#102 - 1 settembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascer il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Avventura

Sette Vette Sette

Sulle cime dei monti più alti

i cinque continenti + due visti dall’alto
raccontati da Stefan Rier

di Dante Fasciolo

“…Ho raggiunto il mio obiettivo, senza perdere mai la fiducia in me stesso.” Invitato a raccontare, lo fa con un po’ di ritrosia, tipico di quanti custodiscono gelosamente una loro conquista e ne vogliono conservare tutti intatti i contorni che la loro mente e il loro cuore hanno tratteggiato con passione.

E di quale conquista si tratti nel caso di Stefan Rier, è di quelle non da poco: la scalata delle vette più alte dei cinque continenti a cui aggiungere l’Alaska e l’Antartide.

Sulle cime dei monti più alti

Tanzania (2001). L’Africa esercita da sempre una grande fascino per gli avventurosi di tutte le specialità; Stefan, insieme ai suoi amici di cordata, mira al mitico Kilimangiaro:Cinquemila ottocento novantacinque, in cima c’è un gran freddo: temperatura estrema. Abbiamo intrapreso l’ascensione di notte per giungere in vetta all’alba…goderla dall’alto e seguirla nella sua lenta e mutevole crescita fino all’espandere la sua luminosità…uno spettacolo che ci ha ripagato di ogni fatica.”

Sulle cime dei monti più alti

Argentina (2003). Sud America. Cerro Aconcagua”ci accoglie con furore: il ‘vento bianco’ fischia a 300 kilometri orari e trasporta neve…se ne accumula un metro in due ore, difficile spalarla, ma dobbiamo necessariamente fissare le tende, sorreggerle tenacemente…rintanarci e aspettare che il vento plachi la sua furia…siamo a seimila novecento sessantadue metri…ci vorrà del tempo…le gole, laggiù urlano spaventosamente”

Sulle cime dei monti più alti

Russia Europea (2005) emisfero nord: ecco El Rus“è il caso di dirlo…una montagna di neve! Non ne ho mai vista tanta in vita mia come qui, bianchissima e scintillante fin dalla Val Baskan che si attraversa per raggiungere la montagna alta cinquemila seicento quarantadue metri. Scalata e discesa con gli sci…quattromila metri di dislivello…una sfida difficile, entusiasmante…vinta!”

Sulle cime dei monti più alti

Indonesia(2006), Oceania . Un po’ più a destra, in basso…e siamo di fronte al Carstensz Pyramide . “ Nella giungla indonesiana abbiamo incontrato gli aborigeni…un utile scambio, un incontro tra culture…con loro abbiamo mangiato carne di cane e di pipistrello…la pioggia non accenna a desistere, ma non molliamo…c’è l’arrampicata da portare a termine…la vetta ci aspetta a quota quattromila ottocento ottantaquattro.”

Sulle cime dei monti più alti

Antartide (2007) Il Continente più ostile. “…*qui l’avventura si è fatta rischio estremo, abbiamo lottato in condizioni ambientali terribili: vento a 200 kilometri orari, pericolosissimi improvvisi crepacci mortali, temperatura inferiore ai 40° sotto lo zero…un solo obiettivo ‘sopravvivere’. Si, ma senza rinunciare alla conquista dei quattromila ottocento novantadue metri del Mount Vinson.”*

Sulle cime dei monti più alti

Alaska (2009) North America. “ *Abbiamo affrontato il gigante della tundra con spirito di pazienza: il Mount Mc Inley è a volte molto capriccioso: nebbia e freddo gelido cambiano repentinamente e l’aria è molto rarefatta…ci guarda imperioso, ma non ci lasciamo influenzare… Camminiamo a testa bassa, passo dopo passo, e di tanto in tanto misuriamo con lo sguardo la strada che rimane da fare…ci sono volute 10 ore buone prima di superare l’ultimo tratto e raggiungere la vetta a seimila cento novantacinque metri.”*

Sulle cime dei monti più alti

Immagino ve lo sarete chiesto anche voi: poteva mancare l’Everest?!?! …No, di certo.

Nepal (2011) Asia. Il sogno di tutti gli alpinisti è qui. Sollecito Stefan con la parola e con lo sguardo a raccontare, a farci partecipi, il suo volto si illumina d’improvviso, il gigante sprona i suoi ricordi, sembra voler dipanare il suo film, ogni fotogramma stampato in mente, ma porge solo poche parole per un riaffacciarsi della ritrosia, palese ora, quasi a volerci comunicare che il silenzio valga più di ogni parola… “ Abbiamo trascorso un mese e mezzo in un campo base a seimila metri, costante mancanza d’ossigeno, ogni passo una sofferenza.” Sembra ancora ansimare Stefan Rier l’intrepido… credo si sia allontanato da noi e sia ora entrato di nuovo nel suo viaggio: passo passo, fatica a fatica, col respiro mozzato…inavvertitamente manca un po’ anche a me il respiro, potenza della suggestione e del fascino delle cose raccontate…ecco, ancora una parola, sussurrata appena, con lo sguardo lontano, perduto…”…ottomila ottocento quarantotto...che gioia immensa vincere la vetta…”

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessit di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidariet tra singoli e le comunit, a tutte le attualit... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicit e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libert di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.