#298 - 1 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Testimonianze

Itinerario e Luoghi del Capitolo Reggio Calabria - Mélito di Porto Salvo - Soverato - Cutro - Taranto

Sui passi di Pier Paolo Pasolini

La lunga strada di sabbia

di Giuseppe Cocco

Siamo ancora nel mese di Luglio 2021 ed io dal 18 al 31 continuo a viaggiare in compagnia di Pasolini lungo la sua “Lunga strada di sabbia” nel luglio 1959.

In un giorno, con altri 498 km PPP va da Reggio Calabria a Taranto, poi (nella prossima puntata) con altri 150 km va fino a Santa Maria di Leuca e con 501 km da Santa Maria di Leuca a Rodi Garganico, per un totale di 1149 km.

Eravamo in Sicilia e riattraversato lo Stretto, Pasolini torna a Reggio Calabria, e, prima di lasciarla, trova il tempo di soffermarsi a fare una serie di tristi considerazioni su una città [...] estremamente drammatica e originale, di una angosciosa povertà[...] scrive.

Poi via, parte per un veloce viaggio lungo la costa Calabrese percorrendo la SS 106 Jonica, guardata a volo d’uccello - soffermandosi con alcune considerazioni su Porto Salvo (l’odierna Melito Porto Salvo), Soverato, Cutro -, per raggiungere, in un solo giorno, direttamente Taranto e cominciare la parte del viaggio dedicata alla Puglia che lo porterà fino a Santa Maria di Leuca, la località più a sud sul tacco della Penisola, e risalendola su su fino a Rodi Garganico.

Pasolini scrive [...] «Io mi butto di nuovo lungo lo straniero, il nemico, il seducente Ionio. Taranto città perfetta»[...]

Arrivato a Taranto si lancia subito nelle sue istantanee sinestetiche cominciando da un piano lungo sul paesaggio della città vecchia e nuova circondata dal mare, per stringere sempre più sui primi piani del lungomare e i primissimi piani delle bagnanti e dei loro osservatori: scrive: lo [...] «spettacolo del brulichio infinito, che mi accompagnerà d’ora in poi, per tutta la costa pugliese»[...]

Dopo Taranto va a Gallipoli e si immerge nel Salento, ma come gli è successo in Sicilia, il demone del viaggio non gli dà il tempo di fermarsi e soffermarsi, sospingendolo giù verso la punta estrema di Santa Maria di Leuca.

Dopo una giornata passata all’estremità del tacco, comincia a risalire lungo la costa pugliese: e a Rodi Garganico in una notte passeggiando solitario sulla spiaggia, nello “sperduto” Salento pensa e scrive: [...] «severo come una landa settentrionale»[...] , a Brindisi: [...] «la più caotica, furente, rigurgitante delle spiagge italiane»[...] , Otranto e Ostuni [...] «le città del silenzio del Sud»[...] , a Bari [...] «il modello marino di tutte le città[...] », poi, fino al Gargano [...] «con la cattedrale, di suprema bellezza, sul mare»[...]

[...] Credo che a ben pochi, in Italia, sia capitato di fare in macchina, in un giorno, l’intera costa da Reggio a Taranto.
Ora che sono qui, a Taranto - che brilla sui due mari come un gigantesco diamante in frantumi - mi pare che la cosa mi sia successa in sogno.
L’Ionio non è un mare nostro: spaventa.
Appena partito da Reggio (di Calabria) - città estremamente drammatica e originale, di una angosciosa povertà (...) - mi stupiva la dolcezza, la nitezza, il nitore dei paesi, della costa.
Così fino a Porto Salvo (in effetti si tratta di Mélito di Porto Salvo).
Poi si entra in un mondo che non è più riconoscibile. [...]

La lunga strada di sabbia

Reggio Calabria anche Reggio di Calabria [Rìggiu in dialetto reggino; Ρήγι (Rìghi) in greco di Calabria], Comune i cui abitanti son detti Reggini (Riggitani in dialetto reggino), è capoluogo dell'omonima Città Metropolitana, in Calabria.
Primo comune per popolazione ed unica Città Metropolitana della Regione, oltreché sede del Consiglio Regionale della Calabria, è capofila della cosiddetta Grande Reggio, agglomerazione urbana che raccoglie i vari Comuni della sponda calabrese dello Stretto di Messina.
Insieme all'Area Metropolitana di Messina, rappresenta il cuore dell'Area Metropolitana dello Stretto, una conurbazione frutto della continuità urbana, forte integrazione sociale ed economica tra i comuni delle due sponde dello stretto.

A Reggio Calabria ha sede il Museo Archeologico Nazionale, custode delle collezioni di reperti della Magna Grecia e dei Bronzi di Riace, divenuti tra i suoi simboli identificativi.
Città più antica della Calabria greca, nonostante la sua storia trimillenaria - Ῥήγιον (Reghion) fu un'importante e fiorente colonia magnogreca - si presenta con un impianto urbano moderno, conseguente alla ricostruzione operata all'indomani dei catastrofici eventi sismici del 28 dicembre 1908, i quali distrussero gran parte dell'abitato.

La lunga strada di sabbia

Mélito di Porto Salvo (Mèlitos in greco-calabro) è un comune i cui abitanti sono detti Melitesi e fa parte della città metropolitana di Reggio Calabria.
È il comune più a sud della Calabria e dell'Italia continentale.
È attivo centro agricolo, commerciale e peschereccio, con importante produzione di essenza di Bergamotto, stazione balneare molto frequentata.
Centro situato all'estremità meridionale della Costa calabra, e sorto in area abitata da epoca Romana.
In età Bizantina dipendeva da Pentedattilo, alla quale si sostituì per importanza a partire dal 1400 con l'introduzione della coltura del bergamotto.
Tale importanza si accrebbe nel 1500, anche quella notorietà del Santuario di Santa Maria di Porto Salvo, cosiddetto da un rifugio che la Costa offriva in quel punto alle imbarcazioni.
Si è chiamata Mélito fino al Regio decreto del 8-5-1864.
In dialetto mélitu, ha preso il nome dalla Fiumara di Melito dal greco potamos tou Melitos, letteralmente “fiume del miele” (con allusione al colore del corso d'acqua a regime torrentizio) che Edrisi, geografo arabo del 1100, chiama wadi al ‘asal, appunto “fiume del miele”.

[...] appare, come un folgorante miracolo, la dolce, immensa spiaggia di Soverato, elegante, con le chiglie vermiglie delle barchette, sotto il potente sole delle due [...]

La lunga strada di sabbia

Soverato (Suvaràtu in calabrese) Comune i cui abitanti sono detti Soveratesi (Suvaratàni in calabrese), fa parte della provincia di Catanzaro in Calabria.
Incastonata come una perla nel Golfo di Squillace, sorge su una pendice collinare tra le valli dell'antico Caecinus, odierno Ancinale, e quelle del torrente Beltrame.
Stazione balneare e climatica ed attivo porto peschereccio, è un centro fondato in epoca non precisabile.
È suddivisa in tre zone: la prima sulla costa (Soverato Marina), la seconda in bassa collina, poco distante e leggermente distaccata dalla prima (Soverato Superiore) e la terza, alla stessa altezza della seconda, rappresenta quel che rimane della vecchia Soverato, distrutta dal terremoto del 1783 (Soverato Vecchia).
La popolazione è prevalentemente accentrata nella parte bassa della cittadina.
La sabbia delle lunghe spiagge di Soverato è bianca e fine, le acque cristalline con un fondale sabbioso.

[...] Poi la strada lascia il mare e s’interna in una zona, tutta gialla, con le colline che sembrano dune immaginate da Kafka.
(...) Dei contadini ritornano a cavallo, o su certe vecchie carrette lentissime, per la strada infernale, senza un albero intorno. [...]

[...] Ecco, a un distendersi delle dune gialle, in una specie di altopiano, Cutro.
Lo vedo correndo in macchina: ma è il luogo che più mi impressiona di tutto il lungo viaggio.
È, veramente, il paese dei banditi, come si vede in certi westerns.
Ecco le donne dei banditi, ecco i figli dei banditi.
Si sente, non so da cosa, che siamo fuori dalla legge, o, se non dalla legge, dalla cultura del nostro mondo, a un altro livello. [...]

La lunga strada di sabbia

Cutro (Κούτρο in greco, Cutru in calabrese) Comune i cui abitanti sono detti Cutresi che fa parte della provincia di Crotone in Calabria.
Grosso centro del Marchesato, è situato in posizione elevata ma a breve distanza dal Mar Jonio.
È soprannominata "città degli scacchi" o "città del pane e degli scacchi".
Si fregia del titolo di città per titolo onorifico concesso nel 1575 dal re Filippo II di Spagna, grazie al proprio concittadino Leonardo Bona detto il puttino, che divenne il primo campione di scacchi d'Europa e del Nuovo Mondo, in ricordo del quale tra aprile e maggio ogni anno si svolge il Torneo Internazionale di Scacchi.

[...] Ancora qualche chilometro, per delle colline pietrose, lunari, poi, (...) Io mi butto di nuovo lungo lo straniero, il nemico, il seducente Ionio.
Taranto, città perfetta.
Viverci, è come vivere nell’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta.
Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno due mari, e i lungomari. [...]

[...] in fondo delle navi da guerra (...) sono aggrappati agli splendidi scogli, gli stabilimenti.
File di “camerini”, come qui si chiamano le cabine, sulle palafitte, traballanti, sconnessi,aperti a tutti i venti [...]

[...] Vedi fili di ragazzetti, giovani e uomini alle ringhiere in pezzi, poi ti avvicini, e ti accorgi che stanno guardando le donne che prendono il bagno. [...]

[...] vedi delle femmine piccoline piccoline, nere, come vermetti, ma già un po’ gonfie di anche, benché magari adolescenti (...) Loro ignorano tutto: sguazzano nell’acquetta a loro riservata, bassa, blu, e pensano al loro futuro di madri, dopo la breve tragedia dell’amore, che sta per venire. [...]

[...] spettacolo del brulichio infinito, che mi accompagnerà d’ora in poi, per tutta la costa pugliese. [...]

La lunga strada di sabbia

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