#295 - 13 novembre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Parassiti

di Dante Fasciolo

Vocabolario alla mano, leggiamo:
I parassiti sono organismi che sopravvivono
a spese di un altri esseri viventi.
Se ne contano di svariate specie sotto forma
di microrganismi, di vegetali e di animali,
e nella scala evolutiva non necessariamente il parassita s'identifica
in un organismo primitivo rispetto all'ospite;
il parassitismo è infatti una sorta di specializzazione biologica
che porta ad un'involuzione secondaria.

In questo senso i termini beneficio e danno
vanno posti sui due piatti della bilancia,
e se il parassita pesa oltre la misura tollerabile,
chi lo ospita subisce un danno
e deve far fronte alla propria sopravvivenza
con dispendio di energie fisiche e psicologiche.

Ciò avviene in caso di parassiti
da microrganismi o da vegetali che rispondono
alla loro matrice naturale;
ma avviene anche se appartiene alla specie animale
che fa riferimento all’istinto o al sistema neurovegetativo.

In quest’ultimo caso si colloca l’uomo,
parassita ai danni del suo simile,
e spontaneo viene in mente che
da circa 200.000 anni l’Uomo Sapiens affronta
i suoi parassiti consapevole dei danni che gli arrecano.
La lotta è dura poichè gli uomini-parassiti sono tenaci
e moltiplicano in varianti inedite e fameliche.

Dunque, si può considerare parassita
l’uomo che non fa nulla per gli altri,
che gode di servizi prodotti da altri, e che,
anche sotto forma associativa molto diffusa,
infligge danni consapevolmente.

C’è vertigine, nella mente…
parassidi, parassidosi, disprezzo, incapacità a capire…
pretesto, tolleranza…
lo specchio della società
è ora concavo, ora convesso…

Dall’Homo Sapiens citato all’Uomo dei nostri giorni
il passo sembra lungo, ma non lo è:
l’odierna società è tollerante verso varie forme
di dissenso, ma ci sono limiti che guastano
il rapporto democratico con un'arroganza parassitaria
che travalica la misura accettabile
che renda ancora possibile una umana convivenza.

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