La Mistica
Parte Sesta
di Ruggero Scarponi
Clelia accese il fuoco mostrando di essere molto abile.
Padre Solinas che non si era mai dedicato a queste faccende ne rimase sorpreso.
- Sei davvero brava piccola mia – esclamò meravigliato – io non ci sarei mai riuscito…Non sapevo neanche che era indispensabile accendere degli sterpi prima di buttarvi sopra dei rami più grandi!
- Per questo ci sono qua io, Prete – rispose Clelia – dopo cena, però, tu mi leggerai il libro…
- Quale libro?
- Quello che nascondi nella sacca.
- E tu come lo sai?
Clelia abbozzò un sorriso. - Perdonami Prete, ma nella locanda ho avuto a che fare con gente d’ ogni genere. Non ho appreso solo a pulire e cucinare. Da qualcuno di loro, in cambio di certe cose, che è meglio non dire, ho ricevuto degli insegnamenti…
- Begli insegnamenti Clelia, mettere le mani nelle tasche degli altri…
- Nella sacca Prete, - protestò la ragazza - non nelle tasche.
- Fa lo stesso. Comunque non è roba tua. Non te li ha insegnati i Precetti il tuo parroco?
- Che c’entra questo? Lo so che non è bene. Ma anche a me hanno fatto tante cose cattive e in ogni caso io non volevo rubarti nulla…Ero solo curiosa…
- Quel libro Clelia, non dovresti neanche sapere che esiste. Per certa roba si finisce sotto processo…
- E tu però lo hai letto. Non hai timore tu?
- Timore? Sì, forse un po’…Ma…
- Forse, anche io, come te, cerco delle risposte.
- E in quel libro ci sono, quelle che cerchi?
- Forse. Forse sì…
- E non c’è modo di saperlo?
- Per questo sto andando a Petroshian, piccola Clelia.
- E io vengo con te.
- Sei una ragazza cocciuta. - Sorrise bonario Solinas - Cocciuta, ma coraggiosa. Non ti spaventa fare tutta questa strada?
-
In vita mia Prete, m’è capitato di tutto. Cos’altro può succedermi? Ma se trovo quel che cerco non avrò corso invano il rischio.
- Comunque – concluse Padre Solinas - visto che lo desideri, ti leggerò qualche pagina, prima di
dormire.
Come aveva detto Clelia, Padre Solinas, quella sera, si leccò le dita dopo la cena. La ragazza aveva arrostito le salsicce facendo colare su delle fette di pane il grasso sfrigolante. - Mi sembra di non aver mai mangiato così bene! – Esclamò soddisfatto il Prete.
- È la strada - ribatté Clelia.
- Credimi Prete. Le salsicce nel pane caldo sono buone. Ma le lunghe ore di cammino le hanno rese prelibate.
- Hai ragione. È vero. Non sono abituato a questo genere di fatica. Al convento ho vissuto sempre
negli agi, a studiare o a insegnare e non avevo mai veramente fame. Oggi ho conosciuto per la
prima volta il vero sapore del cibo.
Clelia, dopo aver mangiato, si occupò di ravvivare il fuoco. Sistemò le vivande nella sacca di Padre Solinas e presa una coperta l’appoggiò sulle spalle del prete. Poi gli si accoccolò vicino senza dir nulla. Attendeva paziente che Padre Solinas aprisse il libro. - Allora, piccola eretica – cominciò l’uomo – Tu vuoi delle risposte?
- Sì, Prete – disse Clelia assorta.
- Dunque, cominciamo dall’inizio.
Padre Solinas mise una mano nella sacca traendovi fuori un grosso tomo, piuttosto malandato. - È un’edizione clandestina. – Disse, soppesandola e rigirandola tra le mani. - Per la verità al convento ne avevano una copia tutti. Persino il nostro Padre Delegato ne possedeva una, nascosta in camera. Ma farsela trovare addosso è sempre un bel rischio. Questa, mia piccola Clelia, - disse enfaticamente il prete - è la Bibbia. Ne hai mai sentito parlare?
- Da Mirko, Prete. Lui mi ha raccontato che lì dentro ci sono narrate storie straordinarie.
- E il tuo parroco, non te ne ha mai fatto cenno?
- Si, certo, quando alla domenica ci parlava dei precetti della Chiesa di Roma, ci raccontava che anticamente gli uomini si affidavano ai miti. Storie fantastiche, leggendarie che servivano a far crescere la concordia tra loro. Ma col tempo essi li credettero fatti autentici e furono causa di tanti dissidi. Poi finalmente la Chiesa di Roma ha ristabilito la verità proclamata attraverso i precetti e…
- Basta, basta, figliola. È stato veramente bravo il tuo parroco. Vedo che hai appreso bene la storia.
- E ora –chiese Clelia - mi leggerai, la Parola?
- La Parola? – rispose meravigliato Solinas - Come sai che viene chiamata così?
- Mirko…
-
Lo supponevo…Sa tante cose quel ragazzo…
- Davvero sì. – si affrettò a rispondere Clelia - E…A te, prete, posso dirlo. Gli voglio bene…E anche lui me ne vuole. A lui non importa il mestiere che ho fatto. E quando sono triste ha sempre una parola buona per me.
- Sono felice per te Clelia. – disse Solinas con dolcezza -
E poi fissando l’espressione intensa sul viso della ragazza, illuminato dal fuoco - disse - - E sono felice, anche per il tuo Mirko.
Il viaggio durò a lungo come aveva previsto Padre Solinas. Durante il cammino nei primi giorni Clelia osservò le raccomandazioni dell’anziano religioso tenendosi sufficientemente a distanza sì che i viandanti che incrociavano non avessero a malignare su di loro. Ma procedendo sulla strada, giorno dopo giorno, a poco a poco si riavvicinarono spontaneamente finché finalmente si trovarono a camminare affiancati come un padre con una figlia. - Ora Padre Solinas non temi più la maldicenza degli uomini? – Chiese Clelia, contenta di poter parlare a tu per tu con il prete.
- Che cosa vuoi, cara figliola, la strada a volte si fa maestra. Camminare aiuta a riflettere e
meditando ci si accorge di quanti pregiudizi nascano dentro di noi. È così che attribuiamo agli altri
ciò che in realtà ci spaventa per causa della nostra ignoranza oppure semplicemente perché ci
rifiutiamo di conoscere. Starti vicino, in questi giorni mi ha fatto comprendere come una figliola
possa avere un animo delicato e amorevole e come sappia prendersi cura di un vecchio burbero
quasi fosse il padre.
Ora Padre Solinas camminava sicuro, il lungo cammino ne aveva fortificato il fisico e lo spirito. Era notte quando giunsero nella Valle di Petroshian e il vecchio prete non poté far a meno di notare come in cielo brillassero tutte le stelle di una luce così intensa che gli parve di non aver mai visto prima. - Prete – disse Clelia con discrezione – fermiamoci da qualche parte a riposare, in modo che possa prepararti un poco di cena e un giaciglio.
- Vedi – disse Padre Solinas rapito dall’immenso spettacolo del firmamento – non è anche questo un miracolo? Tutta questa bellezza a disposizione di noi poveri esseri sperduti nell’Universo, non pare anche a te, Clelia, di provare un’emozione, una commozione di fronte a tutto questo? E non potrebbe essere questa la voce di Dio?
- Oh! Padre – rispose la ragazza confusa – non capisco molto di quello che dici, ma sono contenta di
vederti contento e non vedo l’ora che arrivi presto il mattino, per andare a cercare la piccola
Miriam.
Trovare Miriam, la mistica, come tutti la chiamavano, fu molto semplice. Non erano vere le voci che circolavano nel capoluogo e che la dipingevano come una clandestina sempre in fuga da un nascondiglio all’altro.
La piccola Miriam parlava alle moltitudini nell’ampia valle di Petroshian. I soldati della Federazione se avessero voluto, l’avrebbero catturata facilmente e quantunque alcuni di loro avessero progettato di farlo, non lo fecero. Ed anzi la seguivano devoti e ansiosi di ascoltarla. Il modo di parlare della fanciulla era semplice e recava una grande speranza nei cuori di chi l’ascoltava che chiunque ne restava rapito. - Che cosa legge Padre? – Chiese Clelia.
- Il Vangelo di Luca – Figlia mia. Ascoltarlo, di questi tempi, io credo, sia già un miracolo.