Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Era ora! Finalmente un’ autentica domenica invernale, col freddo che ti entra spudoratamente nei vestiti e una bufera niente male, di quelle che spaccano gli ombrelli e fanno fischiare gli alberi già umiliati dalla recente spoliazione autunnale.
Diamo di piglio al telecomando: è il momento migliore per sintonizzarsi sulla Santa Messa e cercare rifugio dalla furia caotica degli elementi nell’ordine e nella misura del rito eucaristico: la nostra sensibilità religiosa – è evidente - conserva tracce patenti di magie ancestrali e di arcani misteri apotropaici. Vuoi vedere che il vecchio Jung aveva ragione a scomodare ad ogni piè sospinto, per far quadrare i conti, il deus ex machina dell’inconscio collettivo?
Dopo Il vade in pace del sacerdote celebrante si chiude il santo collegamento Rai con la chiesa di turno e la solerte e molto pia Lorena Bianchetti ci culla con la storica trasmissione “A sua Immagine” e ci traghetta fino all’atteso discorso papale di mezzogiorno, dalla consueta finestra di San Pietro. “Mi raccomando, non dimenticate di pregare per me!” è la chiusa immancabile del sermone del popolarissimo Papa Francesco.
A “Domenica In” Mara Venier ospita Marco Travaglio a parlare del suo ultimo libro dedicato al devoto maestro, Indro Montanelli grande giornalista, fecondo poligrafo e fine umorista. Abbiamo letto in gioventù, con molto diletto la sua brillante Storia d’Italia, scritta con Roberto Gervaso, L’opinione pubblica lo ha conosciuto soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, quando è stato, in qualche modo, sdoganato dalla cultura ufficiale per motivi, ci vien da dire, di opportunità politica. Travaglio ricorda sorridendo quanto Montanelli scrisse su Giovanni Spadolini, uno dei protagonisti della cosiddetta Prima Repubblica, famoso per la sua proverbiale vanità: “Dell’ex ministro Spadolini hanno detto e scritto che è troppo innamorato di se stesso. Diciamo la verità: tutti siamo innamorati di noi stessi. Ciò che caratterizza Spadolini è che a differenza di noi e di tanti altri, lui si corrisponde”.
Non si placa lo stucchevole, rissoso dibattito tra medici, filosofi, attori, giornalisti, parlamentari ed altri opinionisti, sui vaccini e sul green pass. E son passati due anni da quando tutto è iniziato; si direbbe, questa verbosità, piuttosto uno sfogo nervoso che giova più che altro, forse, ai contendenti; ma non fa che confondere e rintronare il malcapitato che ascolta. Notiamo quanto sia facile per la democrazia profanarsi in ecolalia. In questo clima di confusione incattivita e di paura incontrollata, non ci è sfuggito un curioso fenomeno di interesse sociologico, forse anche antropologico, finanche, talora, con qualche risvolto psichiatrico: il serpeggiare, nel web, di una strana forma di spiritualismo alla Disneyland che divide con l’accetta il cosmo in buoni e cattivi, che intravede dietro la pandemia e i suoi tragici risvolti sociali, la sinistra regia di forze oscure, di tenebrose potenze subtelluriche. Il vaccino viene definito da taluni adepti “il marchio della bestia”: ragion per cui i vaccinati si trovano cooptati, loro malgrado, nelle mefitiche file dell’Avversario contro il quale, oltre a impetrare un rapido risveglio delle coscienze, si organizzano cortei per giaculare l’antico mantra OM. I governanti che a suon di leggi impongono restrizioni anti-pandemia, vengono definiti tiranni ed il covid è un’invenzione costruita ad arte per soggiogare il mondo.
Se ci si imbatte in qualcuno di questi catecumeni si resta sorpresi dalla loro assenza di dubbi. Sono certissimi di ciò che dicono e sanno esattamente come stanno le cose. Si narra che Diogene il cinico se ne andasse in giro con una lanterna in pieno giorno e che, a chi gli chiedeva ragione del suo comportamento, rispondesse: “cerco l’uomo”. Sospettiamo che, se si aggirasse oggi con la sua lanterna tra questi tragicomici neospiritualisti, invano cercherebbe il pensiero.