#286 - 22 maggio 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Il caffe'

di Cecilia Di Rocco

Questa mattina mentre versavo il caffè caldo nella tazzina, improvvisamente ho sorriso.

Chissà perché proprio questa mattina ho ricordato, con nostalgia, il rituale mattutino di quando ero ragazza.

Io e mia sorella, negli anni 60’ utilizzavamo contemporaneamente l’unico bagno di casa.

In quegli anni un bagno era sufficiente per tutta la famiglia ed io e mia sorella per sbrigarci ci preparavamo insieme una per la scuola e l’altra per il lavoro.

Mentre mi lavavo i denti, mia sorella facendosi la doccia iniziava il suo consueto concerto mattutino fatto di 450 parole al minuto.

Una mitragliatrice vivente che dissertava su tutto . Io con gli occhi ancora semichiusi bonfonchiavo un “si,si” ogni tanto, pur non capendo nulla.

Improvvisamente, all’unisono, iniziavamo a sorridere declamando ad alta voce: “ Ecco l’untore, addosso ai monatti”…. Un tintinnio simile a quello descritto nei promessi sposi proprio a proposito degli untori, si udiva avvicinarsi al bagno.

Era mamma che dalla cucina in fondo al corridoio portava il vassoio con i caffè per noi, tremolanti cucchiaini sbattevano contro le tazzine procurando quel rumore.

Si rideva per un nonnulla ed il rituale mattutino era piacevole finché mamma, sveglissima, non ci raggiungeva in bagno unendosi a noi.

Povera me!!!
Le 450 parole al minuto raddoppiavano e la consueta schermaglia tra mamma ed aurora che continuavano a parlare ognuna per proprio conto, mi lasciava sempre attonita del come mai riuscissero a capirsi se ognuna parlava di un argomento diverso…mistero mai compreso che però mi faceva ridere tanto….come stamattina.

A quel punto, uscendo frettolosamente dal bagno ringraziavo Dio di dover correre a scuola dove il frastuono di 25 compagni di classe vocianti era di sicuro molto più rilassante.
Però………….che bellissimo ricordo !!!!!!

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