Una novella in forma di dialogo teatrale ispirato a un originale televisivo degli anni '60.
Compagnia di attori occasionali "Meglio Tardi che Mai"
Il miracolo della rosa
Atto secondo - Quadro primo
di Ruggero Scarponi
Sala del Capitolo dell’Abbazia
Monsignor Rolandi, cancelliere – Do lettura del documento introduttivo relativo all’istituzione di questa Commissione incaricata dell’indagine conoscitiva per i fatti avvenuti tra il giorno 15 e il 16 del mese di aprile del corrente anno, in codesta Abbazia di°°°. La Commissione voluta da Sua Eccellenza Mons. Carlo M* Vescovo di L°°°, ha richiesto a Mons. Camillo Fusi, procuratore, di raccogliere le testimonianze di tutti coloro che furono interessati in maniera diretta o indiretta ai predetti fatti. Terminata tale fase istruttoria Mons. Fusi si è così espresso:
Ho potuto parlare con tutti gli attori a conoscenza dei fatti, dai quali ho ottenuto una dichiarazione giurata che ho provveduto a trasmettere a Mons. Guidi, Segretario della Commissione.
Vescovo – Bene Mons. Rolandi, credo possa bastare. Prego Mons. Fusi, faccia lei la ricostruzione dei fatti in modo che tutti gli attori della vicenda siano al corrente allo stesso modo di quanto avvenne, oppure, nel caso di qualche discordanza, possano essi intervenire a rettificare.
Mons. Fusi – Con il permesso di Sua Eccellenza: Come da tutti è risaputo il giorno 15 del mese di aprile è il giorno della festa della Santa Patrona particolarmente venerata in questa Abbazia e nella città.
Dai tempi antichi si perpetua una lodevole usanza basata sulla tradizione del cosiddetto Miracolo della Rosa. Tutti i presenti sanno benissimo in cosa consista ma al fine di lasciare agli Atti una descrizione senza omissioni lo ricorderò brevemente. Nel 1378, qualcuno, forse un monaco boemo in pellegrinaggio verso Roma, al termine di una giornata di cammino sostò in questa cittadina per prendere un po’ di riposo. Desideroso di ascoltar messa venne nella chiesa dell’Abbazia. Dopo la funzione restò in assorta meditazione di fronte alla statua della Vergine. Secondo i testimoni dell’epoca, il monaco, fu così preso dal misticismo dell’immagine da scrivere una lode per ringraziare la Santa Vergine delle dolcezze che sentiva di aver ricevuto nell’anima. Poi, dopo averla scritta, la lasciò, priva di firma, ai piedi della statua. E se ne andò. Di lui si persero le tracce. Grande fu il turbamento dei custodi quando al mattino seguente, alla riapertura della chiesa, scoprirono che sulla pergamena, in bella evidenza, s’era posata la rosa d’argento che fino alla sera prima si trovava nelle mani della statua della Vergine. Da allora ogni anno gli intelletti più fini e i più arguti letterati convergono tra queste antiche mura in una sorta di sacra competizione. Ognuno di loro s’ingegna nel comporre una lode alla Santa Vergine nella speranza che si ripeta l’antico miracolo.
Per tornare a noi. La sera del 15 aprile scorso si è svolta come ogni anno la festa della Santa Patrona con tanto di lettura delle lodi alla Vergine da parte degli stessi Autori. Tutto avvenne secondo la tradizione e dopo le letture, i testi, vergati su preziose pergamene furono deposti ai piedi della santa immagine per tutta la notte. Al mattino del giorno 16, dopo la ricognizione di rito, la Madre badessa annunciò al clero e al popolo riunito fuori della chiesa che anche quest’anno non si era verificato il miracolo. Questi i fatti, sottoscritti con dichiarazione giurata da tutti i presenti.
Vescovo – Bene, Monsignor Fusi, cosa avvenne dopo, da giustificare l’istituzione di questa commissione.
Monsignor Fusi – vengo alle conclusioni Eccellenza. Da qualche tempo si sono diffuse non solo nel paese, ma direi nella regione e fino a Roma…delle voci…
Brusii sommessi tra i presenti.
Monsignor Fusi – delle voci, dicevo, che farebbero intendere che… un Miracolo…un Miracolo, in quella fatidica notte tra il 15 e il 16 di aprile…ci fu, davvero!
Tutti i testimoni – oh!
Alcune monache – come è possibile!
Gli Autori delle Lodi – Sacrilegio!
Altri – Voci infondate. Pettegolezzi senza costrutto.
Vescovo – Figlioli carissimi, Figlioli carissimi, vi prego!
Cancelliere – Silenzio, lasciate finire Monsignor Procuratore.
Vescovo – Capisco lo sconcerto e lo sgomento, ma vi prego di mantenere la calma e ricordatevi che siamo tutti chiamati a dare un contributo alla verità…sotto giuramento!
Cancelliere – Ehm! Se posso, Eccellenza, ora che gli animi si sono calmati, chiederei a Monsignor Procuratore se intende richiamare qualcuno dei testimoni…
Monsignor Fusi – è necessario. Avrei fatto volentieri a meno di una simile procedura, ma la verità esige delle risposte precise.
Vescovo – Monsignor Fusi, come mai questa perplessità, non avete raccolto le dichiarazioni giurate di tutti gli attori? Cosa potrebbero aggiungere a quanto hanno già detto?
Monsignor Fusi – Fatti nuovi Eccellenza. Fatti che richiedono un supplemento d’indagine. Le voci si sono diffuse con tale copia di particolari che ometterne l’importanza potrebbe compromettere tutto il lavoro di questa commissione che come dice Sua Eccellenza, si giustifica soltanto nel nome e per conto della verità.
Vescovo – Fatti nuovi? Volete dire che ci sono testimoni oculari di quanto avvenne durante la notte tra il 15 e il 16 di aprile scorso? Volete dire che ci fu un occhio umano…!
Monsignor Fusi – Non abbiamo simili testimonianze…purtroppo. Ma voci. Voci così insinuanti che richiedono delle verifiche perché di certo tutti i testimoni chiamati a fornire dichiarazioni giurate hanno detto il vero ma… e qui è il nodo della vicenda, Eccellenza! hanno costoro, detto… tutto?
Tutti testimoni – ma insomma! Siam trattati da spergiuri! E’ inammissibile! Eccellenza, non è possibile! Insolenze, sono soltanto insolenze. Istigazioni dei nemici della Chiesa!
Cancelliere – Ma vi prego, vi prego, silenzio, silenzio, il decoro, per rispetto di sua Eccellenza! Eccellenza dica lei qualcosa…
Vescovo – Figlioli carissimi, capisco quanto sia doloroso affrontare la maldicenza e la malafede. Ma questo è il mondo e noi dobbiamo combatterlo a viso aperto. Pertanto vi esorto a dare tutto il supporto necessario a Monsignor Procuratore che, pur svolgendo con zelo il suo compito, non è certo meno rattristato di tutti voi per dover indagare, confrontare, approfondire.
Monsignor Fusi – Grazie Eccellenza Reverendissima. Purtroppo è proprio come dice. Per parte mia l’inchiesta la si potrebbe chiudere qui, ma vi sono, non direi ombre, ombre di certo no, ma zone grigie, che è bene illuminare, affinché i nemici della Chiesa non abbiano nulla, cui appellarsi.
Alcuni Testimoni – Che zone grigie? E chi sarebbero codesti nemici della Chiesa e cos’hanno a che fare con noi?
Altri Testimoni – Monsignor Procuratore, sia chiaro una buona volta! Non ci tenga così in sospeso. Dica chiaro e tondo se siamo accusati di qualche cosa.
Altri Testimoni – a forza di far mistero si sta creando un caso! Ci appelliamo a Lei Eccellenza Reverendissima.
Vescovo – Monsignor Fusi, ha sentito? Mi sembra legittimo che i testimoni siano sbrigati quanto prima e senza ambiguità.
Monsignor Fusi – Eccellenza, lei sa bene quanto me che questa indagine conoscitiva deve essere svolta nel modo più schietto e rapido, pur, con la necessaria discrezione. Sa bene, quanto male farebbe a Santa Madre Chiesa un’indagine incompleta o peggio, distorta. E da parte mia debbo procedere con estrema cautela dal momento che gli unici strumenti di cui dispongo per fugare certe notizie sono esclusivamente le testimonianze degli attori della vicenda.
Vescovo – Sì, è vero, mi rendo conto. Proceda pure Monsignor procuratore, il suo interesse è anche il nostro.
Monsignor fusi – la ringrazio Eccellenza. Dunque, dicevo, che desidero chiamare per un approfondimento tutti i testimoni a cominciare da Padre Dionigi da San Gallo che fu il primo a leggere la lode nella sera del 15 aprile.
Cancelliere (dopo aver introdotto il religioso) – Prego Padre Dionigi si accomodi sulla sedia.
Padre Dionigi – Debbo ripetere il giuramento?
Monsignor Fusi – No. Non è necessario. Il giuramento che ha pronunciato è ancora valido. Fino allo scioglimento di codesta commissione.
Vescovo –Monsignore, domande dirette, se possibile. Domande dirette.
Monsignor Fusi – Farò del mio meglio anche se mi devo muovere su un terreno oltremodo scivoloso.
(Padre Dionigi e tutti i testimoni rispondono senza esitazioni alle poche e schiette domande che Monsignor Procuratore rivolge loro. La verifica era necessaria per fugare ogni dubbio sulle testimonianze).
Vescovo – Bene, Monsignor Procuratore, lei ha potuto risentire tutti i testimoni. Ora immagino sarà soddisfatto. Tutti i testimoni hanno confermato quanto dichiarato precedentemente, sotto giuramento. Non mi sembra che siano emerse zone grigie che potessero far supporre, qualche omissione, qualche ritrosia. A questo punto converrà anche lei che non ci siano elementi di sorta per dare il minimo credito alle voci che sono state sparse, di certo, con intento malevolo.
Monsignor Fusi – Così sembra Eccellenza, così sembra. Ma sebbene questo approfondimento sarà apparso forse prolisso, le posso assicurare che era necessario al fine di sgombrare il campo da ogni dubbio e giungere dove mi son fatto l’idea che si trovi la soluzione di questa vicenda. Con il permesso di sua Eccellenza, vorrei sentire, in qualità di testimone e sotto giuramento, Madre Clara, Badessa di questa Abbazia di Santa °°.
Tutti – Oh!
Vescovo – Monsignor Procuratore! È certo di quanto sta chiedendo? La persona della Badessa è per dignità e onestà al di sopra di qualsiasi sospetto e sarebbe una grave mancanza nei suoi confronti mettere in discussione quanto da lei già dichiarato.
Monsignor Fusi – Vero, ma…Ci sono aspetti che non mi sono chiari e sarei grato alla Madre se mi aiutasse a svelarli. D’altronde sarà certo cosa rapida, dal momento che la Madre ha già risposto in un colloquio informale a molte domande.
Vescovo – E’ quindi necessario chiamarla nuovamente in causa?
Monsignor Fusi – Eccellenza per poter chiudere questa indagine ho bisogno di conoscere alcuni particolari che non riguardano i testimoni ascoltati.
Vescovo – Monsignor Fusi! Non mi verrà fuori con la richiesta d’interrogare altri testimoni, adesso. Una tale richiesta, mi permetta, andava fatta per tempo.
Monsignor Fusi – In verità mi sarei aspettato che non fosse necessario. Ma ho ragione di credere che la Madre Badessa, in completa buonafede, abbia tralasciato qualcosa d’importante, tale, da determinare quella zona grigia che in questo momento è il principale ostacolo al trionfo della verità.
Vescovo – Monsignor Fusi sono davvero sorpreso. Come può usare questo tono nei confronti della Madre Badessa? Io sono davvero costernato.
Monsignor Fusi – Ero certo che alcuni aspetti di questa indagine avrebbero indispettito o scandalizzato i presenti. Ma l’officio cui sono obbligato per giuramento non mi consente scorciatoie. Pur con rammarico chiedo che Madre Clara sia chiamata a rispondere di fronte a questa commissione. (Continua)