#303 - 19 marzo 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

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Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Non sempre il progetto uomo va a buon fine. Ne è un esempio il demente del Cremlino, il cui algido sembiante umano custodisce, nell’imo, l’inossidabile ottusità del meccanismo. Eppure il compagno Vladimir Putin – già membro del partito comunista sovietico nonché ufficiale del KGB - è stato ammirato dai destrorsi di mezzo mondo - compresi i nostrani Salvini e Meloni - la cui schizofrenia politica è stata a dir poco imbarazzante… ma non originale. Anni fa un importante leader della destra italiana – caduto scioccamente in disgrazia - affermava di considerarsi ideologicamente figlio di Gramsci (citiamo a memoria) guadagnandosi l’epiteto di “spogliarellista” da parte della stampa di sinistra.

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In tutta questa tragedia della guerra in Ucraina, apparecchiata dai russi, non dovrebbe sfuggire la presenza di uno scomodo, innominato convitato di pietra.
Russi e ucraini continuano a scagliarsi reciproche accuse di “nazismo”, mentre il presidente Zelensky non esita a salutare arcaicamente col pugno chiuso; e Putin insiste nel voler denazificare l’Ucraina.
Spigolando tra i talk show, ci vengono incontro altre perle. Una ricercatrice russa dell’università “La Sapienza” di Roma si mostra affranta perché la Russia ha perso “quella credibilità morale che si era guadagnata combattendo contro il nazifascismo”! In altre parole, a quanto pare, i cosiddetti “alleati” avrebbero riconosciuto a Stalin una credibilità morale! Ecco in una rete Mediaset un ragazzotto ucraino dall’aria bellicosa che, in tenuta militare, armato di tutto punto e guarnito di bandiera con simboli runici, inveisce contro Putin definendolo “il nuovo Mussolini” (si noti bene: non ha detto “il nuovo Stalin”). Mentre, in uno studio televisivo, gli opinionisti di turno discettano se siano più nazisti gli uni o gli altri belligeranti. E il giornalista Toni Capuozzo parla addirittura di una guerra tra due opposti fascismi.

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Questi cammei vengono proposti con un ritmo carnascialesco: grottesco, inverecondo pendant alla tragedia della guerra.
Non ci diamo per vinti e finalmente – la fortuna aiuta gli audaci! – saltabeccando da un canale all’altro, ci imbattiamo in un’anziana signora ucraina che usa parole molto semplici, ma difficili evidentemente da pronunciare dai più: “Abbiamo conosciuto il Comunismo e non vogliamo più averci niente a che fare”.
Qui da noi, al calduccio, si usa dire che il comunismo è sparito, è morto, si è estinto. La Cina e la Corea del nord sono evidentemente due stati fantasma.
Al contrario il nazismo e il fascismo sono ben vivi e vegeti...mentre l’Unione Sovietica fa parte ormai della memoria ancestrale dell’umanità…Questa rimozione è ridicola e sa tanto di presa per i fondelli non riuscita. Ma dettata, comprensibilmente, da una sorta di istinto di sopravvivenza istituzionale.

In Italia, tanto per fare un esempio familiare, abbiamo avuto il partito comunista forse più forte d’Europa, grazie soprattutto all’attività di Enrico Berlinguer (preceduto egregiamente da Palmiro Togliatti), una brava persona come da più parti si è detto – e non abbiamo motivo di dubitare - ma propalatore di un’ideologia criminogena (il mito della lotta di classe – è bene sempre ricordarlo – è stato molto più sanguinario del mito della razza).

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Tornando alla guerra in corso, sembrerebbe difficile prefigurare una soluzione a breve termine che, salvo possibili sorprese, potrebbe verificarsi in due casi: la tragica resa dell’Ucraina o la morte violenta del compagno Putin.

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