Karisma
Short story
di Ruggero Scarponi
Troneggia da mesi nel parcheggio di fronte al supermercato un anziano signore, un africano.
Molto dignitoso nell’aspetto. Sguardo fiero, fisico asciutto, tratti del volto che sembrano scolpiti, netti, senza rotondità. Garbato, paziente. Non chiede nulla.
Ma chi si ponesse ad osservarlo per più di qualche minuto noterebbe una stranezza difficilmente spiegabile.
Una specie di processione fatta di donne e uomini che all’uscita dall’esercizio commerciale con le mani ingombre di buste con la spesa, prima di salire in auto, per far ritorno a casa, si recano devoti ad offrirgli un piccolo obolo.
L’uomo ringrazia cortese, senza particolari cerimonie e le persone dopo averlo omaggiato se ne tornano con il sorriso sulle labbra, contente.
L’anziano africano senza fare nulla e senza nulla chiedere resta nella sua postazione per tutta la mattinata.
Poi, molto discretamente se ne va, probabilmente a casa.
Ho provato a fare una stima dei suoi guadagni e credo che siano sufficienti a consentirgli una vita agiata senza neanche dover “lavorare” nel pomeriggio.
Ho provato anche a mettere a confronto il suo “metodo” discreto con quello a volte petulante e importuno di altri suoi emuli nell’arte di presidiare gli ingressi dei supermercati. Ma ho concluso che non si tratta solo di “metodo” c’è di sicuro qualcosa in più che consente all’anziano di ottenere senza fatica ciò che altri non ottengono.
Questione di Karisma. Da quell’uomo emana un ascendente cui non è facile sottrarsi. E l’obolo, la piccola elemosina che riceve, si trasforma in una specie di tributo.
Un qualcosa che non viene elargito ma che è dovuto, come fosse un capo, cui per diritto, venga riconosciuta una parte delle ricchezze dei sudditi.
È il Karisma, non v’è alcun dubbio.