Parassiti
di Dante Fasciolo
Vocabolario alla mano, leggiamo:
I parassiti sono organismi che sopravvivono
a spese di un altri esseri viventi.
Se ne contano di svariate specie sotto forma
di microrganismi, di vegetali e di animali,
e nella scala evolutiva non necessariamente il parassita s'identifica
in un organismo primitivo rispetto all'ospite;
il parassitismo è infatti una sorta di specializzazione biologica
che porta ad un'involuzione secondaria.
In questo senso i termini beneficio e danno
vanno posti sui due piatti della bilancia,
e se il parassita pesa oltre la misura tollerabile,
chi lo ospita subisce un danno
e deve far fronte alla propria sopravvivenza
con dispendio di energie fisiche e psicologiche.
Ciò avviene in caso di parassiti
da microrganismi o da vegetali che rispondono
alla loro matrice naturale;
ma avviene anche se appartiene alla specie animale
che fa riferimento all’istinto o al sistema neurovegetativo.
In quest’ultimo caso si colloca l’uomo,
parassita ai danni del suo simile,
e spontaneo viene in mente che
da circa 200.000 anni l’Uomo Sapiens affronta
i suoi parassiti consapevole dei danni che gli arrecano.
La lotta è dura poichè gli uomini-parassiti sono tenaci
e moltiplicano in varianti inedite e fameliche.
Dunque, si può considerare parassita
l’uomo che non fa nulla per gli altri,
che gode di servizi prodotti da altri, e che,
anche sotto forma associativa molto diffusa,
infligge danni consapevolmente.
C’è vertigine, nella mente…
parassidi, parassidosi, disprezzo, incapacità a capire…
pretesto, tolleranza…
lo specchio della società
è ora concavo, ora convesso…
Dall’Homo Sapiens citato all’Uomo dei nostri giorni
il passo sembra lungo, ma non lo è:
l’odierna società è tollerante verso varie forme
di dissenso, ma ci sono limiti che guastano
il rapporto democratico con un'arroganza parassitaria
che travalica la misura accettabile
che renda ancora possibile una umana convivenza.