Dimenticare il tempo del Covid
Cambio di stagione con una modalità che richiami la normalità
Settembre
Da "E la chiamano estate - quando andavamo in villeggiatura" SECOP edizioni
di Valentino Losito
Settembre, è tempo di preparare la valigia per l’autunno, si trasloca in un’altra stagione della nostra vita.
Finisce la smisurata domenica in cui pensavi di fare mille cose ed è arrivato settembre, l’inesorabile lunedì. Non è solo l’estate che tramonta, con i suoi ombrelloni, con i suoi colori bianchi e azzurri, il gelataio che passa, i fuochi d’artificio : è un tempo dell’esistenza che finisce e ci trasferiamo in un’altra. La nostra anima cambia casa.
Il tempo farà sedimentare ogni cosa, farà da culla alla nostalgia che filtrerà tutto quello che aspira a diventare ricordo e che ora si affolla e si affretta per occupare le stanze della memoria.
Sarà cosa buona e giusta lasciar vuoto qualche ripostiglio e qualche scaffale, per far riposare quei ritagli della bella stagione che vivranno la loro epifania quando non l’aspetti.
Perché le estati nel ricordo – ha scritto Cesare Pavese - hanno un colore unico, sonnecchiano istanti che una sensazione o una parola riaccendono improvvisi, e subito comincia lo smarrimento della distanza, l’incredulità di ritrovare tanta gioia in un tempo scomparso e quasi abolito.
La prima ferita di fine estate è la disillusione, l’ardente desiderio di poterle dire di non partire, di tenerla stretta e di vederla invece volare via come un aquilone impertinente e sbriciolarsi tra le dita come i castelli di sabbia. La voglia di portarsi dietro e dentro “la luce che sa di mare” per i giorni grigi del malinconico autunno sfuma come quella delle lampare sempre più fioche all’orizzonte.
Ora lasciamo che il mare si ripieghi finalmente nella sua solitudine e dispensi gocce di bellezza solo a chi saprà attenderlo al varco di un’alba, di un pomeriggio sereno della radente luce di una sera. Si ferma la giostra della rutilante spensieratezza e s’avanzano lenti i passi e le soste della contemplazione, della “strana felicità di settembre”.
L’estate tornerà, l’attesa è già iniziata. Ora “ ha occhi pesanti di stanchezza”. E’ un’amica che ci dice arrivederci. Possiamo solo corteggiarla con i versi di Sandro Penna. “ Baciami sulla bocca, ultima estate./ Dimmi che non andrai tanto lontano/ Ritorna con l'amore sulle spalle/ Ed il tuo peso non sarà più vano".