Storia di un imprenditore fallito
di Lenio Vallati
Eri diverso quella sera, padre.
Neppure una parola
dalle tue labbra chiuse,
persi i tuoi occhi
dietro macerie di stella.
Avrei voluto chiederti perché
del tuo ostinato silenzio,
del tuo sfuggire i nostri sguardi.
L’avrei capito a breve
che i sogni a volte
hanno la forma di una corda
che si stringe piano
a serrarci la gola,
lasciandosi esamini
a gocciolare nel vuoto.
Adesso ti chiedo padre
di prestarmi i tuoi occhi.
A te non servono,
non ne hai più bisogno.
Fuori da ogni orbita di speranza
serviranno a me per trovare,
se ancora esiste,
un mondo vero
dove sentirsi uomini.