Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
La stagione televisiva sta riprendendo a spron battuto e sembra che nulla sia cambiato in questi pochi mesi sabbatici.
Si litiga sui vaccini ed ora anche sul cosiddetto “green pass”; i virologi sono sempre sulla cresta dell’onda e continuano ad essere richiestissimi ovunque vi sia da menar la lingua.
C’è chi sospetta, dietro tutta la tragica vicenda, le occulte macchinazioni di qualche diabolico “Grande Fratello” e tenta di far sentire le proprie ragioni anche in maniera poco urbana; inutile dire che lo Stato lo stigmatizza, e ci vuol poco, di questi tempi, ad essere appellati “complottisti” o “no vax”; c’è ancora lo sciacallo che continua a lucrare sul prezzo dell’alcool denaturato, prezzo più che raddoppiato durante il lock down; e c’è chi in parlamento approfitta della preoccupazione pandemica per tentare di infilare nella legislazione norme ridicole come il DDL Zan, ed ancora non demorde.
Insomma la solita varia, stravagante umanità che avuto i suoi massimi cantori in Plauto e Goldoni (per tacere di Molière).
Si continua a dar notizia di femminicidi facendo molta attenzione soprattutto a non maltrattare l’assassino, neanche verbalmente.
Per non parlare della classica piaga sociale estiva, gli incendi che stanno devastando un patrimonio essenziale per la nostra stessa sopravvivenza. “Arrestato il piromane colto sul fatto” viene detto laconicamente al telegiornale.
Sullo sfondo di questi atteggiamenti altrimenti incomprensibili, un’arcaica dottrina morale, purtroppo non ancora obsoleta.
“Se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo” cantava il peggior De Andrè autore, peraltro, di testi pregevolissimi.
La vita di un bosco è infinitamente più preziosa della vita di un piromane, sulla cui utilità sociale occorrerebbe interrogarsi e rispondersi una volta per tutte.
E l’utilità sociale di un femminicida, non può forse essere equiparata a quella di un rottame?
Intanto in Afghanistan si cambia, lo hanno deciso gli americani.
Chi aveva assaporato la vita all’occidentale si ritrova al governo i talebani la cui idea di civiltà è distante anni luce dalla nostra.
Ma gli interessi geopolitici degli USA concordano con quelli europei, posto che l’Europa, come soggetto politico, esista?
Forse per avere un’idea del trauma di questa brusca transizione politica si potrebbe immaginare una colonia di ragni che improvvisamente si impossessi dell’Italia e la costringa al proprio stile di vita.
Abbiamo visto in TV zelanti giornalisti aggirarsi tra gli immigrati di casa nostra interrogandoli sulla svolta afghana e non di rado ricevere risposte di plauso al nuovo regime. Data la totale inconciliabilità con il nostro mondo, non sarebbe opportuno oltreché necessario pagare a questi signori un biglietto aereo di sola andata per la terra dei talebani e toglierseli dai piedi? «…la bigotteria e l’incapacità di capire di che cosa è fatta la letteratura sono quantità che non decrescono mai, anzi tendono a un graduale, subdolo incremento.
C’è anche un modo per misurarlo, questo incremento: dal proliferare di quella sinistra specie di persone che non sanno distinguere fra rappresentazione e ingiunzione – e di conseguenza leggerebbero “Delitto e Castigo” come un manuale di istruzioni per assassinare donne vecchie e sole». Con questo frammento tratto dal libro “La follia che viene dalle ninfe” vogliamo ricordare Roberto Calasso, direttore della casa editrice Adelphi, scomparso a fine luglio: raro esempio di coinvolgente, sconfinata erudizione e di raffinatissimo gusto editoriale.