#289 - 3 luglio 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Poesia

A Borgo

di Angelo Zito

A borgo ce so’ le borghiciane
pregheno er santo ma so’ malandrine,
frammiste a loro le trasteverine
che cianno er passeggio a la Lungara.
Passato fiume trovi le regolanti
ferme a li cantoni de Farnese
e più in la le belle monticiane
cor grugno che fa paura a li mariti.
Le testaccine tutte occhi e petto
cianno er core de Roma impunturato
e a Ponte le regazze da marito
fanno le poste all’arco de la Pace.
Sante e puttane, oneste e peccatrici,
l’artra faccia dell’omo tale e quale.
Semo tutti fatti de sto modo
anima e carne, fiori e cortello.
Solo da li contrasti nasce er bene.
Fossimo tutti bianchi o tutti neri
er monno sarebbe ancora piatto,
invece è ‘na palla che cammina
e impasta e smúcina e lavora,
si te fermi ar primo intoppo resti addietro
e fai la fine der tonno sotto l’ojo
dentro a ‘na scatoletta d’alluminio
aspettanno che quarcuno te se magni.

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