Virtù e armonia per una società in cerca di bene
Gentilezza
di Amanzio Possenti
Fa molto piacere sentir parlare del bisogno di gentilezza come di un comportamento che diventi modello nelle nostre relazioni spesso oscurate da pesantezze negative: la gentilezza - rammenta l’arcivescovo di Milano Mario Delpini nel ‘Discorso alla Città’ per Sant’Ambrogio - è strada per il bene comune, sostegno ad una quotidianità rasserenante, ancor più se accompagnata dalla semina della fiducia.
La gentilezza, virtù oggi pressochè dimenticata, da valorizzare non solo in ambito formale, già segnalata nell’enciclica di Francesco ’Fratelli tutti’, è autentico motore di vita fraterna e solidale. Sollecita e crea attenzione alle cose e al prossimo, è stimolo ad un rapporto dove l’amore è segnale di speranza fiduciosa, è sostanza creativa poiché il bene perseguito si ottiene praticando la via che cerca rapporti positivi. Così la gentilezza è strumento umano efficace e portatore di sensibilità, nonché aiuto e guida, protezione e porta di passaggio verso esperienze limpide, di vera gioia. Da qui la necessità di frequentarla e utilizzarla, dono di presenza vitalizzante.
Guardandoci attorno, alle cose e agli uomini, con la necessaria gentilezzaù, la nostra attenzione si fa felice partecipazione e il ’territorio d’amore’ aperto davanti si dissemina di scambi fecondi. Essa è propositiva, capace di suggerire e favorire incontri di bene diffuso, segnale di solidarietà vincente: mentre aiuta a cambiare in meglio la società, le conferisce il volto atteso di un’armonia di rapporti.