanto è molto efficace contro l’erosione e la desertificazione e si genera dopo gli incendi emettendo nuovi rigetti.

La pianta è seriamente minacciata dalle larve della farfalla Paysandisia archon, di origine sudamericana ma oramai presente anche in Europa.
Nei paesi costieri dell’Europa meridionale è spesso utilizzata come pianta ornamentale.

Modalità di Preparazione
Il germoglio, biancastro e midolloso, è edule ed un tempo era usato in momenti di carestia in sostituzione della patata oppure per farne dolci.

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