#301 - 19 febbraio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Antropocene

Pianta simbolo del tricolore italiano

Arbutus unedo

Il corbezzolo (Arbutus unedo L., 1753), detto anche albatro

di Guido Bissanti

Sistematica
Il corbezzolo appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Ericales, Famiglia Ericaceae, Sottofamiglia Arbutoideae e quindi al Genere Arbutus ed alla Specie A. unedo.

Arbutus unedo

Etimologia
Il termine corbezzolo deriva dal latino volgare *corbitjus, incrocio dal lemma mediterraneo (preindoeuropeo) corba sopravvissuto nell’Italia settentrionale. Tale nome deriva a sua volta dal nome greco del corbezzolo (κόμαρος – pron. kòmaros) e da questo traggono molti nomi dialettali della pianta (Marche, Calabria, Puglia, Campania), e anche il nome del Monte Cònero, promontorio sulle cui pendici settentrionali sorge la città di Ancona, e la cui vegetazione è appunto ricca di piante di corbezzolo.
L’epiteto del genere proviene dal latino arbuteus, derivato da arbutus, anch’esso lemma di origine mediterranea (Preindoeuropeo). L’origine del nome della specie, unedo, deriva da Plinio il Vecchio che, in contrasto con l’apprezzamento che in genere riscuote il sapore del frutto, sosteneva che esso fosse insipido e che quindi dopo averne mangiato uno (unum = uno e edo = mangio) non veniva voglia di mangiarne più.

Distribuzione Geografica ed Habitat
Il corbezzolo è elemento caratteristico della macchia mediterranea, ove costituisce complessi puri o vive in consorzio con altri elementi termofili, così come nelle macchie a Mirto, Alloro, Leccio, Lentisco e Sughera; il suo areale va dalla Penisola Iberica e dall’Africa sino al Mar Nero. È diffuso quindi nei paesi del Mediterraneo occidentale e giunge sino alle coste meridionali dell’Irlanda.
Trova un habitat ottimale nelle boscaglie, luoghi rocciosi, leccete e garighe, che in epoche interglaciali colonizzò fino a zone distanti dall’attuale areale di diffusione, così che oggi è possibile rinvenire l’ Arbutus unedo in Francia sulla costa atlantica, in Irlanda sud-occidentale ed in Italia nella valle dell’Adige e sui colli Euganei, aree che si sono mantenute come relitti. Predilige i terreni silicei e vegeta ad altitudini comprese tra 0 e 800 metri. Il corbezzolo è una pianta xerofila.

Arbutus unedoArbutus unedo

Descrizione
Il Corbezzolo si presenta come arbusto sempreverde molto ramificato, con rami giovani di colore rossastro. Può raggiungere un’altezza compresa tra 1 e 8 metri. Le foglie hanno le caratteristiche tipiche delle piante sclerofille. Hanno forma ovale lanceolata, sono larghe 2-4 centimetri e lunghe 10-12 centimetri con margine dentellato. Si trovano addensate all’apice dei rami e dotate di un picciolo corto. La lamina è coriacea e si presenta lucida e di colore verde-scuro superiormente, mentre inferiormente è più chiara.
I fiori di questa pianta sono riuniti in pannocchie pendule che ne possono contenere fino a 20. La corolla è di colore bianco-giallastro o rosea, urceolata e con 5 piccoli denti ripiegati verso l’esterno larghi 5-8 millimetri e lunghi 6-10 millimetri. Le antere sono di colore rosso scuro intenso con due cornetti gialli. sono ricchi di nettare, e per questo motivo intensamente visitati dalle api, soprattutto quando le condizioni climatiche, durante la fioritura lo consentono. Per questo motivo, da un punto di vista ecologico il corbezzolo riveste un ruolo fondamentale in quanto dai suoi fiori si ricava l’ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. Questo miele è prezioso anche perché non sempre le api sono ancora attive al momento della fioritura, e non tutti gli anni è possibile produrlo, in quanto la fioritura avviene tra ottobre e novembre.
Il frutto dell’ Arbutus unedo è una bacca sferica di circa 2 centimetri, carnosa e rossa a maturità, ricoperta di tubercoli abbastanza rigidi spessi qualche millimetro con u sapore tra l’acidulo ed il dolciastro anche in funzione del loro stato di maturazione. La loro maturazione avviene nel periodo tra ottobre e dicembre, nell’anno successivo rispetto alla fioritura che dà loro origine. Siccome i frutti hanno una maturazione scalare, possono essere presenti sullo stesso arbusto bacche rosse mature e più chiare ancora acerbe. Infatti uno stesso arbusto può ospitare contemporaneamente fiori e frutti maturi oltre alle foglie perché è sempreverde, cosa che la rende particolarmente ornamentale, per la presenza sull’albero di tre vivaci colori: il rosso dei frutti, il bianco dei fiori e il verde delle foglie. Particolarmente interessante è l’uso del legno del corbezzolo in quanto è un ottimo combustibile per il riscaldamento casalingo e particolarmente pregiato nell’uso per gli arrosti grazie alle sue caratteristiche aromatiche. Il corbezzolo è un legno molto robusto e pesante; dopo circa 60 gg dal taglio può perdere fino al 40% del suo peso.

Arbutus unedo

Coltivazione
Seppure si tratta di un fruttifero poco diffuso il corbezzolo viene adottato anche come pianta ornamentale, ne esistono così diverse varietà che si differenziano per alcuni aspetti importanti. Può crescere sotto forma di arbusto ma se ben impalcato può diventare un albero di piccole dimensioni. I frutti vengono chiamati corbezzole o talvolta albatre.
Di questa pianta esistono parecchie varietà con caratteristiche differenti sia dal punto di vista ornamentale che dalla consistenza dei frutti. La riproduzione del corbezzolo può avvenire tramite seme oppure tramite il trapianto delle piante, attraverso giovani astoni di qualche anno di età reperibili anche in vivaio.
La semina del corbezzolo viene effettuata nel periodo di ottobre o novembre quando i frutti sono giunti a maturazione. Sempre nello stesso periodo è possibile trapiantare gli astoni nelle zone a inverno mite. Nelle zone più fredde si attende la fine del periodo invernale e i primi mesi di primavera.
La pianta di Corbezzolo resiste senza problemi a temperature invernali particolarmente rigide e ad estati molto calde. La sua coltivazione può avvenire dalla pianura fino a quote pedemontane di 800-1100 metri.
La pianta predilige terreni moderatamente acidi mentre rifugge da quelli troppo calcarei. Il terreno ideale per i corbezzoli è quello di medio impasto con una buona dotazione di sabbia in modo da aumentare la capacità drenante. La pianta di corbezzolo ha tuttavia una grande adattabilità alla tipologia del terreno e riesce a tollerare senza problemi anche i substrati pesanti l’importante e che siano ben drenati.
L’impianto delle giovani piante di corbezzolo viene effettuato dopo le opportune lavorazioni al terreno e all’eventuale correzione del pH se necessario. I sesti di impianto per i corbezzoli sono circa 3-4 metri tra le piante e da 4 a 5 metri tra le file.
Per la semina delle piante si procede come accennato nel periodo autunnale non appena i frutti giungono a maturazione. I frutti maturi devono essere seminati in un substrato ricco di sostanza organica tendenzialmente umifero misto al 50% con sabbia. Dopo l’impianto si dovrà provvedere a mantenere i cassoni di coltivazione al riparo con una temperatura costante e praticare delle irrigazioni regolari mantenendo la superficie del terreno sempre con un certo grado di umidità.
Un altro metodo di riproduzione è quello tramite talea legnosa che si effettua alla fine del periodo estivo. Per riprodurre il corbezzolo risulta particolarmente efficace il metodo di riproduzione definito margotta a ceppaia.
La margotta a ceppaia si realizza nel periodo autunnale scegliendo un pollone sano che cresce alla base della pianta. Il colletto della pianta andrà leggermente decorticato e si provvederà ad apportare del terriccio attorno alla base del pollone, si avrà nei mesi successivi un emissione di radici ottenendo così un nuovo esemplare che potrà essere trapiantato a dimora.
Dopo l’impianto delle piante e per almeno 2-3 anni sarà necessario provvedere a delle protezioni invernali effettuando una pacciamatura alla base delle piante e nei primi 20-30 cm del fusto utilizzando del materiale come paglia.
Sempre nei primi anni è importante effettuare le operazioni del diserbo meccanico al fine di limitare la vegetazione delle infestanti e permettere alle piante di svilupparsi senza problemi.
La pianta può essere coltivata anche in vaso soprattutto a scopo ornamentale; in questo caso è necessario scegliere un contenitore abbastanza profondo almeno di 45-50 cm. Prima dell’impianto è opportuno distribuire sul fondo del materiale drenante per favorire lo sgrondo delle acque. Il terriccio da utilizzare deve essere non troppo ricco di nutrienti (si potrebbe avere una crescita rapida) con una buona percentuale di sabbia e con un pH sub-acido.
L’esposizione migliore per la pianta di corbezzolo è in pieno sole, tollera anche posizioni in mezza ombra. Per quanto riguarda le esigenze di temperatura la pianta risulta rustica e tollerante a freddi invernali anche di -15 gradi. Il corbezzolo resiste anche alle estati calde con elevate temperature, sia con umidità media-elevata che con clima secco. Per questo motivo risulta essere una pianta molto adattabile. Comunque seppure evidenzia una particolare resistenza ai freddi invernali è bene che nel momento della maturazione dei frutti la pianta non venga esposta a gelate o intense nevicate.
L’irrigazione del corbezzolo permette di ottenere un aumento di produzione e di favorire lo sviluppo della pianta. Gli interventi di irrigazione devono risultare comunque moderati e praticati tenendo conto delle condizioni del terreno.
La concimazione del corbezzolo si effettua a partire dal secondo anno dall’impianto. Si possono utilizzare due metodi per concimare la pianta di corbezzolo, il primo è quello tramite l’utilizzo di letame bovino od equino da somministrare come pacciamatura sull’area delle radici, il letame deve essere necessariamente ben maturo.
In alternativa si usa una concimazioni chimica con l’utilizzo per ogni pianta di circa 40-50 g di urea tecnica, 200 g di solfato di potassio-50 e 130 g di perfosfato minerale-19. Ma, per ovvi motivi ecologici si sconsiglia vivamente questa tecnica.
La forma di allevamento più diffusa per la pianta di corbezzolo è quella ad alberello che asseconda il portamento naturale della pianta. Gli interventi di potatura del corbezzolo devono essere limitati, anche per questo motivo si sceglie di allevare la pianta con un portamento ad alberello senza intervenire troppo sulla forma.
Annualmente si può provvedere alla rimozione dei polloni basali con un taglio raso al terreno a meno che non si voglia riprodurre nuove piante. I tagli su ramificazioni vecchie e malate vengono effettuate nel mese di aprile, dopo i tagli è preferibile l’applicazione di mastice protettivo.
Infine per quanto riguarda la raccolta dei frutti di corbezzolo avviene nel periodo autunnale. La fase di raccolta richiede molta attenzione poiché sulla pianta sono presenti i fiori che daranno vita nell’anno successivo ai nuovi frutti. È necessario quindi non danneggiare le ramificazioni delle pannocchie fiorali.
I frutti hanno un preciso grado di maturazione che deve essere valutato per le prime volte con raccolte a campione raccogliendoli a diversi gradi di maturazione per capire in modo semplice quando intervenire alla raccolta.
Una volta staccati dalla pianta le corbezzole non si conservano a lungo, hanno infatti una tendenza piuttosto rapida alla fermentazione e per questo vanno consumate in tempi brevi.
Il corbezzolo risulta essere una pianta particolarmente resistente ma nonostante ciò non è immune da attacchi esterni di parassiti. Le malattie fungine che colpiscono il corbezzolo sono: Marciume del colletto, Marciume radicale, Antracnosi del corbezzolo, Seccume dei rami e seccume del Fusto, Septoria del corbezzolo. Ci sono anche alcuni insetti che infestano la pianta di corbezzolo tra quelli più importanti ricordiamo l’Afide verde, il Tortricide dei germogli, l’Oziorrinco (Otiorhynchus sulcatus).

Arbutus unedo

Usi e Tradizioni
Il corbezzolo è una delle piante più tipiche e caratteristiche delle regioni mediterranee e dei litorali meridionali dell’Atlantico. In Italia è comune in Liguria, lungo il versante adriatico e tirrenico, in Sardegna, in Sicilia, e in diverse isole minori dove, in alcuni ambiti, diventa un protagonista di rilievo nella costruzione di un paesaggio sempreverde particolarmente espressivo. I frutti (corbezzole) sono bacche sferiche verrucose, rosse a maturità e di sapore dolce-acidulo che possono essere consumate fresche o trasformate in marmellata.
Il corbezzolo è una pianta conosciuta nella mitologia classica: Carna, la ninfa protettrice della famiglia che viveva nel luogo in cui sarebbe sorta Roma, con un ramo di corbezzolo allontanava le streghe e guariva i bambini malati.
Il valore paesaggistico di questa specie è esaltato durante il periodo autunnale dalla presenza contemporanea di numerosissimi fiori campanulati e dei frutti di colore variabile, in base al grado di maturazione, dal verde al giallo, all’arancio, al rosso vivo ed, infine, al rosso purpureo. Il colore delle foglie, dei fiori e dei frutti richiama quelli della bandiera italiana per cui, durante il Risorgimento ha simboleggiato la “pianta nazionale” per eccellenza. Specie termofila e mediamente lucivaga, presenta uno sviluppo giovanile abbastanza veloce e una notevole resistenza al passaggio del fuoco per la scarsa infiammabilità sia dei suoi rami sia della stessa lettiera. Dopo un incendio è tra le prime specie che riprende a vegetare emettendo numerosi e vigorosi polloni radicali (Camarda & al., 1982) che in breve tempo ricoprono il suolo, rinsaldano le pendici collinari e costituiscono estese e fitte macchie verdeggianti. Tra gli individui di maggiori dimensioni censiti nel territorio siciliano particolare interesse riveste l’esemplare presente nell’ambito della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, nelle cui adiacenze questa specie costituisce lembi residui di macchia mediterranea.
I frutti sono eduli si possono consumare direttamente, conservarli sotto spirito, utilizzarli per preparare marmellate e liquori, cuocerli nello zucchero per caramellarli; con la fermentazione forniscono una buona acquavite e facendoli macerare per 10-30 giorni in soluzione alcolica se ne ottiene un delicato liquore in uso specialmente nelle Marche e in Corsica. Nelle Marche, e specificamente nella zona del promontorio di Monte Conero, una secolare tradizione voleva che gli abitanti della zona accorressero nel giorno dei santi Simone e Giuda (28 ottobre) nelle selve per cibarsi abbondantemente dei frutti del corbezzolo incoronandosi dei rami della pianta, perpetuando così un rito bacchico rivisitato in chiave cristiana. Oggigiorno la festa del corbezzolo non è più celebrata ufficialmente, ma gli abitanti della zona del Conero amano ancora recarsi nei boschi del promontorio per raccogliere i corbezzoli durante le belle giornate autunnali. Del pregiato miele di corbezzolo si è già detto in precedenza perché è una buona pianta mellifera.
In passato le foglie del corbezzolo, essendo ricche di tannini e arbutoside, venivano utilizzate per la concia delle pelli. Preparate in decotto hanno caratteristiche diuretiche, astringenti e antisettiche. I frutti hanno effetto antidiarroico. Essi contengono però un alcaloide che può causare, in persone particolarmente sensibili a esso, inconvenienti di solito non gravi. Tali effetti erano noti agli antichi che ne consigliano un uso moderato, il nome deriva infatti dalla contrazione di unum edo, ossia ne mangio uno solo.
La pianta ha proprietà astringenti, antisettiche, antinfiammatorie, antidiuretiche.
I frutti in particolare sono ricchi di vitamina C, le foglie giovani contengono arbutine, un glucoside che può essere impiegato come disinfettante del tratto urogenitale.
Il decotto di foglie è utile nel trattamento della cuperose, ha azione schiarente; lo stesso decotto è utile nella cura dei capillari dilatati presenti sulle gambe. Il decotto di radici, può essere impiegato per normalizzare la pelle grassa e comedonica.
In Sardegna dal fiori del Corbezzolo si ricava un pregiatissimo miele amaro che ha leggere proprietà balsamiche.
La corteccia contiene una notevole quantità di tannino impiegata per la produzione di coloranti e per la concia delle pelli.
Lo stemma della Provincia di Ancona riporta un ramo di corbezzolo dai frutti dorati ad indicare la particolarità geografica maggiore della zona: la presenza del promontorio del Conero il cui nome, come già ricordato, deriva dal termine greco che indicava la pianta del corbezzolo.
Lo stemma di Madrid riporta un albero di corbezzolo ed un’orsa. Il poeta latino Ovidio parla del corbezzolo descrivendo la vita nell’età dell’Oro.
Il poeta Giovanni Pascoli dedicò al corbezzolo una poesia. Infatti nel Risorgimento il corbezzolo, proprio a causa dei colori che assume in autunno, uguali a quelli della bandiera nazionale, era considerato un simbolo del Tricolore.
Virgilio nell’‘Eneide ci dà conferma dell’usanza di deporre rami di A. unedo sui sepolcri dei morti, probabilmente come augurio d’immortalità. Nel linguaggio dei fiori è simbolo dell’ospitalità. L’esclamazione “corbezzoli” , deriva dall’aver cercato una forma meno volgare dell’esclamazione “non mi rompere i corbelli” , forse anche per la somiglianza dei suoi frutti coi “corbelli”.
La pianta era conosciuta dagli antichi greci anche con il nome di “kòmaros”, essi ne consumavano i frutti sia freschi che fermentati.
Il Corbezzolo è specie nutrice della larva del lepidottero della famiglia Nymphalidae Charaxes jasus, meravigliosa farfalla, proprio per questo detta comunemente “ninfa del corbezzolo”, che cresce appunto a spese delle foglie di A. unedo.
Nel linguaggio dei fiori è simbolo dell’ospitalità.
L’esclamazione “corbezzoli” , deriva dall’aver cercato una forma meno volgare dell’esclamazione “non mi rompere i corbelli” , forse anche per la somiglianza dei suoi frutti coi “corbelli”.
Il Corbezzolo è specie nutrice della larva del lepidottero della famiglia Nymphalidae Charaxes jasus, meravigliosa farfalla, proprio per questo detta comunemente “ninfa del corbezzolo”, che cresce appunto a spese delle foglie di A. unedo.

Arbutus unedo

Modalità di Preparazione
Il corbezzolo possiede numerose proprietà terapeutiche, tanto che i Latini erano soliti attribuire poteri magici ai suoi frutti. Le foglie di corbezzolo, come detto, contengono numerosi tannini: essendo un validissimo antisettico urinario, potrete preparare con facilità un infuso di corbezzolo utilizzando circa 6-7 grammi di foglie di corbezzolo per ogni tazza d’acqua, lasciandole in infusione per 15 minuti. L’infuso di corbezzolo vi aiuterà a combattere cistite e infiammazioni della vescica.
In cucina è possibile preparare una variante molto stuzzicante rispetto al solito aceto. Per fare l’aceto di corbezzolo bastano una manciata di corbezzoli poco maturi, 6 foglie di alloro e un litro di aceto: mettete alloro e corbezzoli in una bottiglia, aggiungete l’aceto, chiudete con attenzione la bottiglia e lasciate riposare il composto in un luogo fresco e asciutto, al buio, per circa tre settimane. I corbezzoli matureranno all’interno della bottiglia raggiungendo il colore rosso che li contraddistingue: potete utilizzare l’aceto al corbezzolo per condire insalate dal gusto speciale oppure farne dono agli amici, che apprezzeranno certamente il delicato regalo di questo frutto raro.
La marmellata di corbezzolo è una delizia destinata ai gourmet che la sappiano apprezzare: il corbezzolo di solito non si trova al supermercato, né sui banchi dei mercati. Potreste averne un albero in giardino oppure trovare questi frutti rossi, ormai rari, vagabondando tra le campagne. Dopo averli raccolti lavate i corbezzoli e metteteli in pentola coprendoli con acqua fredda: fateli bollire per circa 20 minuti, poi schiacciateli premendo con un cucchiaio su un colino da tè in modo da separare semi e polpa. Una volta ottenuta la polpa (circa 500 grammi), aggiungete 140 gr di zucchero di canna (che dovrebbe essere meno di un terzo rispetto al peso dei corbezzoli) e il succo di mezzo limone spremuto: fate bollire in una pentola a fuoco vivace. Ricordatevi che bastano dieci minuti di cottura! Poi non vi resta che apparecchiare la tavola e invitare gli amici per un tè con marmellata di corbezzoli.
Un altra preparazione può essere quella del decotto di corbezzolo che può essere utilizzato come tonico. L’infuso delle foglie, infatti, oltre ad essere ottimo contro le affezioni delle vie urinarie, dei reni, nei casi di febbre e diarrea, è astringente. Potete essiccare e conservare le foglie di corbezzolo, da lasciare in barattoli, pronte all’uso. E ricordate che il decotto della radice di corbezzolo secondo alcuni studi è un valido alleato nella cura dell’artesclerosi.
Oltre al consumo fresco le corbezzole possono essere utilizzate anche per preparare diverse ricette come la passata e la confettura.
La passata di corbezzole consiste nella realizzazione di una purea con o senza aggiunta di zucchero. Il procedimento per la realizzazione è molto semplice, ci si procura uno schiacciapatate oppure un passino e si lavorano i frutti che devono essere prima ben lavati. La passata può essere utilizzata per la preparazione di dolci o consumata con l’aggiunta di zucchero o limone.
La confettura di corbezzole viene realizzata creando una purea come per la passata. Gli ingredienti necessari sono: Corbezzole, zucchero e limone.
Dopo aver realizzato la purea si aggiunge la metà di zucchero in peso e un limone per ogni kg di passata, si mescola per bene e si porta ad ebollizione. Se necessario aggiungere ulteriore zucchero. Una volta in ebollizione si può invasettare e successivamente, sigillati i barattoli, immergerli in acqua tiepida e farli bollire per 30 minuti.

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