Dalla serie di articoli dedicati a personaggi del Cinema e del teatro
Una iniziativa di "Diari di Cineclub"
Olive Thomas
[Diari di Cineclub n°39, V 2016]
di
Virgilio Zanolla
I circa trentacinque anni in cui fu in vigore il cinema muto sono costellati da storie singolari, i cui protagonisti - personaggi tra i più vari - sono per gran parte ingiustamente relegati nel limbo dei carneadi.
Chi ricorda, oggi, Olive Thomas? Eppure, nei suoi soli quattro anni di carriera cinematografica, durante i quali prese parte a 23 film, mostrò, oltre a una radiosa bellezza, anche non spregevoli doti d’attrice.
Oliva (o Oliveretta Elaine) Duffy era nata a Charleroi presso Pittsburgh, in Pennsylvania, il 20 ottobre 1894, primogenita di tre fratelli. Era ancora bambina quando le morì il padre; poco dopo sua madre si risposò, ed ella, per aiutarla a crescere i fratelli James (’96) e William (’99) interruppe gli studi e si trovò un lavoro. Di questo periodo della sua vita si sa pochissimo. Fu forse anche per sollevare la situazione economica della famiglia che nell’aprile 1911, appena sedicenne, Olive sposò Bernard Krug Thomas, un impiegato dei grandi magazzini Kaufman presso i quali lei lavorava come commessa; ma il loro matrimonio durò soltanto due anni.
Lasciato il marito, e in attesa del divorzio (che ottenne nel ’15, grazie all’accusa di crudeltà - vera o pretestuosa che fosse), Olive si trasferì a New York, ad Harlem, dove viveva una sua zia. I primi tempi, per lei, furono piuttosto duri: per sopravvivere si adattò a svolgere anche mestieri piuttosto umili. Nel ’14, commessa in un negozio di Harlem, partecipò a un concorso per l’elezione de “La più bella ragazza di New York” e s’impose sulle altre concorrenti; giudice del concorso era il pittore Howard Chandler Christy, creatore della Christy Girl, una sorta di ragazza-copertina: ella posò per lui, e per gli illustratori William Haskell Coffin, Penrhyn Stanlaws (che la ritrasse nuda in “Between Poses”) e Harrison Fisher per il ”Saturday Evening Post”.
Fu con ogni probabilità quest’ultimo a presentarla a Florenz Ziegfeld Jr, il grande impresario teatrale delle Ziegfeld Folies: il quale s’innamorò di lei e ne fece la stella dei Midnight Frolic al New Amsterdam Theater, spettacoli serali un po’ osé, e della rivista Ziegfeld Folies of 1915, che l’impose a Broadway. Favorito dal fatto che sua moglie, l’attrice Billie Burke, si era trasferita in California per interpretare Peggy, il suo primo film, Ziegfeld intrecciò una relazione con Olive. Ma lei non gli concesse l’esclusività: tanto che ricevé in dono dall’ambasciatore tedesco Bernstorff una collana di perle del valore di 10.000 dollari.
Quando il cinema prese a corteggiarla, piantò subito Ziegfeld e nel ’16 firmò un contratto col famoso regista Thomas H. Ince, che la promosse diva dell’appena sorta Triangle Film Corporation. Quell’anno stesso esordì davanti alla macchina da presa nell’episodio «Playball» del serial Beatrice Fairfax, diretto da Leopold e Theodore Wharton; come attrice, volle mantenere il cognome del marito, benché da lui divorziata: circostanza decisamente curiosa, dato che - oltrettutto - nel marzo di quell’anno conobbe l’attore e regista Jack Pickford, fratello della ‘fidanzata d’America’ Mary Pickford, e il 16 ottobre, segretamente, lo sposò nel New Jersey.
Nel ’17 Olive interpretò sei film, e tre nel ’18 (quattro di questi nove vennero diretti dal regista John Frances Dillon, che nel ’19 la diresse anche in altri due). Nel dicembre ’18 ella lasciò la Triangle, firmando un contratto per la Selznick Pictures Company, che la propose spesso in ruoli da giovanissima e conturbante vamp. Tra i nuovi registi con cui lavorò ci furono Frank Borzage, George Irving, Ralph Ince ed Alan Crosland; quest’ultimo la diresse anche in The Flapper (1920), film di grandissimo esito dov’ella impose il ruolo della ragazza moderna, intraprendente e disinibita, ma di buon cuore, detta da allora, appunto, “flapper”: dopo di lei, il ruolo fu interpretato con successo da Clara Bow, Colleen Moore, Louise Brooks, Joan Crawford e altre ancora, e in seguito, grazie a Jean Harlow e Marilyn Monroe è divenuto un classico.
A Olive mostrarsi “flapper” riusciva naturale: era una ragazza florida e senza problemi, avida di emozioni, che di Hollywood, la nascente Mecca del cinema dove s’era da poco trasferita, cominciava a prendere i vizi. Uno di questi fu l’alcolismo; è quasi certo che a trasmetterglielo sia stato il marito, non meno avido d’emozioni: il quale per questo fu responsabile dei tre incidenti in macchina subiti dall’attrice, per fortuna tutti senza gravi conseguenze. Infedele e dedito agli stupefacenti, egli era un individuo moralmente riprovevole: aveva sposato Olive in tutta segretezza per tutelare il buon nome dei Pickford, ma quando, grazie al cinema, ella divenne ben più nota di lui, fu ben lieto di divulgare la notizia; durante il periodo bellico, non potendo evitare d’impegnarsi s’arruolò in Marina, dove organizzò con un collega un sistema per destinare in posti ‘sicuri’ persone altolocate che, come lui, volevano evitare di finire al fronte: la cosa però si riseppe ed egli venne congedato con disonore.
Olive posò per il celebre pittore Alberto Vargas e nell’agosto del ’20 lei e il marito s’imbarcarono per l’Europa per quella che (con molto ritardo a causa dei loro impegni professionali) avrebbe dovuto essere la loro vera ‘luna di miele’. A Parigi, dove alloggiarono nell’appartamento reale dell’hotel Ritz, la notte del 9 settembre Pickford chiamò con urgenza un medico: il quale trovò Olive che si contorceva dal dolore. Trasportata all’ospedale di Neuilly-sur-Seine, ella morì due giorni dopo, per avvelenamento. Le circostanze del suo decesso, che suscitò a Hollywood il primo grande scandalo della Jazz Era, non sono mai state davvero chiarite. L’ipotesi più accreditata è che Olive, volontariamente dopo un litigio oppure scambiandoli per pillole di sonnifero, avesse ingerito alcuni granuli di bicloruro di mercurio (perdipiù disciolti in una soluzione alcolica), che il marito prendeva dal ’18 per curarsi dalla sifilide; ma si parlò anche di droga, giacché durante un breve soggiorno di Pickford a Londra pare che ella avesse acquistato per lui una grossa partita di eroina. Olive aveva venticinque anni, dieci mesi e venti giorni. La sua salma venne inumata in una cripta del Woodlawn Cemetery nel Bronx, a New York.